L’India è pronta per essere la potenza leader nei nuovi equilibri geopolitici asiatici e si sente forte dei suoi ultimi successi economici. La possibilità di ospitare e presiedere il G20 che si apre oggi le offre un posto di primo piano nella riorganizzazione degli equilibri internazionali. La democrazia più popolosa del mondo ambisce a diventare un faro di speranza, l’unica tra le altre autocrazie regionali. Pur continuando il mutuo corteggiamento con l’Occidente, l’India mantiene un approccio di equidistanza e multilaterale tra i vari attori principali dell’area per poi diventarne la guida.  

L’atteggiamento di equidistanza 

Dal 1947 l’India ha mantenuto in chiave geopolitica, un’equidistanza tra due blocchi e ciò le ha permesso di stringere rapporti e alleanze bilaterali. In questo modo è stata libera da qualsiasi vincolo di appartenenza. La dottrina del non-allineamento è stata introdotta dal primo ministro Jawaharlal Nehru. Allora il sogno di una terza via alternativa ai blocchi di Usa e Urss accomunava gran parte dei paesi nati dai movimenti di liberazione post-coloniali.

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Il multilateralismo  

Con la fine della Guerra Fredda e più recentemente con la globalizzazione, la strategia geopolitica indiana ha sostituito la politica del non allineamento con il multilateralismo, nel quale tutti sono alleati di tutti e di nessuno, le relazioni tra i vari Stati si muovono su binari paralleli che non si incrociano.

La lunga amicizia tra Mosca e New Delhi 

I rapporti con l’Unione Sovietica sono iniziati per fornire consulenza, formazione e supporto tecnico-scientifico alla neonata Repubblica socialista indiana. Dopo la caduta della URSS le relazioni commerciali sono continuate con la Federazione Russa, in particolare nel settore energetico: l’India acquista percentuali basse, pari al 1,3% delle importazioni di carbone, l’1% di greggio ed il gas naturale che compra dalla Russia è pari allo 0,2% delle esportazioni di Mosca. Per essere indipendente, si rivolge anche a partner commerciali come Stati Uniti, Francia e Israele, soprattutto per l’acquisto di armamenti e tecnologia.

Nei piani indiani i buoni rapporti con Mosca non possono essere compromessi per la guerra in Ucraina. Dalla prospettiva del Paese, il conflitto è una questione regionale europea e non ancora mondiale. Inoltre, strategicamente, non vuole lasciare la Russia in balia della Cina con cui, grazie alla guerra in Ucraina,  i rapporti tra le due potenze si sono rafforzati.

I rapporti con gli Stati Uniti 

Inizialmente i rapporti con l’amministrazione statunitense sono stati a lungo tesi, a causa della situazione politico-militare col vicino Pakistan, considerato da New Delhi uno Stato belligerante. Adesso tali problematiche devono essere accantonate per la necessità di sicurezza dell’intera zona sud-orientale del continente asiatico. L’attuale cooperazione indo-statunitense,  si concentra nell’Oceano Pacifico, un elemento vitale della sicurezza regionale per i due Paesi e per gli altri attori regionali che fanno parte del Quad – dialogo quadrilaterale di sicurezza tra Usa, India, Giappone e Australia- . La Casa Bianca ritiene l’India un tassello importante nella regione per le sue dimensioni territoriali e demografiche.

Un altro ambito di collaborazione tra le due potenze è l’opposizione al piano cinese  “One belt, one road”, noto come “Via della seta” , nato per collegare Asia ed Europa con un corridoio terrestre e uno marittimo. Entrambe considerano gli scali portuali in mano cinese come potenziali basi d’appoggio utilizzabili da Pechino per eventuali future operazioni militari all’estero. Inoltre, Nuova Delhi non vuole prendere parte ad alleanze formali che potrebbero far sfociare in un conflitto aperto le dispute territoriali tuttora in corso con la Cina: per il controllo delle aree di confine del Ladakh e di parte del Kashmir

Prove per diventare leader

Nel corso del 2022 il primo ministro del governo indiano Narendra Modi ha manifestato un interesse per il North-South International Transit Corridor promosso da Mosca e Teheran, il corridoio è destinato anch’esso a raggiungere i ricchi mercati europei. Per tutelare lo status quo nell’Indo-pacifico, il governo di Nuova Delhi è disposto a cooperare con l’Occidente sui temi quali tecnologia e sicurezza. Ma non è tuttavia intenzionato a legarsi anzi il contesto geo-strategico attuale consente all’India di giocare su più fronti e ritagliarsi spazi per inserirsi come leader nella riorganizzazione globale in corso.

L’India sostituisce la sua ex madrepatria nella classifica del PIL  

A settembre 2022 l’India è emersa come la quinta economia più grande al mondo e sostituisce in classifica proprio il Regno Unito, sua ex madrepatria. Il Fondo monetario internazionale registra come l’economia indiana, ha una crescita del 6,8 %, di molto superiore a quella delle economie del G7. In questo contesto, il governo indiano ha voluto promuovere il suo programma di transizione verso l’energia pulita e consolidare le proprie credenziali come leader mondiale, guidando la cooperazione internazionale.

La Presidenza del G20 2023

La presidenza del G20 è l’occasione che le offre la possibilità di plasmare l’agenda per la cooperazione mondiale. Nel invito per la cena ufficiale di apertura si legge il nome Bharat ossia l’antico nome dell’India presente nella costituzione. Il nome India invece era stato imposto dalla Gran Bretagna durante il periodo coloniale.

I paesi membri del G20 rappresentano nel complesso più del 80% del Pil mondiale, il 75% del commercio e il 60% della popolazione mondiale.

Il primo ministro indiano Narendra Modi non si vuole far sfuggire questa occasione per mostrare come il suo Paese possa ambire ad essere una potenza guida.  Il tema del Summit scelto da Modi è “il mondo è una sola famiglia, un futuro”.  Durante il summit il primo ministro vuole affermare come  il multilateralismo possa essere la chiave per le relazioni geopolitiche, radunare le grandi potenze divergenti attorno al tavolo dei negoziati e rafforzare le proprie credenziali di potenza leader. Contemporaneamente, Nuova Delhi vuole dare voce alle aspirazioni del Sud del mondo, perché sono soprattutto le economie più povere ad assorbire le pressioni dello sconvolgimento internazionale.

Adesso il G20 è il forum ideale, perché riunisce i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo per discutere le sfide della governance mondiale e trovare soluzioni. L’India è in ascesa in un momento storico in cui le grandi potenze mondiali manifestano le proprie vulnerabilità, e si candida e vuole essere la nuova guida dell‘Asia nel XXI secolo.

 

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Gloria Scacchia

Gloria Scacchia

Aspirante giornalista pubblicista, ho lavorato per la Farnesina e l’OSCE, mi interesso di  Diritti Umani, Geopolitica, Società, Cultura e Attualità. Scrivo per Buone Notizie.it e frequento il master e il laboratorio di giornalismo costruttivo

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