I tafferugli tra studenti e forze dell’ordine, avvenuti di recente a Pisa e Firenze, stanno alimentando il dibattito sul rischio che l’attuale Governo intenda comprimere la libertà di manifestare. Tuttavia, gli ultimi dati evidenziano una realtà rassicurante, poiché quest’anno soltanto in poche manifestazioni si sono verificati incidenti.

I media, d’altro canto, hanno diffuso video di poliziotti a Pisa che colpivano con gli sfollagente alcuni giovani manifestanti, protesi a forzare uno sbarramento dei tutori dell’ordine. Quelle immagini, tuttavia, non ritraggono i minuti precedenti alla carica della polizia che, invece, sono visibili online solo in pochi fotogrammi. La ricostruzione di quei momenti servirà alla magistratura e al Dipartimento della pubblica sicurezza per individuare i motivi dell’azione di forza dei poliziotti, valutarne l’intensità, nonchè per analizzare la condotta dei manifestanti.

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La quasi totalità delle manifestazioni si svolge senza incidenti

I cittadini hanno il diritto di riunirsi pacificamente e senza armi, con il promotore che deve dare tre giorni prima un preavviso al Questore, affinché siano predisposte le misure a tutela della collettività. Determinante è l’interazione tra promotori e uffici questorili, per trovare una sintesi tra l’esigenza di visibilità dei manifestanti e la necessità di preservare l’incolumità pubblica.

Margherita Raggi, studentessa liceale, dopo gli incidenti avvenuti a Pisa si è fatta portavoce dei ragazzi che avevano manifestato. Lei, del movimento studentesco, ha affermato che “negli ultimi anni si è registrata una tendenza a usare la forza nel reprimere manifestazioni pacifiche”. 

Analizzando i dati, dall’inizio della crisi israelo-palestinese nessuna manifestazione è stata vietata. Infatti, dal 7 ottobre 2023 allo scorso 28 febbraio ce ne sono state 1.076, culminate in incidenti in 33 occasioni (3,07%). Inoltre, nel primo bimestre 2024 si sono svolte 2.538 manifestazioni, di cui solo l’1,5% caratterizzato da criticità.

Pertanto, in Italia non è a rischio la libertà di manifestare, ma le forze dell’ordine devono intervenire laddove sono violate le regole dell’evento. Nel rimettere alle inchieste, penale e amministrativa, l’accertamento delle responsabilità, va considerato che a Pisa gli organizzatori non hanno preavvisato l’evento, mentre a Firenze il corteo, che doveva concludersi in una piazza, ha invece tentato di oltrepassarla per raggiungere il consolato U.S.A..

I tafferugli già avvenuti a Firenze

Una situazione confrontabile a quelle di Pisa e di Firenze, caratterizzate da proteste per la situazione a Gaza, si è già verificata nel capoluogo fiorentino. Il 13 maggio 1999, per opporsi all’intervento militare NATO nei Balcani, numerosi manifestanti tentarono di occupare la sede dei Democratici di Sinistra. Inoltre, dopo aver deviato dal percorso, i contestatori cercarono di assaltare il Consolato U.S.A., forzando un cordone della polizia. Ci furono feriti tra forze dell’ordine e dimostranti, che denunciarono alla Procura le “manganellate” ricevute.

Il processo penale si concluse il 28 gennaio 2008, con le condanne a sette anni di reclusione inflitte dal Tribunale di Firenze a tredici manifestanti. Alfio Nicotra, di Rifondazione Comunista, affermò che quella volta ci furono “cariche spropositate per impedire una legittima protesta, con i manifestanti vittime e non responsabili di violenza”.

Il processo, quindi, non ha evidenziato alcun rischio alla libertà di manifestare, sancendo che le forze dell’ordine avevano agito correttamente. All’epoca il Governo era presieduto dall’On. Massimo D’Alema, con l’On. Sergio Mattarella vice premier e l’On. Rosa Russo Jervolino Ministro dell’interno.

La formazione di chi deve garantire la libertà di manifestare

L’ordine pubblico, caratterizzato da molteplici variabili, richiede rapide decisioni. Poiché preparazione e professionalità non si improvvisano, è attivo dal 2008 a Nettuno (Roma) uno specifico Centro di formazione della Polizia di Stato. Lì si insegna come pianificare gli eventi, curando anche gli aspetti psicologici per la gestione dello stress operativo e i profili etici, in modo che l’operatore di polizia possa agire con tolleranza e proporzionato rigore.

Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (SAP), ha dichiarato che “sarebbe utile prevedere un cuscinetto di sicurezza tra le forze dell’ordine e i manifestanti”, che costituisca “una zona invalicabile” , poiché “i poliziotti hanno il dovere di osservare le leggi, non quello di ricevere calci e pugni”.

Manifestanti e poliziotti che si fronteggiano durante una manifestazione

La libertà di manifestare in Italia non è a rischio (foto di Koshu Kunii da Unsplash)

Spetta alla politica valutare l’introduzione di quella linea di demarcazione, così da isolare chi, contravvenendo alle regole, mette a rischio la libertà di manifestare.

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Paolo Maria Pomponio

Paolo Maria Pomponio

Laureato in giurisprudenza, con Master in "Sicurezza, coordinamento interforze e cooperazione internazionale" e in "Comunicazione e media", ho lavorato nel privato e nel pubblico. Appassionato di calcio, che ho praticato, tendo all’ascolto e a un approccio alle cose con una visione d’insieme.

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