Poi circa 10 anni fa, due ricercatrici hanno finalmente classificato, schematizzato e definito un nuovo modello chiamandolo “giornalismo costruttivo”, che io considero un’evoluzione di quello che avevo adottato fino a quel momento e che le due ricercatrici hanno definito “giornalismo positivo” come hanno evidenziato in questo schema (clicca per ingrandirlo):
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Tra i grandi media italiani, ancora nessuno sa cosa sia il giornalismo costruttivo. Chi ne parla lo fa a sproposito, confondendolo con le “buone notizie”. In Nord Europa e negli Stati Uniti invece il giornalismo costruttivo è già diventato un mega-trend: colossi come New York Times, Huffington Post, BBC, The Guardian, le tv di stato nord-europee e molti altri, hanno già adottato con successo questo nuovo modello.
Vogliamo cogliere un momento favorevole. Si sa, l’Italia arriva sempre 5 o 10 anni dopo che gli altri hanno già innovato: non è più il tempo dei grandi inventori come Leonardo da Vinci, Guglielmo Marconi, o Adriano Olivetti: gli italiani oggi preferiscono copiare le idee che hanno già avuto successo altrove, come fu per il Grande Fratello, nato in Olanda. Ne sa qualcosa anche il nostro Corriere della Sera, che nel 2017 ha lanciato l’inserto “Buone Notizie”. Ma su questa storia scriverò un articolo a parte.
Noi vogliamo esserci! Non sappiamo quando finalmente anche gli editori italiani si sveglieranno. Noi vogliamo farci trovare pronti quando questa rivoluzione arriverà anche nel nostro “bel paese”! E sono certo che arriverà. Ecco dunque cosa abbiamo pensato di fare… Scopri di più![:]

Silvio Malvolti. Sono il fondatore di questa testata e presiedo l’omonima Associazione dal 2004, oggi ridenominata Ass.Italiana Giornalismo Costruttivo, editrice di BuoneNotizie.it. Ho collaborato con RCS, IlSole24ORE ed Edicola Italiana. Alcuni miei progetti sono stati premiati da Apple, la Presidenza della Repubblica e molti altri. La visione del mondo passa anche dai media e dall’informazione. Dirigo il percorso formativo per diventare giornalisti pubblicisti.