La recente adozione, in Italia, del decreto legge che regola il voto fuori sede alle elezioni europee segna un importante passo verso la promozione della partecipazione democratica. Le prossime elezioni europee, le quali si terranno in Italia l’8 e 9 giugno 2024, saranno le prime elezioni in Italia dove sarà possibile votare anche fuori sede. Questa modalità di votazione è presente da tempo in altri Stati europei e rappresenta un’opportunità per aumentare la partecipazione elettorale di un Paese.

Il nuovo decreto legge sul voto fuori sede

Il 21 marzo è stato approvato definitivamente, dal Parlamento italiano, il decreto legge contenente le misure relative alle elezioni del 2024. La commissione Affari costituzionali del Senato, già a metà febbraio, aveva ratificato un emendamento al decreto-legge “Elezioni” per permettere, con particolare riferimento agli studenti, di partecipare al voto durante le prossime elezioni europee anche fuori sede.

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Il provvedimento permetterà per la prima volta in Italia di votare anche al di fuori del proprio comune di residenza, e quindi, nel comune di domicilio o in un capoluogo vicino. L’atto normativo prevede che soltanto per questa consultazione sia introdotto, in via sperimentale, il voto per gli studenti fuori sede. Se la modalità riscontrasse risultati positivi potrebbe essere introdotta definitivamente a favore esclusivamente degli studenti che vivono fuori sede da almeno tre mesi.

A seconda della residenza dello studente fuori sede interessato al voto, l’emendamento propone due procedure distinte. Se lo studente si trova a votare nella stessa circoscrizione del suo comune di residenza, potrà semplicemente recarsi al seggio elettorale nel comune di residenza. In questo caso, la procedura è semplificata poiché la scheda elettorale è identica, essendo entrambe le città parte della stessa circoscrizione.

Per gli studenti fuori sede che risiedono in una città appartenente a una circoscrizione elettorale diversa, la procedura è leggermente più complessa. Dopo aver completato le stesse formalità burocratiche presso il proprio comune di residenza e ottenuto l’autorizzazione, lo studente dovrà recarsi a votare presso i seggi speciali allestiti nel capoluogo della regione in cui è domiciliato.

Le implicazioni positive e il confronto europeo

Prima dell’approvazione del decreto-legge “Elezioni”, l’Italia – insieme a Cipro e Malta – era tra gli unici Paesi dell’Unione europea in cui il voto a distanza fosse possibile solo in circostanze eccezionali. Tutti gli altri sistemi elettorali europei disponevano già di una o più modalità per permettere ai cittadini in mobilità di votare.

Le date specifiche per votare nei diversi paesi alle elezioni europee. Fonte: europe.magazine

Le date specifiche per votare nei diversi Paesi alle elezioni europee. Fonte: europe.magazine

Ad influenzare positivamente l’integrazione di questa modalità in Italia è stata anche la campagna sociale di The Good Lobby, Will e la Rete Voto Sano da Lontano. Rilevante è stata anche l’iniziativa simbolica delle matite a Sanremo. Secondo recenti dati dell’ISTAT, circa tre milioni di cittadini italiani risiedono al di fuori della loro regione di origine. Questo fenomeno, dal punto di vista elettorale, comporta la perdita di un considerevole numero di potenziali voti ad ogni tornata elettorale.

Un recente report realizzato da Davide Muraro per il ComitatoIovotofuorisede e The Good Lobby analizza la questione. Lo studio dimostra come il voto fuori sede, praticato in molti Paesi europei come la Spagna e la Germania, offre una soluzione concreta per garantire il diritto di voto ai cittadini in mobilità. Questo sistema potrebbe contribuire a contrastare fenomeni di corruzione e incrementare l’affluenza alle elezioni.

In conclusione, le soluzioni proposte sono praticabili e potrebbero essere adottate con successo, offrendo a ogni elettore fuori sede l’opportunità di esercitare il proprio diritto di voto alle elezioni europee in modo efficace e sicuro.

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Giuseppe Palomba

Giuseppe Palomba

Dottore politologo di matrice napoletana, attualmente studio relazioni internazionali alla Federico II e coltivo la mia ossessione verso l'Unione europea.

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