Recenti studi neuro-scientifici hanno evidenziato che le aree del cervello che elaborano il linguaggio coinvolgono anche i movimenti corporei in quanto sono fisicamente prossime a quelle responsabili dei gesti. Ciò spiega perché si gesticola anche quando si parla al cellulare. Le ricerche sul linguaggio indicano che le persone valutano una comunicazione per il 55% sul linguaggio del corpo ed il restante per il tono e le parole pronunciate.

Cosa succede durante un colloquio di lavoro? Abbiamo intervistato un esperto per comprendere il linguaggio del corpo da evitare o da valorizzare durante un colloquio.

Intervista allo psicologo Davide Caricchi: come evitare malintesi col linguaggio “non verbale”

Davide Caricchi, psicologo ed esperto nella comunicazione derivante dal linguaggio del corpo, in esclusiva per Buonenotizie.it, svela alcuni consigli utili per affrontare un colloquio di lavoro e non solo.

«Il corpo ha un’incredibile potenza comunicativa – spiega il dottor Caricchi – uno sguardo o un gesto inconsulto forniscono informazioni all’intervistatore. I sentimenti si comunicano anche senza l’uso delle parole. Il primo “messaggio” che si invia in un colloquio di lavoro è con lo sguardo. Mai abbassare lo sguardo perché ciò significa “fuga” e indisponibilità al confronto. Quando siamo in soggezione, abbassare lo sguardo avviene in modo istintivo per sottrarsi allo sguardo indagatore dell’intervistatore, determinando una distanza da chi ci intimorisce e ha potere su di noi».

Al contrario, come ha chiarificato l’esperto, nella dinamica degli sguardi il contatto visivo deve comunicare apertura e fiducia. Tenere gli occhi aperti e lo sguardo attento trasmette un elevato livello di interesse per l’interlocutore. Lo sguardo va modulato a seconda del contesto e mai troppo prolungato per non risultare invadente.

Il sorriso: l’arma vincente per un colloquio

Nonostante l’emozione, il sorriso è la miglior risorsa durante un colloquio di lavoro. Gli studi mostrano che il sorriso incoraggia il datore di lavoro all’assunzione.

«Il secondo segnale che si invia – continua l’esperto – è con il sorriso. Il riso, attivando 12 muscoli facciali, produce endorfine che hanno proprietà analgesiche e riducono il livello di stress. Il sorriso rende l’interazione iniziale accogliente e predispone ad accettare la conversazione. Attenzione però al sorriso “non convinto” che maschera altri sentimenti, come la frustrazione e che, se riconosciuto, può provocare reazioni inaspettate. Infine, parlando dei messaggi facciali, cautela a non alzare le sopracciglia perché è un gesto che indica sorpresa, ma potrebbe anche inviare un messaggio di disgusto. Segue quindi la stretta di mano. Anche le mani tradiscono le nostre emozioni: le mani sudate sono un messaggio di agitazione. La tensione emotiva stimola il sistema nervoso simpatico attivando la secrezione del sudore delle ghiandole sudoripare localizzate nelle mani».  

La comunicazione inconscia attraverso il corpo

I gesti, come “una finestra aperta”, rivelano emozioni e la postura è una reazione inconscia a protezione delle aree vulnerabili dell’Io.

«Durante il colloquio evitate la postura curva che può essere indicativa di problematiche di insicurezza, pessimismo e, nei casi più seri, di un disturbo depressivo – suggerisce CaricchiLa postura eretta e “aperta” riduce i livelli di stress, ma cautela a non essere troppo rilassati, come per esempio quando seduti si occupa più spazio del necessario (che è indice di posizione dominante). Inoltre, evitate di tamburellare con le dita e di spostarvi continuamente sulla sedia: sono manifestazioni di uno stato di ansia. Incrociare le braccia durante un colloquio indica una posizione di chiusura o comunque un atteggiamento difensivo, per non parlare dei pugni chiusi che sono un gesto di rabbia. Il gesto di scrollare le spalle rivela incertezza, mancanza di una soluzione a portata di mano, mentre il gesto delle braccia tese verso il basso e con le mani aperte serve a tranquillizzare l’interlocutore».

Il recruiter è una persona in carne ed ossa al quale fare domande per valutare l’offerta di lavoro e con il quale avere un approccio di confronto e di reciprocità: il linguaggio del corpo ne gioverà.

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Lucia Massi

Avvocata, assistente universitaria in U.S.A., interprete del tribunale di Roma e promotrice di cultura italiana presso la F.A.O. Le lauree conseguite in Italia e all’estero, incluso un Ph.D. presso la Columbia University di New York, attengono alle discipline giuridiche e letterarie. Laureata in giornalismo, collabora con BuoneNotizie.it.

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