Il pensiero computazionale è un processo logico creativo, che viene messo in atto quotidianamente per affrontare e risolvere i problemi, attraverso l’elaborazione di informazioni, con metodologie proprie appartenenti all’ambito matematico.

Questo approccio ha ampi margini di sviluppo nel coding, cioè la scrittura di linguaggi di programmazione destinati ad una macchina. Grazie al coding, gli studenti imparano a sviluppare il pensiero computazionale per risolvere situazioni e problemi complessi.

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Oggi il pensiero computazionale è considerata una abilità indispensabile al pari di leggere, scrivere e contare e quindi non riservata agli informatici. Sono diversi i programmi e le piattaforme utilizzati nelle scuole.

Tra le più note c’è Scratch, un ambiente di programmazione che permette a tutti, anche ai bambini e alle persone inesperte, di realizzare facilmente storie interattive, animazioni e giochi. CoderDojo, invece, è una palestra virtuale per sperimentare le abilità di programmazione. Un altro esempio è la piattaforma Lego Mindstorms, basata sui mattoncini omonomi, che ha una versione didattica con cui è possibile costruire e programmare un vero robot. Minecraft Education, proveniente sempre dal mondo dell’intrattenimento, consente invece di approcciarsi alla programmazione e di sviluppare tutte quelle skills utili a relazionarsi con gli altri in maniera divertente e interattiva.

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Giacomo Capodivento

Giacomo Capodivento

Insegno religione dal 2012. Laureato in Comunicazione e Marketing e studente in Comunicazione e innovazione digitale. Per me occuparmi di comunicazione è una questione politica. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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