In un periodo in cui predomina la digitalizzazione, studi neurologici confermano che la manualità, come la scrittura a mano, stimola maggiormente l’apprendimento e la memoria rispetto alla forma digitale. In Italia, come nel panorama artistico europeo, in controcorrente con l’arte digitale si riscoprono le potenzialità espressive dell’arte di incidere con le proprie mani. Nel 2023 l’Unesco ha riconosciuto la tecnica artigianale dell’incisione su metalli quale Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

La manualità stimola il cervello più della digitazione

La digitalizzazione è più semplice, veloce e pratica rispetto a “carta e penna”. Eppure studi effettuati da neuroscienziati hanno riscontrato, nel passaggio dalla forma manuale alla forma digitale, una perdita dello stimolo nell’apprendimento e nella memoria.

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Sulla testa di studenti delle Università della California e della Norvegia sono stati posizionati degli elettrodi (conduttori che trasportano corrente) e i sensori hanno registrato le attività del cervello durante la scrittura manuale e digitale. L’elettroencefalogramma ha provato che con la scrittura manuale si attivano più aree del cervello contemporaneamente. La maggiore stimolazione ricevuta dal cervello, dovuta al collegamento funzionale dei settori visivo-motorio, facilita l’apprendimento cognitivo e sviluppa la memoria più della scrittura digitale.

Soprattutto nei bambini la manualità, stimolando la coordinazione occhio-mano, potenzia la precisione del gesto e attiva le connessioni di più regioni cerebrali e neuronali. I risultati sono una maggiore facilità nella comprensione di concetti e il rinforzo della memoria. A seguito di queste conferme scientifiche, lo Stato della California ha promulgato la legge 446/2023 con la quale ha stabilito l’obbligo nelle scuole elementari dell’uso della scrittura a mano.

Specularmente, in tutta Europa aprono laboratori di attività manuali e scuole di incisione: l’Accademia Print Workers a Barcellona, il Leeds Engraving Centre in Inghilterra e la Grafische Werkplaats all’Aia. L’Italia rappresenta l’avanguardia dei laboratori di incisione per adulti e bambini. In Sardegna primeggia il Centro Internazionale di Sperimentazione dei Linguaggi Incisori. A Firenze, dove nel 1400 è nata l’incisione a bulino da parte degli orafi su metalli preziosi, prevale l’incisione in oreficeria di stemmi, sigilli e gioielli e la Summer School di Carrara offre corsi di incisione con tecniche tradizionali e sperimentali.

Intervista all’artista incisore Marina Muzzini

A Formello, vicino Roma, nel Centro Incisione e Grafica d’Arte fondato e diretto dal Maestro Vinicio Prizia, ha luogo per tutto il 2024 una rassegna di mostre di artisti italiani e stranieri. Tra questi, abbiamo intervistato Marina Muzzini, vincitrice di prestigiosi premi: «L’impulso dell’uomo a incidere un disegno sulla superficie risale ai primitivi nelle grotte – spiega l’esperta – ma l’arte incisoria come tecnica con uso di metalli, punte e acidi si afferma in Europa intorno al 1400 con Dürer e Mantegna. Nel tempo molti sono stati gli artisti incisori: Rembrandt, Piranesi, Goya, Picasso e Morandi. Prima dell’invenzione della fotografia, l’incisione costituiva l’unico modo per diffondere l’arte e acquaforte e bulino erano le tecniche calcografiche più diffuse. Le opere di Michelangelo o i monumenti erano conosciuti in tutta Europa proprio grazie ai disegni effettuati da artisti su lastre di rame che diventavano la matrice per stampe ad inchiostro».  

Arte grafica Marina Muzzini 'Partita Quantistica" acquaforte

Marina Muzzini “Partita Quantistica” acquaforte su rame.

«In un tempo in cui l’arte digitale ha preso il sopravvento – chiarisce Marina Muzzini ciò che caratterizza l’arte incisoria è il contatto diretto con la materia. La nostra visione è una reazione all’effimera, iper-prodotta e amplificata leggerezza dell’immagine elettronica. Con il nostro gesto identitario vogliamo “incidere” nel reale. L’acquaforte su rame ‘Partita Quantistica’, con la scacchiera che riproduce la curvatura del mondo, indica che, sebbene posizionati in modo gerarchico, siamo tutti giocatori e che ogni singola mossa condiziona la risposta dei molteplici giocatori. L’emozione che provo nell’uso del segno inciso si trasforma in immagine simbolica, assumendo la concretezza della materia».

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Lucia Massi

Lucia Massi

Avvocata, assistente universitaria in U.S.A., interprete del tribunale di Roma e promotrice di cultura italiana presso la F.A.O. Le lauree conseguite in Italia e all’estero, incluso un Ph.D. presso la Columbia University di New York, attengono alle discipline giuridiche e letterarie. Laureata in giornalismo, collabora con BuoneNotizie.it.

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