Il CREA, cioè il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, è il più autorevole ente italiano di ricerca nutrizionale controllato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Nel 2018 ha curato l’uscita della revisione del documento delle Linee Guida per una sana alimentazione che ha lo scopo di diffondere una adeguata cultura alimentare al fine di salvaguardare la salute della popolazione, strettamente correlata allo stile di vita nutrizionale.

Le Linee Guida sono uno strumento che racchiude raccomandazioni sui comportamenti da tenere e mette in guardia da fake news e imprecisioni che sempre più spesso inquinano il mondo dell’alimentazione con mode e false informazioni. Ci sono alcuni alimenti il cui consumo andrebbe ridotto o addirittura evitato, tra questi rientrano i grassi, gli zuccheri e l’alcol.

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A quanto ammonta il fabbisogno giornaliero di grassi

Ci sono degli alimenti, come la frutta e la verdura, per i quali le Linee Guida incentivano il consumo ed altri per cui il CREA consiglia di ridurre le dosi a causa dell’eccessivo utilizzo medio e delle importanti conseguenze che questo provoca sulla salute. Questo è il caso dei grassi, macronutrienti essenziali per la salute del corpo ma di cui non si dovrebbe abusare.

Per grasso si intendono alcune sostanze chimicamente complesse e con strutture diverse insolubili in acqua. La funzione principale del grasso è quella di accumulare energia in modo concentrato, traducendo l’apporto calorico dei macronutrienti infatti basti pensare che 1 grammo di carboidrati o di proteine sviluppa 4 chilocalorie, mentre 1 solo grammo di grasso ne sviluppa 9.

La quantità di grassi considerata idonea per un’alimentazione equilibrata è compresa tra il 20 e il 35% della quantità giornaliera di chilocalorie. Consumi più alti di queste percentuali ripetuti nel tempo possono compromettere seriamente la salute umana. Per i bambini le quantità di grassi raccomandate sono più alti, intorno al 35 o 40%, in quanto la fase di crescita necessità di un apporto maggiore di questi nutrienti.

L’importanza della qualità nella scelta dei grassi

Tutte le tipologie di grassi forniscono lo stesso quantitativo di energia ma la loro qualità varia a causa delle differenze nella loro struttura chimica, diversi tipi di qualità di grassi hanno diversi effetti sulla salute di chi li assume. I grassi animali contengono più acidi grassi saturi, quelli che sono maggiormente nocivi per il benessere poiché è stato dimostrato che aumentano la probabilità di incorrere in malattie cronico-degenerative.

Sarebbe quindi opportuno limitare il consumo di grassi di origine animale come burro, lardo, panna e strutto privilegiando l’olio d’oliva e i grassi derivanti dal pesce e altri prodotti ittici. Per quanto riguarda le uova la dose raccomandata è tra le 2 e le 4 uova a settimana mentre in merito ai latticini la quantità di grasse è estremamente variabile. Dovrebbero essere preferiti quelli magri, consumati non in aggiunta a un pasto già completo ma come seconda pietanza, accompagnata dalla giusta dose di carboidrati e vegetali.

Il ruolo fondamentale di latte e yogurt in una alimentazione sana

Il latte bovino e i prodotti derivati sono essenziali in una dieta equilibrata e sono raccomandati nelle direttive nutrizionali come le Linee Guida per una sane alimentazione. I benefici derivanti dal consumo di latte e yogurt sono numerosi. Uno fra tutti è l’importante apporto di minerali come calcio, potassio, fosforo e iodio che proviene da questi alimenti. Nello specifico il calcio presente nel latte è meglio assorbito dal corpo rispetto a quello in alcuni vegetali, rendendone preferibile il consumo giornaliero.

Gli yogurt, d’altra parte, aiutano a bilanciare la flora intestinale grazie ai fermenti lattici vivi e forniscono importanti micronutrienti, tra cui vitamine A, D e del gruppo B. Alla luce di queste evidenze è da attenzionare il fenomeno dell’aumento del consumo di prodotti senza lattosio e delle auto-diagnosi di intolleranza che portano a eliminare senza evidenze mediche accertate questi importanti alimenti dalla dieta.

Escludere latte e derivati dalla propria alimentazione senza una ragione medica comprovata potrebbe portare a carenze di elementi vitali come appunto il calcio o la vitamina D. Evitare prodotti con lattosio quando non è necessario potrebbe inoltre ridurre la capacità del corpo di produrre l’enzima lattasi, intensificando o addirittura innescando una intolleranza. In assenza di patologie accertate è quindi raccomandata l’assunzione giornaliera di una dose pari a mediamente 125 grammi di latte o yogurt.

Non esiste una dose di alcol sicura o addirittura benefica per l’organismo

Tra le sostanze da evitare nell’ambito di una alimentazione sana una attenzione particolare va dedicata alle bevande alcoliche. Molte fake news hanno aiutato a diffondere l’idea che un bicchiere di vino al giorno abbia effetti benefici per il fisico e addirittura contribuisca a diminuire l’insorgenza di alcune patologie. Le evidenze scientifiche contenute nelle Linee Guida per la sana alimentazione sfatano questo mito e sostengono che non esiste un consumo di alcol considerabile sicuro o positivo per il corpo umano. In altre parole si può sostenere che bere una qualsiasi dose di alcool porta con se un livello di rischio per la nostra salute.

Ci sono delle quantità di bevande alcoliche che si possono considerare a basso rischio e alle quali le persone non astemie dovrebbero attenersi nei consumi giornalieri. Per gli uomini adulti la dose con rischio basso consiste in 2 unità alcoliche al giorno, per le donne adulte e per gli individui che hanno superato i sessantacinque anni di età la dose scende a una unità alcolica.

Quello che si definisce “unità alcolica” è un indicatore della quantità di etanolo presente in una bevanda e varia da paese a paese. Per l’Italia una unità alcolica è quantificabile nella dose di etanolo presente in un bicchiere di vino da 125 ml e di media gradazione (pari a 12% vol) oppure all’etanolo presente in una lattina di birra da 330 ml a media gradazione (pari a 4,6% vol). La ricerca sottolinea come sotto i 18 anni e in generale per i bambini sia altamente sconsigliata l’introduzione di una qualsiasi dose alcolica.

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Chiara Bastianelli

Chiara Bastianelli

Laurea in Economia e Direzione Aziendale. Project manager in una società di consulenza strategica per le imprese. Appassionata di aziende, finanza e letteratura.

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