Nel 2024 a Trento si potrà guadagnare pedalando. A inizio anno è partito “Bike to work”, il progetto comunale per incentivare la mobilità su due ruote. È una delle 13 iniziative previste dal Piano degli spostamenti casa – lavoro per il 2024 del Comune di Trento. L’obiettivo del piano è quello di rendere più sicuro il percorso casa-lavoro e incentivare l’uso di bici e mezzi pubblici. Insomma, un progetto ambizioso che coniuga salute del pianeta e salute dei cittadini.

Bike to work: il progetto del Comune di Trento

In questa prima fase del progetto Bike to work sono stati coinvolti 150 dipendenti comunali su base volontaria. Agli impiegati che vanno al lavoro in bicicletta verrà assegnato un rimborso sulla base dei chilometri percorsi. I rimborsi saranno pari a 0,25 euro per ogni chilometro percorso nel tragitto casa-lavoro per un importo massimo di 2 euro al giorno e 20 euro al mese. Per incentivare la partecipazione è anche prevista una competizione su chi percorrerà più chilometri: i primi sette classificati otterranno un premio aggiuntivo da 20 a 50 euro.

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Se la sperimentazione darà risposte positive, il progetto coinvolgerà anche tutta la cittadinanza per gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola. Il Comune ha stanziato 36.000 euro da investire in Bike to work. Sono soldi destinati ai premi dei partecipanti, ma anche a sviluppare il sistema dedicato al monitoraggio e alla certificazione dei chilometri percorsi.

Un piano di mobilità sostenibile

Il progetto Bike to work rientra in un piano più ampio del Comune di Trento per promuovere la mobilità sostenibile e, parallelamente, uno stile di vita attivo per i propri cittadini. Oltre al rimborso per i chilometri pedalati, è prevista una revisione dei percorsi ciclabili in città, in modo da adeguarli ed implementarli. Il piano comprende anche l’introduzione di spogliatoi e docce negli uffici, una misura pragmatica per incentivare l’uso della bicicletta nel tragitto casa-lavoro.

Trento non è la sola città in Italia che guarda al mondo della mobilità sostenibile. Anche Bergamo, Bari, Foggia, Pescara e Reggio Emilia hanno sperimentato progetti simili al Bike to work. A Bergamo un primo progetto di incentivo per chi sceglie di andare al lavoro in biciletta era partito già nel 2020. Inizialmente riservato ai dipendenti del Comune, dal 2022 è stato esteso a tutta la cittadinanza. Se si considera che  il 61% degli italiani possiede almeno una bicicletta (dati dell’osservatorio Findomestic per l’anno 2023), ma solo 1 persona su 4 la usa per andare al lavoro, progetti come Bike to work possono davvero essere un grande incentivo.

Un solo progetto, tanti benefici

Andare al lavoro in biciletta può fare davvero la differenza. È un modo per tenersi attivi, ridurre la sedentarietà e raggiungere i 150 minuti di attività settimanale raccomandati dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità). La bicicletta è un mezzo di trasporto sostenibile, che permette di ridurre l’inquinamento e il traffico in città. Questo rende le strade più sicure e l’aria più respirabile per i cittadini.

Anche dal punto di vista economico ci sono dei vantaggi. I premi del Bike to work sembrano una cifra simbolica, ma facendo un po’ di calcoli le cifre sono più alte di quello che possono sembrare. Una persona che percorre in bicicletta 20 chilometri al giorno, lavorando cinque giorni a settimana, risparmia circa 150 euro al mese rispetto a chi usa un’automobile. Ricevendo un rimborso di 20 centesimi a chilometro, riesce a ottenere la cifra massima di 50 euro al mese. Alla fine del mese avrà quindi 200 euro in più usando la bicicletta invece che la macchina.

bike to work

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Caterina Poli

Caterina Poli

Medico Chirurgo con focus sulla salute materno-infantile. Credo in un tipo di informazione chiara e accessibile a tutti, ma sempre rigorosa. Amo parlare di salute, benessere e diritti. Collaboro con Buonenotizie e partecipo al laboratorio di giornalismo costruttivo.

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