Chi ha detto che giocare alle costruzioni, da adulti, sia una perdita di tempo? Lego Serious Play sfata questo mito: il gioco e l’utilizzo delle mani per creare e progettare situazioni aiuta a pensare soluzioni nel mondo reale.

Come nasce Lego Serious Play

Nel 1994 l’amministratore delegato di Lego, Kjeld Kirk Kristiansen, inizia a chiedersi come innovare l’esperienza di gioco: l’avvento dei videogame stava modificato la dimensione ludica, spostandola dal piano reale a quello virtuale. Per continuare a inanellare i successi commerciali ottenuti nel passato, Kristiansen decise di assoldare un gruppo di consulenti, contattati per ripensare tanto le strategie di marketing quanto quelle produttive. Il risultato di vari esperimenti, valutazioni e prove fu la creazione del metodo Lego Serious Play, nel 2001, nato dalla collaborazione tra la divisione Education di Lego e l’International Institute for Management Development, con sede a Losanna.

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La filosofia

Al centro della filosofia di Lego Serious Play ci sono le persone, ovvero i componenti di un sistema aziendale che possono, vogliono e meritano di operare bene all’interno della realtà per la quale lavorano. Ciascun individuo ha idee strategiche: deve essere supportato e aiutato a tirarle fuori. L’operazione di elicitazione (parola che significa, appunto, estrapolare) viene facilitata dall’utilizzo delle costruzioni giocattolo. Questa tecnica permette di sviluppare le competenze manuali: la mano realizza, tasta gli elementi di uno spazio, colloca i Lego in un preciso contesto spaziale. Il movimento imprime, nella mente, il percorso immaginativo che ha portato alla costruzione di un modello. Si sviluppa, così, l’hand knowledge.

La stimolazione sensoriale ha riscontri positivi. Migliora l’orientamento spaziale; migliora le capacità organizzative; provoca eccitazione e senso di gratificazione per il lavoro svolto. Inoltre, la costruzione di modelli situazionali con mattoncini aiuta a rallentare l’attività del cervello e a pensare in maniera meno frenetica.

Come si svolge una sessione

La sessione di Lego Serious Play ha uno scopo ben preciso: facilitare il pensiero critico dei partecipanti. Questo compito viene assolto da un facilitatore, qualifica riconosciuta a livello internazionale, che si ottiene dopo aver superato un esame di certificazione. Il facilitatore pone delle domande e sottopone i giocatori ad una serie di sfide. In genere, queste sfide rappresentano nuovi obiettivi, in termini di fatturato o di acquisizione clienti, per l’azienda che sceglie di imparare giocando. La chiave di volta sta nel trovare soluzioni creative, costruendo delle rappresentazioni con i mattoncini.

Esistono quattro kit di costruzioni, a seconda quanto complesso sia il contesto di utilizzo dei Lego. Questi kit prendono il nome di Starter Kit, Identity Kit, Landscape Kit, Connection Kit. Il modello costruito è discusso e condiviso con gli altri partecipanti. Segue, infine, un momento per riflettere, collettivamente, e confrontarsi ancora sui risultati della sessione.

Sette sono le Application Techniques (tecniche di applicazione) per condurre una sessione di gioco. Queste prendono il nome di: costruzione di modelli individuali; costruzione di modelli collettivi; creazione di uno scenario; realizzazione di connessioni; costruzione di un sistema; gestione delle emergenze; definizione dei principi guida. Quanto più la sfida, posta ai giocatori, è complessa, tanto più si prosegue nell’applicare le varie tecniche risolutive, dalla prima all’ultima.

Casi di successo

Quando Lego Serious Play viene applicato alle realtà aziendali, i risultati portano al raggiungimento di obiettivi prefissati. Questo il caso di Reti SPA, azienda di Busto Arsizio specializzata in consulenze, che ha sempre creduto nella formazione. Adottando il metodo Lego per agevolare il confronto tra i manager, Reti SPA ha migliorato la percezione dell’identità aziendale e il flusso organizzativo, efficientando i processi produttivi e contribuendo a elaborare un sistema di gestione della qualità interno all’azienda.

Percorso similare intraprese, a suo tempo, la Cargeas Assicurazioni, divisione assicurativa di Ubi Banca, oggi confluita in Intesa Sanpaolo Assicurazioni. Obiettivo della formazione fu, anche in quel caso, l’efficientamento dei processi aziendali, la creazione di valore aggiunto e il miglioramento dei risultati.

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Donatella Bruni

Donatella Bruni

Mi occupo di economia, lavoro e società, con uno sguardo alle dinamiche del lavoro, ai consumi e ai cambiamenti della società (fisica e digitale). Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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