Si lavora sugli strumenti per un’economia più sostenibile e inclusiva: carbon tax, economia circolare, energia pulita e sostegno ai Paesi in via di sviluppo.

Il 9 e il 10 luglio 2021 i Ministri delle Finanze e i Governatori delle Banche Centrali (MFGBC) si sono riuniti a Venezia nell’ambito del G20 2021. Prima della riunione dei ministri, però, si è tenuto il Simposio del G20 sul cambiamento climatico. Tre sono i punti importanti che emergono dal comunicato ufficiale in materia clima:

  • la lotta al cambiamento climatico è una priorità urgente e la politica fiscale può contribuire alla causa in modo efficace e inclusivo;
  • per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 sono necessarie politiche coordinate a livello internazionale (multilateralismo);
  • per conseguire gli obiettivi climatici, si offre un mix di strumenti che varia a seconda delle caratteristiche nazionali, dei livelli di sviluppo tecnologico e delle risorse disponibili.

Il G20 di Venezia 2021 si impegna a mettere in campo una serie di azioni concrete per un’economia che sia davvero più equa e green. I membri del G20 ritengono, infatti, che i rischi del cambiamento climatico minaccino la crescita e la prosperità. Hanno deciso, quindi, di integrare in modo sistematico questi pericoli nelle future discussioni di ambito strettamente politico e nel “global risk monitoring and preparedness”. Si tratta di un piano per monitorare il rischio e per saperlo affrontare in modo efficace e pronto.

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Le proposte del G20 a Venezia: cosa fare di concreto per l’ambiente

Per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero di CO2 entro il 2050 (come previsto dall’accordo Onu del 2019 siglato da 66 paesi), nel comunicato ufficiale si elencano le azioni pratiche da adottare:

  • investire in infrastrutture sostenibili
  • sostenere le tecnologie innovative e green
  • decarbonizzare a favore di fonti di energia pulita
  • promuovere l’economia circolare
  • eliminare i sussidi ai combustibili fossili
  • fissare una carbon tax, ossia tassare il carbonio (oggi la CO2 costa solo 3 dollari a tonnellata)
  • fornire incentivi per l’adozione di fonti rinnovabili
  • supportare i paesi in via di sviluppo le cui economie si basano prevalentemente sul carbonio

Proprio su questi temi, infatti, la Presidenza italiana del G20 ha chiesto di elaborare un rapporto per l’incontro di ottobre 2021. Il Fondo Monetario Internazionale e l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) hanno il compito di redigere questo documento.

La Conferenza internazionale sul Clima a Venezia: i temi del dibattito

L’11 luglio, nell’ambito del G20 di Venezia 2021, i deputati del filone finanziario si sono riuniti per la Conferenza internazionale sul clima. La ripresa economica, all’insegna della sostenibilità ambientale, è volontà di tutti i membri del G20. Gli argomenti trattati hanno posto al centro la questione della transizione ecologica: l’obiettivo è costruire economie e società a basse emissioni. Si parte con investimenti verdi e Banche multilaterali di sviluppo. Queste aiuterebbero le economie dei Paesi in via di sviluppo con incentivi per favorire il cambiamento verde. Un altro punto discusso riguarda la comunicazione: occorre divulgare dati economici affidabili e strategie efficaci. Coordinare le politiche a livello internazionale, infatti, fa sì che tutti i Paesi possano beneficiarne. L’interscambio e il dialogo permettono sia di studiare le buone pratiche lì dove hanno funzionato, sia di applicarle trasversalmente a seconda dei contesti.

Già nell’incontro G20 di aprile 2021 i ministri delle finanze e i governatori delle Banche Centrali hanno dichiarato che la protezione dell’ambiente è una priorità assoluta. Nel meeting di aprile, proprio sul tema clima, la Presidenza italiana ha riportato due importanti risultati. Primo, ha aggiornato il Piano d’azione del G20 e vi ha incluso un capitolo volto alla protezione del Pianeta. Secondo, il Gruppo di studio sulla finanza sostenibile è diventato Gruppo di lavoro (Working Group). Il Working Group, approvato dai vertici mondiali, potrà indicare ai governi i prossimi passi da compiere e sarà in grado di delineare una mappa di obiettivi green.

Il Patto di Venezia, un risultato importante per tassare le multinazionali

La Conferenza internazionale sul Clima del G20 di Venezia 2021 ha portato alla firma di un accordo definito “storico”, ossia il Patto di Venezia. Si mette così fine alla corsa al ribasso sulla tassazione delle multinazionali, dumping fiscale nel linguaggio tecnico. In concreto, il patto si articola in due punti. Primo, si fissa una tassazione con aliquota minima al 15% per le multinazionali. Queste, inoltre, dovranno pagare le tasse sui profitti nei Paesi in cui operano. È la prima volta che si raggiunge un traguardo simile. Nonostante gli entusiasmi, sono ancora tre i Paesi europei dubbiosi, cioè Irlanda, Ungheria ed Estonia. La Francia, invece, vorrebbe fissare un’aliquota superiore al 15%. Si attende quindi l’ok ufficiale dei capi di Stato e di Governo previsto per il 30 e 31 ottobre nell’incontro G20 di Roma.

Le proteste degli ambientalisti, chi sono e perché sono contrari al G20

Fuori dai palazzi del G20, dimostrazioni pacifiche e violenti scontri di piazza hanno segnato l’altro volto del meeting. Il messaggio è unico e chiaro: no al G20. Due i gruppi in piazza: “Extinction rebellion” e “We are the tide, you are only G20″, cioè “Noi siamo la marea, voi solo il G20”. “Extinction rebellion” si definisce un movimento internazionale non violento nato dal basso per rispondere alla crisi climatica. Il gruppo chiede tre cose. Innanzitutto, che i governi dicano la verità sull’emergenza ambientale in atto; che le emissioni di gas serra raggiungano lo zero entro il 2025; infine, che un’assemblea di cittadini affianchi i governi. Il movimento crede che il G20 proponga soluzioni non sufficienti a ridurre l’inquinamento in modo drastico. Il G20, inoltre, non è democratico perché non coinvolge la comunità. Il gruppo chiede alle autorità dei piani d’azione con scadenze, strumenti precisi e chiarezza nell’impiego dei fondi.

We are the tide, you are only G20” è una piattaforma contro le decisioni prese nei palazzi senza partecipazione di popolo e contraddittorio. “La giornata dell’11 luglio ha mandato un messaggio chiaro: esiste un’opposizione sociale al modello di governo che prevede il privilegio per pochi e la miseria per tanti. […] Contrapporsi, anche in modo conflittuale e radicale, a chi ci governa”. Sono queste le parole che si leggono sulla pagina Facebook del movimento. Il G20 rappresenta un sistema economico che il gruppo non condivide. A loro avviso, infatti, la società di oggi è incentrata solo sul profitto e non si cura del benessere e della salute delle persone. Per questo motivo propongono il reddito di cittadinanza per tutti, un sistema di produzione che ponga al centro la comunità e il ruolo attivo del cittadino nel processo decisionale.

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Francesca Iaquinto

Francesca Iaquinto

Laureata in Lettere Moderne alla Statale di Milano, è stata studentessa di merito presso il Collegio di Milano per 5 anni. Nel dicembre 2019 ha vinto una Borsa di Studio per la scrittura della tesi presso la Duke University (North Carolina). Attualmente è docente di scuola secondaria, proofreader e scrive per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo costruttivo per diventare pubblicista.

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