Nel 2023 l’osservatorio città clima di Legambiente ha documentato un aumento del 22% dei fenomeni climatici estremi in Italia rispetto all’anno precedente, con un totale di 378 eventi e un impatto economico complessivo superiore agli 11 miliardi di euro.
È evidente che i cambiamenti climatici stanno esacerbando i fenomeni meteorologici in Italia e in tutto il mondo. Di fronte a questa tendenza, l’assicurazione sulla casa contro gli eventi atmosferici si sta affermando come una necessità imprescindibile per garantire un’adeguata protezione al patrimonio immobiliare.
Italiani scoperti contro le calamità naturali: solo il 5% è assicurato
A differenza di molti altri paesi, in Italia non esiste ancora un sistema organico per garantire ai proprietari di immobili i risarcimenti in caso di eventi estremi. Come emerge dall’ultimo rapporto dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA) solo una piccola percentuale di italiani, circa il 5%, possiede attualmente una copertura contro i danni causati dalle calamità naturali.
Tuttavia, se fino a quindici anni fa questo tipo di assicurazione era quasi inesistente, recentemente si è osservato un rapido aumento, stimolato anche da incentivi come la detrazione fiscale del 19% sul premio per le polizze contro incendi e fenomeni meteorologici estremi.
L’assicurazione casa contro gli eventi atmosferici generalmente fornisce una copertura economica per i danni causati da pioggia, grandine, fulmini e forti venti. Questo tipo di polizza offre un indennizzo per deterioramenti ai componenti dell’abitazione quali vetrate, tapparelle, pannelli solari, verande e guasti all’impianto elettrico e agli elettrodomestici.
Secondo il Consorzio italiano per l’ingegneria delle assicurazioni e della sicurezza (CINEAS) per una protezione adeguata è importante considerare anche la copertura dei danni indiretti, come i costi di ricostruzione, le spese di sgombero e demolizione, e prevedere un rimborso per il mancato godimento dell’immobile durante i lavori di ripristino.
Polizze casa: verso un sistema pubblico-privato
Fino ad ora, i costi di ricostruzione sono stati sopportati dallo Stato attraverso finanziamenti pubblici e agevolazioni fiscali, un sistema che però ha mostrato limiti significativi come inefficienze e ritardi.
Con la legge di bilancio del 30 dicembre 2023, il governo italiano ha introdotto per le aziende l’obbligo di sottoscrivere polizze contro i rischi catastrofali a partire dal 2024. Questa misura è volta a mitigare l’esposizione al rischio, incentivando gli investimenti in sicurezza e prevenzione e consentendo una più efficiente ripartizione dei costi delle coperture assicurative tra i soggetti coinvolti. Un sistema che aiuta ad affrontare con maggiore resilienza le sfide poste dagli eventi estremi, tutelando il tessuto produttivo nazionale.
Tuttavia, il mercato assicurativo per i rischi catastrofali presenta alcune sfide. Uno dei principali ostacoli è la volatilità dei premi, che possono subire forti oscillazioni in risposta alle calamità naturali. Questa instabilità rende difficile per le famiglie e le aziende pianificare le spese in modo affidabile, specialmente in tempi di incertezza economica.
Come Spagna e Turchia possono ispirare l’Italia
Per superare questi limiti e garantire una maggiore stabilità per imprese e famiglie esposte, alcuni paesi hanno sviluppato dei sistemi pubblico-privati, con il coinvolgimento dello Stato nel fornire coperture o riassicurazioni.
In Spagna, il Consorzio di compensazione assicurativa (Consorcio de compensación de seguros – CCS) prevede un sovrapprezzo obbligatorio sui premi delle polizze private per finanziare un fondo statale che copre danni da calamità come terremoti, alluvioni e attacchi terroristici.
Mentre in Turchia il Consorzio di assicurazione contro le catastrofi (Turkish catastrophe insurance pool – TCIP) è un piano pubblico-privato che rende obbligatoria l’assicurazione antisismica per gli edifici residenziali.
L’introduzione di sistemi pubblico-privati simili a quelli spagnolo e turco potrebbe rappresentare una soluzione vantaggiosa anche per l’Italia. Questo approccio consentirebbe di attingere alle competenze e alle risorse del settore privato, garantendo al contempo un adeguato sostegno statale per rendere le polizze casa accessibili ad un’ampia fetta della popolazione.

