La situazione attuale pone sotto i riflettori un’esigenza che oggi è ancora più urgente di ieri: trovare lavoro.

Che il coronavirus sia stato artefice della perdita di molti posti di lavoro è indiscutibile, come è altrettanto vero che trovare lavoro con il clima che si respira sia diventata una vetta da scalare per tutti. Soprattutto per quanto riguarda le donne. È quanto emerge dal focus “Ripartire dalla risorsa donna” della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.

Si registrano infatti 470mila occupate in meno, tra secondo trimestre 2019 e 2020 per un calo nell’anno del 4,7%. Su 100 posti di lavoro persi (in tutto 841mila), quelli femminili rappresentano il 55,9%. Al confronto, l’occupazione maschile ha dato prova di maggior tenuta, registrando un decremento del 2,7% (371 mila occupati).

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L’altra fascia della società investita a livello professionale dall’epidemia e che ancora stenta a risollevarsi è quella dei giovani. Giovani che per trovare lavoro dovranno assumersi la responsabilità di molte decisioni negli anni a venire.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) afferma che un giovane su sei ha smesso di lavorare da quando è scoppiata la pandemia. In un report dell’agenzia delle Nazioni Unite si sottolinea come i giovani siano stati colpiti in modo sproporzionato rispetto ad altre fasce della popolazione.

Partendo da questi presupposti viene da domandarsi come poter ricucire il rapporto tra giovani e aziende, fermo restando che senza un’intervento esterno ago e filo non serviranno a niente.

Trovare lavoro sarà solo il primo step. A seguire ci si dovrà immergere, a seconda nel contesto, in uno scenario ricco di pretese alle quali non sempre è facile rispondere “presente”. Vediamo comunque come affrontare il primo step.

Come affrontare un colloquio di lavoro

Trovare una nuova occupazione non è una cosa da prendere con superficialità, specie di questi tempi.

È molto importante, per esempio, la fase in cui ci si presenta all’azienda, ovvero il colloquio.

Spesse volte abbiamo l’opportunità di parlare di noi e della nostra carriera come primo confronto con l’esaminatore. È bene giocarsi questa carta nel miglior modo possibile cercando di apparire preparati per acquisire punti a nostro favore.

Molti esaminatori vi metteranno alla prova facendovi elencare tre pregi e tre difetti che vi appartengono. Niente panico. L’importante è studiare l’azienda tenendo a mente che anche un difetto può in qualche modo essere visto come punto a favore.

Lo stesso vale per i punti di forza. Una volta inquadrata l’azienda, bisogna cercare di esporsi cercando di ottenere il massimo profitto.

Decisivo è descrivere la propria storia lavorativa, selezionando le esperienze più recenti, senza scendere nei dettagli ed evitando di omettere le esperienze più importanti. Se ci sono punti in comune con la posizione per la quale si concorre, meglio approfondire.

Nella fase in cui ti verrà richiesto perché l’azienda debba scegliere proprio te ci sono tre possibilità di interfacciarsi con l’esaminatore.

  • L’approccio multifocale: sottolineare sia i vantaggi che apporteresti all’azienda, sia i benefici che trarresti dal fatto di lavorare al suo interno.
  • L’approccio da esperto: ti fa emergere rispetto ad altri candidati con un profilo molto simile. Se hai già parlato delle tue competenze tecniche durante la fase iniziale del colloquio, quando rispondi a questa domanda metti in luce l’interesse per il settore in cui l’azienda opera e le opportunità che propone.
  • L’approccio da problem solver: nel caso si stia affrontando un colloquio per ricoprire una posizione di livello manageriale, è possibile che l’azienda stia cercando una persona con capacità di risolvere problemi potenziali oppure già in atto. Metti in luce la tua capacità di pensare in prospettiva, focalizzandoti sulle possibili sfide che l’azienda potrebbe affrontare in futuro.

Le skills: cosa sono e perché sono importanti per chi cerca lavoro

Trovare lavoro richiede delle skills. Le skills sono le abilità che un lavoratore mette in azione per gestire il rapporto con l’impiego che va a ricoprire e con gli altri membri del gruppo.

Si dividono in hard skills e soft skills.

Le prime ci forniscono il background del lavoratore circa la sua formazione e le sue competenze: l’utilizzo dello specifico software, del mezzo per scaricare merce, le capacità di vendita etc.

Le seconde invece ci aiutano a stilare un profilo caratteriale utile a capire come si interfaccerà il lavoratore con il resto del gruppo, quali saranno i suoi punti deboli e i suoi punti di forza nel rapporto con i suoi superiori, la capacità di risolvere un determinato problema o coadiuvare col proprio intervento una proposta di soluzione espressa da altri.

Alcune soft skills fondamentali per poter affrontare la giornata di lavoro

Gestione dello stress. Una delle skills più richieste è la gestione dello stress all’interno di un team di lavoro. I rapporti interpersonali sono alla base della costruzione di un buon ambiente di lavoro. Un buon ambiente di lavoro, di conseguenza, conduce l’impresa a raggiungere risultati nettamente migliori compiendo meno fatica.

Intelligenza emotiva. La capacità di saper leggere le emozioni altrui permette al lavoratore di controllare l’umore e i propri stati d’animo.

Problem solving. È molto apprezzata all’interno delle aziende la capacità di raggiungere attraverso logica e creatività una soluzione valida a risolvere un determinato problema

Pensiero critico. Le esperienze passate formano il bagaglio tecnico-culturale-emotivo del candidato che saprà distinguersi dagli altri candidati facendone uso e non seguendo la massa. Anche questo è molto apprezzato dalle aziende.

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Giovanni Cugliari

Giovanni Cugliari

Giovanni Cugliari collabora con BuoneNotizie.it grazie allo stage annesso al percorso di formazione dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo per diventare giornalista pubblicista.

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