Una base di valori solidi, obiettivi costruttivi e benefici per tutti, che non siano solo il creare business, è il filo conduttore dei rappresentanti dei media più innovativi, che si sono incontrati al Transformational Media Summit (TMS) a Parigi nei giorni scorsi. Il 61% degli intervistati in un recente sondaggio del quotidiano La Croix ritiene che i media lascino troppo spazio alle cattive notizie. La gente ha sempre più voglia di un’informazione meno catastrofista, più attenta al lato positivo della vita. Una tendenza che sta prendendo sempre più piede anche tra le grandi testate giornalistiche, le quali si stanno attrezzando a colmare questo vuoto giornalistico con rubriche di notizie positive. Lo stesso Huffington Post ha creato una rubrica intitolata “Good News”.

Stessa percezione anche dalla Spagna, dove prende diffusione la tendenza al giornalismo costruttivo (ne abbiamo parlato qui), che in molti sono propensi a definire il giornalismo di un futuro non molto lontano. Jorge Dobner, creatore di enPositivo, dichiara: “I media tradizionali pubblicano solo una parte della realtà, noi pubblichiamo l’altra parte”.

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Gilles Vanderpooten è il managing editor di Reporters d’Espoirs, un’associazione che spinge i media a un’informazione più costruttiva, sostenibile, solidale, che punti a inserire linee editoriali e sezioni speciali in appoggio a un giornalismo costruttivo, capace di dare risalto alle soluzioni e di spingere la gente ad agire al meglio nelle situazioni problematiche. I media francesi che hanno appoggiato l’iniziativa hanno accolto il favore di un vasto pubblico, come lo speciale “Libé des solutions”, in collaborazione con Libération, che ha aumentato il proprio fatturato del 22% in sette anni di pubblicazione.

Il fondatore di Reporters d’Espoirs è Laurent de Cherisey. Il suo impegno per un integrazione alla vita normale dei disabili è partito dal grave incidente che ha reso disabile la sorella. Da quell’evento è cominciato un lungo crescendo di iniziative legate al sociale, come la pubblicazione di “Bâtisseurs d’Espoir”, 164.000 copie vendute. Si tratta delle storie, raccolte in giro per il mondo, di coloro che per iniziativa personale hanno migliorato la vita delle loro comunità. Oggi Reporters d’Espoirs conta il sostegno di partner importanti, come Philippe Starck, il guru dei designer e di Philippe Pozzo di Borgo, autore del libro “Second souffle”, che ha ispirato il film “Intouchables” (“Quasi Amici” nella versione italiana), il quale ha versato in beneficenza all’associazione il 5% dei proventi del film, vincitore del Golden Globe 2013.

Tra gli interventi più lungimiranti del TMS c’è quello di Jeremy Wickremer, co-fondatore di Trasformational Media Initiative (TMI), una rete globale di changemakers e professionisti dei media, indirizzati alla creazione di un’informazione che sia di supporto all’umanità. Il suo intervento al summit è fortemente ispirante. Jeremy sostiene che è fondamentale scovare sempre la grande domanda che sta nascosta sotto i fatti, anche i più piccoli. I sogni sono condizionati dai luoghi nei quali si vive e dai contesti, chi vive al caldo avrà il sogno del fresco e viceversa. Porsi la domanda adatta, che riguarda quel contesto, porta la risposta che può condurre al vero benessere per tutti.

BuoneNotizie.it ha trovato conferma dell’importanza della sua linea editoriale costruttiva, non focalizzata sui problemi, ma sulla loro soluzione, non bloccata nell’immobilismo del pessimismo, ma spinta all’azione creativa, non venduta al catastrofismo, ma indirizzata all’incoraggiamento e alla speranza: veri motori di una società giusta, matura e di reale successo. BuoneNotizie è diventato partner del network TMI nel luglio del 2014.

Stefania Cornali

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