Secondo il British Medical Journal i casi di trombosi sono più frequenti sui voli in aereo che per le somministrazioni di AstraZeneca.

Il rischio trombosi dovute alla somministrazione del vaccino AstraZeneca continua far paura.
Solamente pochi giorni fa, a Novegro (Segrate), un uomo di 62 anni ha rinunciato alla propria dose di vaccino una volta scoperto che si trattava del “vaccino che causa trombosi”. A raccontare l’accaduto all’Adnkronos Salute è stato il celebre virologo Fabrizio Pregliasco, presente all’Hub di Novegro in quanto gestito dal Gruppo San Donato a cui fa capo l’Irccs Galeazzi del quale Pregliasco è direttore sanitario: “Quel paziente aveva la paura negli occhi – ha dichiarato il noto virologo – Quando ha saputo che avrebbe ricevuto il vaccino di AstraZeneca ha confessato le sue preoccupazioni, era veramente spaventato. E nonostante le ampie rassicurazioni ricevute in un lungo colloquio, alla fine ha detto no“.

Quello di Novegro non è un caso isolato. Da tutta Italia sono arrivate notizie sul rifiuto del vaccino AstraZeneca, come la denuncia fatta dal Presidente della Regione Sicilia che ad aprile dichiarava: “Su 100 persone 80 dicono no in Sicilia. E’ naturale – ha aggiunto – che la condizione di allarme sia particolarmente elevata, ma abbiano il dovere di credere agli scienziati che dicono che è più pericoloso non vaccinarsi piuttosto che vaccinarsi. Per poter uscire da questo tunnel e smetterla di dichiarare zone rosse c’è una sola soluzione – ha concluso – immunizzare la comunità siciliana, sottoporla a vaccino ed è quello di cui ci stiamo occupando“.

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AstraZeneca e trombosi: lo studio e il confronto del British Medical Journal

Se in Italia l’appeal del siero anglosvedese è quanto mai altalenante – nei frigoriferi rimangono conservate oltre un milione e mezzo di dosi e ne sono state somministrate il 77% di quelle consegnate, rispetto a Pfizer che si attesta invece al 94% – dall’Inghilterra arrivano delle buone notizie sulla sicurezza del vaccino. Infatti secondo il British Medical Journal (BMJ), settimanale inglese pubblicato dalla British Medical Association (BMA), tra le 20 milioni di persone che sono state vaccinate con il vaccino AstraZeneca nel Regno Unito fino ad ora, sono stati segnalati 79 casi di rari coaguli di sangue con piastrine basse e 19 decessi. Ciò equivale a circa un caso ogni 250.000 persone vaccinate, lo 0,0004%, e un decesso su un milione.

Nell’articolo si fa notare anche che circa 100.000 persone di solito sviluppano coaguli di sangue ogni mese nell’UE e si stima che si verifichino 3000 casi al mese nel Regno Unito.  Un dato che diventa ancora più rassicurante se consideriamo il fatto che l’evenienza di trombosi per l’assunzione della pillola anticoncezionale oscilla tra 500 e 1200 casi ogni milione di abitanti, di 1000 casi ogni milione per ogni volo in aereo e per il fumo sale a 1763 casi ogni milione di fumatori.

Trombosi e gli altri vaccini

I casi di trombosi  non caratterizzano solo il vaccino AstraZeneca. Con il vaccino Johnson & Johnson sono stati segnalati “3 casi di trombosi rare e anomale su 4,5 milioni di vaccinati”. A riferirlo è Sabine Straus, capo del Comitato per la farmacovigilanza Prac dell’Agenzia europea del farmaco Ema, aggiungendo “abbiamo poi 35 casi di trombosi cerebrale dei seni venosi Cvst per il vaccino anti-Covid di Pfizer e BioNTech su 54 milioni di vaccinati, e per Moderna 5 casi su 4 milioni di vaccinazioni”. È stato poi spiegato, però, che per Moderna quei casi sono stati registrati a livello mondiale, mentre il numero di vaccinati è solo quello europeo.

Casi di trombosi e Covid-19

Sempre secondo il British Medical Journal, l’infezione da Covid-19 comporta un rischio significativo di sviluppare un coagulo di sangue. Nelle persone con Covid-19, la prevalenza complessiva di embolia polmonare sarebbe del 7,8% e la trombosi venosa profonda dell’11,2% percentuale che sale fino al 23% per coloro che sono finiti in terapia intensiva. Il Covid-19 ha anche portato ad avere un ictus circa l’1,6% delle persone e si stima che il 30% delle persone con Covid-19 svilupperà trombocitopenia, un abbassamento della conta piastrinica. Munir Pirmohamed, presidente della Commissione britannica sui medicinali per uso umano, ha affermato: “Ciò mette in contesto il fatto che il rischio di coaguli è molto più alto con il Covid-19 rispetto a questi eventi estremamente rari che si verificano con il vaccino”.

Prevenzione e sintomi da segnalare al medico

Per quanto riguarda la prevenzione di eventuali rischi, al momento non è ritenuta utile una profilassi (terapia preventiva) per scongiurare eventi di trombosi, ma è importante segnalare gli elementi significativi della propria storia clinica nell’apposito foglio da compilare prima dell’inoculazione. Alcuni sintomi dopo l’inoculazione della prima dose vanno riferiti al medico. Se dopo la vaccinazione compaiono dolore alle articolazioni, alla testa e febbre persistenti per 1 o 2 giorni non dobbiamo allarmarci, si tratta della normale risposta immunitaria del nostro organismo al vaccino. I sintomi a cui prestare attenzione sono descritti dall’Ema nel resoconto sulle rare trombosi e sono: fiato corto, dolore al petto, gonfiore alla gamba persistente, dolore addominale, sintomi neurologici (inclusi mal di testa grave e persistente o visione offuscata), minuscole macchie di sangue sotto la pelle oltre il sito di iniezione.

 

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Giovanni Binda

Giovanni Binda

Giovanni Binda, aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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