Un nuovo accordo tra Italia ed Africa è in via di finalizzazione. Difatti, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è subito focalizzata su di un nuovo Piano Mattei, attuato inizialmente dal fondatore dell’Ente Nazionale Idrocarburi Enrico Mattei a cavallo degli anni 60’ con l’idea di una cooperazione non predatoria tra governo italiano e Paesi africani e sviluppato come un modello virtuoso di collaborazione e di crescita in campo politico, economico e culturale.

Tra i principali obiettivi dell’Italia: arrivare entro due anni al totale sganciamento dal gas russo, crescere progressivamente come hub energetico nel Mediterraneo e in Africa Sub-sahariana e condividere un ruolo da protagonista in termini economici con i territori del continente africano: alcuni dei viaggi che caratterizzano il progetto, infatti, hanno visto la premier impegnata in Algeria, in Libia e in Etiopia.

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Nuovo Piano Mattei: una svolta per l’economia italiana

Enrico Mattei fondatore nel 1953 dell’Ente Nazionale Idrocarburi ha sempre avuto in mente un modello di cooperazione nel mercato del petrolio dominato inizialmente dalle grandi compagnie – le cosiddette sette sorelle – tra cui Shell, Texaco e British Petroleum. L’idea di base è stata sempre sostenuta da un rapporto diretto tra Paese produttore e Paese consumatore.

Già vicepresidente dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), Mattei in un secondo momento riceve l’incarico di commissario liquidatore dell’Azienda Generale Italiana Petroli – o per meglio dire AGIP – che non porterà mai a termine e contro tutto e tutti riorganizzerà l’azienda riassumendo i dipendenti, inventando poi il celebre logo del cane a sei zampe.

Nel 1953 il fondatore del Piano decide di convertire l’AGIP in ENI concentrandosi su una politica energetica di successo volta alla ricerca di fonti di approvvigionamento e alla costruzione di nuovi gasdotti. ENI infine diventerà il punto di svolta dell’industria italiana fondando le basi del boom economico legato al fiorente periodo degli anni 60′.

Alessandro Aresu scrittore de “Enrico Mattei e l’Algeria. Un amico indimenticabile” specifica come il fondatore ENI invitasse i Paesi in via di sviluppo a non farsi ingabbiare dalle trappole colonialiste per cui i popoli necessitavano di un supporto costante da parte dei governi occidentali pronti ad indicare il percorso da seguire.

Noi non entriamo più come degli estranei in questi Paesi ma proviamo a cooperare e rispettarli

Enrico Mattei fondatore ENI

L’obiettivo principale del Nuovo Piano Mattei  è garantire alle nazioni africane un maggior guadagno pari al 75% del ricavo totale rispetto alla regola del 50 e 50, un aspetto del tutto nuovo in contrapposizione alle restanti produttrici che fino ad ora hanno presentato un approccio più colonialista.

Giorgia Meloni: i benefici del nuovo Piano Mattei

Proprio dai Paesi africani dovrebbe iniziare il processo che – nel prossimo futuro e grazie al supporto del direttore generale ENI Claudio Descalzi – arriverà a coprire tutta la zona Mediterranea e una buona parte Subsahariana con l’idea di una cooperazione non predatoria, in cui entrambi i partner possano crescere e migliorare. Inoltre, il governo italiano punterà alla totale autonomia dal gas russo per poi progressivamente diventare il principale hub energetico a livello europeo.

Alle parole della premier si sono aggiunte quelle del Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani: “Il decreto Mattei è un’altra scelta che considero di grande importanza perché risponde alla questione migrazione, per la stabilità del Continente africano. L’immigrazione non è un problema che si può risolvere intervenendo solo alla fine del percorso ma a monte”.

Eni e Luiss: Network per la transizione energetica africana

Il 16 e 17 novembre a Roma l’ENI e l’Università Luiss sono stati promotori della conferenza INAET. Nello specifico – la Rete Internazionale per la Transizione Energetica Africana – è stato un evento di portata mondiale che ha riunito istituzioni, università e studiosi internazionali per discutere ed intervenire sulla situazione del continente africano. In effetti, stando ai dati del gruppo editoriale Africa rivista, il territorio beneficia di alcune delle economie più fiorenti su scala globale con un PIL in aumento del 4%. Nello specifico, sono cinque i territori con il tasso di crescita più significativo, tra questi: Ruanda (7,9%), Costa d’Avorio (7,1%), Benin (6,4%), Etiopia (6,0%) e Tanzania (5,6%).

Il congresso ha visto la partecipazione di Paesi africani quali: Algeria, Congo, Egitto, Kenya, Mozambico, Nigeria, Ruanda e Sudafrica. Le priorità principali discusse dai protagonisti dell’evento si sono concentrate su misure specifiche riguardo il cambiamento climatico e sulle prospettive legate alle nuove generazioni in termini di transizione energetica ed economica.

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Vincent Truppo

Vincent Truppo

Tra i miei focus principali, abbattere gli stereotipi che talvolta non danno la possibilità di conoscere realmente chi ci circonda, la definizione del termine stereotipo rappresenta appieno il mio lavoro. Con enorme piacere collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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