Il Chief Happiness Officer è una nuova figura, negli organigrammi aziendali, che monitora il livello di soddisfazione e di felicità dei dipendenti nelle aziende. Anche in Italia esistono casi di successo. Di cosa si occupa e su quali basi opera questa nuova figura lavorativa?

Ambienti di lavoro, cambiamenti e nuovi elementi nella gestione

Per un’azienda, ottenere il massimo dell’efficienza dai dipendenti è la chiave del successo, sia nel pubblico che nel privato. Secondo una ricerca pubblicata da Harvard Business Review, il 65% dei lavoratori sostiene di non sentirsi sufficientemente apprezzato nel proprio ambiente lavorativo. Le aziende che hanno un management non preparato ai cambiamenti registrano un calo del fatturato del 32,7%. Nelle nazioni industrializzate si assiste al fenomeno della Great Resignation (dimissioni volontarie di massa), tendenza postpandemica che vede alte percentuali di giovani, tra i 26 e i 35 anni, lasciare l’occupazione ricoperta, alla ricerca di un incarico migliore. Il mondo del lavoro, all’indomani delle esperienze e delle pratiche in uso durante le fasi di lockdown, ha profondamente modificato i suoi ritmi e le sue pratiche. Lo smart working ha ricalibrato il rapporto tra orari e carichi di lavoro e priorità personali a favore di queste ultime.
La gestione degli ambienti professionali, soprattutto in aziende di servizi, richiede un approccio diverso alle incombenze quotidiane.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Chief Happiness Officer: nascita di un fenomeno

La figura del Chief Happiness Officer (acronimo in inglese CHO, responsabile della felicità o della soddisfazione aziendale) nasce negli Stati Uniti negli anni Duemila e si diffonde successivamente nell’Europa Occidentale. Compito del CHO è monitorare il livello di soddisfazione dei dipendenti sul posto del lavoro e mettere in atto strategie per migliorare e incentivare lo spirito collaborativo nelle aziende. L’intera organizzazione aziendale viene rivista in ottica positiva, per aumentare il benessere dei lavoratori. Il modello culturale dell’organizzazione positiva punta alla corporate happiness (felicità aziendale) come strategia concreta: la felicità diventa obiettivo da raggiungere, insieme ai risultati commerciali.

In un’azienda positiva, anche i manager devono avere un approccio positivo alla gestione delle loro responsabilità (positive leadership): l’insoddisfazione dei dipendenti è vista come un rischio al quale far fronte. Infine, un’azienda positiva ha un’organizzazione positiva dei processi (positive organization) e adotta processi disegnati e progettati per generare benessere nei dipendenti. Ad esempio, semplifica al massimo riunioni non necessarie e abolisce il perpetrarsi di pratiche vessatorie.

Come lavora un Chief Happiness Officer

L’attività del responsabile aziendale della soddisfazione viene declinata secondo otto linee guida. Il primo punto fermo consiste nell’investire nel cambiamento aziendale, puntando a raggiungere il più possibile la soddisfazione dei dipendenti. Occorre poi seguire l’evoluzione dei cambiamenti culturali, necessaria in special modo nelle multinazionali e valorizzare l’energia positiva dei singoli dipendenti. Il contributo offerto da ciascun dipendente è cruciale per l’obbiettivo finale.

Il Chief Happiness Officer dovrebbe sviluppare una leadership positiva, coinvolgere i dipendenti nelle attività quotidiane e pianificare il futuro dell’impresa con un approccio positivo. Un dipendente non dovrebbe abnegarsi ciecamente ad una causa professionale che non senta come sua: l’approccio manageriale positivo sta nel cogliere queste sfumature e mettere i collaboratori a proprio agio.

I carichi di lavoro e il management devono organizzati in modo positivo. Al centro di questa nuova forma di organizzazione vi è l’ascolto del dipendente, delle sue esigenze e delle sue priorità. Ciò che è importante per  il singolo, deve essere importante anche per l’azienda.

Nel 2015 Veruscka Gennari e Daniela Di Ciaccio hanno fondato la 2BHappy Agency, agenzia di marketing e comunicazione specializzata nella divulgazione del pensiero positivo e della cultura positiva nelle organizzazioni lavorative. Le due autrici hanno creato un percorso di certificazione, per tanti aspiranti Chief Happiness Officers. Nel 2019 hanno certificato i primi 54 manager della felicità, a conclusione dell’iter di formazione da loro creato.

Casi di successo italiani: Bancolini Symbol ed Heply

L’azienda Bancolini Symbol, nata a Villanova di Castenaso (provincia di Bologna) nel 1978, è stata la prima a importare dall’estero e diffondere il codice a barre in Italia. Nel 2020, dopo più di quarant’anni di età, le redini dell’impresa sono passate alla figlia dei proprietari, Irene Castelli. La Bancolini è attiva nella realizzazione di sistemi per l’identificazione, la raccolta dati e la digitalizzazione delle aziende di logistica. Il cambio al vertice ha coinciso con l’adozione di nuove pratiche, di impronta positiva, volte a modificare l’impostazione verticale e verticistica.

Alcune di queste azioni ricordano le attività peculiari di un Chief Happiness Officer. La rafforzata attenzione alle esigenze del personale ha valorizzato le competenze dei singoli impiegati. Il risultato è stato un aumento del fatturato del 30% rispetto al 2021e l’erogazione di un buono aziendale, contro l’aumento dei prezzi, di 1200 euro.

Heply è un’azienda udinese, nata del 2019 e operante in campo informatico. Seguendo l’impostazione positiva, ha annullato le gerarchie aziendali, sostituendo il responsabile tecnologico (Chief Technology Officer) con un comitato di quattro persone, competenti in materia. Questa strategia è servita a ridurre il peso delle responsabilità, precedentemente concentrate su un’unica persona. Gli obiettivi da raggiungere sono organizzati in compiti settimanali e mensili.

Al raggiungimento dell’obbiettivo i lavoratori ottengono, come premio, un’attività distensiva, da svolgere tutti insieme. Importanza è stata data agli incontri con singoli dipendenti o con gruppi di dipendenti, per migliorare il coinvolgimento attivo dei lavoratori negli affari aziendali. Spazio maggiore, rispetto al passato, hanno guadagnato le riunioni periodiche di discussione dei risultati e l’ascolto ai dipendenti. Nel 2021, l’azienda ha aumentato il fatturato del 50% rispetto all’anno precedente e ha avviato la certificazione dei bilanci con CreditSafe, piattaforma web che valuta la solidità delle aziende.

Leggi anche:

Le professioni del futuro: dati e persone al centro

Condividi su:
Donatella Bruni

Donatella Bruni

Mi occupo di economia, lavoro e società, con uno sguardo alle dinamiche del lavoro, ai consumi e ai cambiamenti della società (fisica e digitale). Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici