“Per sconfiggere il terrorismo non bastano i servizi di intelligence, non bastano i mezzi militari, non bastano la politica e la diplomazia. E’ necessario che ci sia anche un’autodisciplina dei mass media perché i mass media, prigionieri della competizione che regola il mondo dell’informazione, si stanno rivelando, seppure involontariamente, i principali alleati dei terroristi, lo strumento che determina in gran parte il risultato politico di attentati, agguati e rapimenti”.
A lanciare l’allarme sul ruolo dei mass media come “complici involontari” dei terroristi è Rolf Tophoven, uno dei massimi esperti occidentali di terrorismo islamico. Da anni dirige un importante centro per le ricerche sul terrorismo e la politica di sicurezza e che tra i suoi compiti ha quello di elaborare analisi e previsioni sui gruppi islamici impegnati nella lotta armata per conto del governo tedesco e di vari governi dell’Unione europea. Analisi e previsioni che assumono toni sempre più allarmati e pessimistici.
“E’ ormai chiaro – dice Tophoven – che nella strategia di tutti i terroristi, ma in particolare di quelli islamici, i mass media hanno una funzione centrale: quella di diffondere e moltiplicare il messaggio politico contenuto in ogni attentato. Nella logica dei terroristi l’effetto politico di un attentato è determinato dalla risonanza che l’attentato riesce a suscitare. E tale compito è affidato agli organi di informazione. Senza la loro involontaria collaborazione l’attentato non avrebbe senso, sarebbe inutile nell’ottica degli stessi terroristi”.
“E’ chiaro che più il fatto è atroce più forte è il messaggio. […] Ci pensano poi i mass media a fare da cassa di risonanza al messaggio che è lo scopo dell’atto terroristico”.
“Staccare la spina permetterebbe certamente di frenare il terrorismo. Ma questo non è possibile. In Occidente la libertà di informazione è un pilastro della democrazia. E poi il mondo dell’informazione, sia quello cartaceo che elettronico, è fortemente competitivo: autocensurarsi su fatti così drammatici significherebbe regalare lettori alla testata rivale senza raggiungere l’effetto voluto. Penso però che davanti all’impressionante aumento della spirale del terrore molto presto i governi dovranno affrontare il problema del ruolo dei mass media nella lotta al terrorismo. […] Sarebbe già un passo avanti un’intesa generale tra gli operatori del settore per ridurre la risonanza e l’impatto emotivo che viene dato alle imprese di chi per lanciare messaggi politici ricorre a mezzi criminali”.
Bravi! Continuate così! Il terrorismo mediatico fa danni economici incalcolabili….
I media sono controllati dalla massoneria che è una associazione a delinquere ben ramificata. Perciò fa ridere il fatto che i media siano complici! Il terrorismo è e sarà sempre principalmente mediatico! Risultato: masse spaventate più docili e gestibili dalle politiche sempre più pesanti e opprimenti.
UNA PIAGA SENZA FINE.
Non sono d’accordo con quella teoria: Campi di concentramento et Olocausto avevano cominciato già prima 1940. Solo dopo la guerra che il mondo intero a scoperto la loro esistenza.No il giornalismo non un alleato del terrorismo islamico. No, il popolo non é una lumaca ; le sue emozioni sono il motor della sua riflessione, della presa di coscienza, e del impegno.
Guardi che non è un’opinione su cui lei può dirsi favorevole o contrario, sono i risultati di ricerche fatte da specialisti, i quali affermano che l’impatto degli attentati è amplificato dalla “collaborazione” dei mass media. Qui purtroppo non si parla di popolo ma di “massa” (tant’è che si chiamano “mass” media) e la massa non fa riflessioni, non prende coscienza e non si impegna (quelli sono gli individui). La massa è irrazionale e guidata dalla pancia ed è a quest’ultima che i media si rivolgono (così come i politici).
Ciò non toglie che il giornalismo sia (e debba essere) il cane da guardia di ogni Stato di diritto e debba rimanere libero ed indipendente (più facile a dirsi che a farsi) ma concordo sul fatto che mai come oggi ci sia bisogno di un giornalismo diverso, in grado di spiegare la complessità delle cose e di raccontare anche ciò che di buono e positivo succede nel mondo. Se il bene non ce lo fanno mai vedere come possiamo perseguirlo?
be ci ero arrivato anche io se togli e non fai vedere che loro hanno fatto quel azione i bulli e il terrorismo avrebbe vita breve vuoi che te o publico mi paghi e ti metti in fila se posso e ho tempo te lo pubblico
Non è collaborazione involontaria. Forse i giornalisti – e dico forse – non ne saranno al corrente, ma il piano è consapevole ed è in mano a chi ha i fondi per finanziare i media: diffondere il terrore per favorire il controllo di polizia su ognuno di noi. Sono d’accordo con Diego.