La proposta di riforma costituzionale presentata dall’attuale governo è stata approvata dal Consiglio dei ministri il 3 novembre. Il disegno di legge è formato da cinque principali articoli e prevede l’elezione diretta del Presidente del Consiglio. La proposta del “premierato” italiano modificherebbe l’attuale forma di governo e il rapporto tra eletti ed elettori. L’iter per la riforma costituzionale è normato dalla Costituzione stessa ed è stato avviato diverse volte nel corso della storia della Repubblica italiana. Analizzare la riforma costituzionale in senso lato e le diverse prospettive della proposta nello specifico permette

La riforma costituzionale tra ordinamento e prassi

La riforma costituzionale è disciplinata dall’articolo 138 della Costituzione. Quest’ultimo ne definisce i quorum, le tempistiche e le modalità. Infatti, ai sensi dell’articolo, le “leggi di revisione della Costituzione sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi“. Inoltre, sono approvate “a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione“.

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Nel caso in cui la seconda votazione non raggiunga la maggioranza di due terzi, si procede con il referendum popolare. L’articolo 139, invece, ne individua il limite, ossia la forma repubblicana (insieme ai suoi principi fondamentali, secondo la dottrina). La Corte costituzionale è l’organo garante che si occupa di verificare la conformità dell’ordinamento alla Costituzione. La costituzione italiana è scritta, rigida e costituisce la legge fondamentale al vertice della gerarchia delle fonti all’interno dell’ordinamento giuridico.

Questo comporta che la sua modifica prevede una procedura lunga e aggravata per tutelarne il contenuto. In riferimento a ciò, anche a causa del largo consenso richiesto, i tentativi incompiuti di riforma sono molto più numerosi delle modifiche – 21 leggi costituzionali dalla prima nel 1963 – effettivamente avvenute. Una delle ultime in tal senso è avvenuta a settembre con l’introduzione dell’attività sportiva all’interno della carta costituzionale.

La proposta del premierato italiano

La coalizione di governo si era accordata a fine ottobre sul disegno di legge da presentare ufficialmente al Consiglio dei ministri. La proposta si focalizza sull’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri. Nello specifico, dal comunicato stampa del 3 novembre emerge la volontà di razionalizzare il rapporto di fiducia, rafforzare la stabilità dei Governi e valorizzare il ruolo del corpo elettorale. Il disegno di legge costituzionale è formato da cinque “versanti”.

Nel primo si introduce la legittimazione diretta del Presidente del Consigli, il quale deve essere scelto tra i parlamentari. Gli altri due chiariscono la durata e la cessazione del mandato. Infine, gli ultimi due si occupano di modificare il relativo sistema elettorale e il sistema dei senatori a vita. Nella conferenza stampa del 3 novembre, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha specificato che: “Vengono sostanzialmente, in questo provvedimento, modificati quattro articoli della Costituzione“. Inoltre. è stata ribadita la volontà di “garantire quella stabilità che è una condizione sostanziale dal nostro punto di vista per costruire una strategia e per avere una credibilità a livello nazionale e a livello internazionale“.

Rispetto al programma elettorale del partito di governo, la proposta si distingue per il fatto che non istituirebbe un vero e proprio presidenzialismo, dove il capo di stato è anche il capo di governo. Secondo un sondaggio realizzato da Quorum/YouTrend per Sky TG24, la maggioranza degli italiani sarebbe favorevole all’elezione diretta. Molti riconoscono l’instabilità governativa come un problema ma non altrettanti sono abbastanza informati sulla tematica.

Un confronto europeo tra pro e contro

Se si osservano le forme di governo degli stati europei, ci si accorge che nessun paese prevede l’elezione diretta del capo di governo. Cipro è l’unica forma di presidenzialismo, cioè dove il capo di Stato coincide con il capo di governo. Mentre le altre forme di semi-presidenzialismo prevedono la sola elezione diretta del capo di Stato.

Elaborazione de "lavoce.info" delle forme di governo degli Stati europei.

Elaborazione de “lavoce.info” delle forme di governo degli Stati europei.

Se da una parte la proposta di revisione costituzionale sembra garantire una maggiore stabilità governativa e una maggiore legittimazione democratica, ciò non significa che sia esente da rischi. Molto probabilmente la proposta verrà modificata nel corso delle procedure, anche perché secondo le stime l’approvazione definitiva non arriverà prima del 2025.

Innanzitutto, una riforma della forma di governo richiede anche una riforma adeguata del sistema elettorale. La mancanza di forme di governo simili da studiare è un’altra problematica. Dal punto di vista socio-politico, poi, tale riforma potrebbe incentivare fenomeni come la personalizzazione politica e la polarizzazione. In particolare, la conservazione dell’attuale ruolo del Presidente della Repubblica potrebbe creare equilibri difficili e precari tra quest’ultimo e il futuro Premier.

In conclusione, la portata della proposta di riforma costituzionale ha sicuramente stimolato la riflessione su problemi strutturali – come la stabilità governativa – della forma di governo italiana. Il dibattito che si svilupperà tra la classe politica, e poi la popolazione, potrebbe favorire la ricerca di meccanismi politici correttivi, anche allargando lo sguardo alle esperienze internazionali.

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Giuseppe Palomba

Giuseppe Palomba

Dottore politologo di matrice napoletana, attualmente studio relazioni internazionali alla Federico II e coltivo la mia ossessione verso l'Unione europea.

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