Il 21 dicembre la Camera ha respinto la proposta di ratifica del Meccanismo europeo di stabilità. Ciò è accaduto poche ore dopo il raggiungimento dell’intesa sul nuovo Patto di stabilità da parte del Consiglio europeo dell’Ecofin (economia e finanza), composto dai ministri dell’Economia di tutti gli Stati membri.

Quest’ultimo ha richiesto un lungo lavorio ed è stato raggiunto in modo inatteso, anche per le modalità con cui si è svolto il Consiglio. I ministri hanno infatti trovato l’accordo in una seduta tenutasi in video call convocata dalla presidenza di turno spagnola. Durante la riunione a prevalere è stato lo spirito di compromesso tra i Paesi “frugali” (rigoristi nella spesa e nella gestione dei fondi pubblici) e quelli che chiedevano margini di libertà in considerazione dei cambiamenti epocali occorsi nel recente passato (in primis la pandemia da Covid).

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Patto di stabilità: cos’è e dove nasce?

Occorre ricordare che il Patto di stabilità e crescita è un accordo internazionale varato nel 1997 ad Amsterdam. Esso si occupa della disciplina delle politiche di bilancio dei Paesi aderenti all’Unione europea. Al fine di regolare in maniera uniforme le politiche fiscali e monetarie dei Paesi membri, si è reso necessario giungere ad un accordo che ponesse determinate regole.

Quest’ultime prevedono il rispetto di alcuni limiti inerenti sostanzialmente il deficit (situazione nella quale le uscite superano le entrate) e il debito pubblico (maturato dallo Stato nei confronti di privati ed enti nazionali/internazionali). Il primo non deve essere superiore al 3% del Prodotto interno lordo (Pil). Il secondo, invece, deve mantenersi al di sotto del 60% del Pil.

Tali regole sono state sospese all’inizio del 2020, per permettere ai Paesi  di fronteggiare al meglio l’epidemia da Covid-19. Tuttavia, a partire da gennaio 2024 il Patto di stabilità riprenderà in pieno la sua vigenza. E il raggiungimento di un accordo, alla luce dell’esperienza del passato e degli effetti della pandemia, era il supremo obiettivo da centrare.

Regole più realistiche di quelle attualmente in vigore”

Viste le aspettative della vigilia, non stupisce dunque che l’intesa raggiunta il 20 dicembre sia stata salutata con grande soddisfazione dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Nel Patto di stabilità sono presenti “cose positive, altre meno”, ha osservato. “L’Italia però ha ottenuto molto”, poiché “ci sono regole più realistiche di quelle attualmente in vigore”. Il ministro Giorgetti ha spiegato che il Patto che è stato sottoscritto dall’Italia “è un accordo […] volto da una parte a una realistica e graduale riduzione del debito, mentre dall’altra guarda agli investimenti specialmente del Pnrr con spirito costruttivo”. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è un piano approvato nel 2021 dal governo italiano per rilanciare l’economia dopo la pandemia da Covid-19.

L’agenzia Ansa sottolinea che nel nuovo Patto di stabilità restano ferme le regole riguardanti le soglie del deficit (3% del Pil) e del debito pubblico (60% del Pil). Con la differenza, però, che “nelle nuove regole sono stati introdotti margini di flessibilità”. (20 dicembre).

La partita giocata dai governi italiano e francese si concentrava proprio sull’ottenimento di “margini di flessibilità” che tenessero conto della situazione specifica dei Paesi. Principi di realismo evidenziati anche dal commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni. Il nuovo Patto di stabilità è “frutto del lodo franco-tedesco”, ha dichiarato all’Ansa. Se tiene certamente conto della “rigida sostenibilità fiscale” richiesta da Berlino, cerca tuttavia “di non affogare la crescita, tenendo presente investimenti e interessi del debito”, come richiesto da Francia e Italia.

Mes e Patto di stabilità: tra stupore e qualche incertezza

Ciò a cui in pochi credevano, invece, è stato il voto negativo con il quale la Camera ha respinto la proposta di ratifica del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. È quanto è accaduto il giorno seguente, giovedì 21 dicembre. E il motivo è presto detto. Da tempo, infatti, commentatori ed analisti suggerivano che vi fosse in corso una trattativa informale tra Ue e Italia. Se quest’ultima avesse ottenuto da Bruxelles un Patto di stabilità a lei congeniale, allora in cambio Roma avrebbe ratificato il Mes. Non va dimenticato infatti che l’Italia è l’unico Paese a non averlo ancora ratificato. Con la conseguenza che la sua entrata in vigore resta sospesa per tutti e 20 i Paesi membri.

Intanto, in attesa di capire quali risvolti avrà la mancata ratifica del Mes, si fanno risicati i tempi per l’approvazione della manovra finanziaria che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre, per evitare l’esercizio provvisorio. Nel frattempo, però, l’Italia porta a casa un Patto di stabilità con qualche margine di flessibilità in più, dal quale ripartire con fiducia.

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Diego B. Panetta

Diego B. Panetta

Giurista con specializzazioni in campo notarile, societario e canonistico. Accanto alle norme, una grande passione per la retta filosofia, senza la quale codici e leggi possono ben poco. Autore di tre libri, collabora inoltre con riviste specializzate e testate online, tra cui BuoneNotizie.it.

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