Le tonnellate di “oro bianco” raccolto artigianalmente nelle saline in Europa diminuiscono di anno in anno, lasciandoci sommersi da montagne di sale industriale raffinato e privato di molte delle sue originarie proprietà.  

Nonostante ciò, numerose saline continuano a sopravvivere grazie al crescente numero di ecoturisti interessati a esplorare ambienti naturali caratterizzati da un’ampia biodiversità e incuriositi dall’antico mestiere del “contadino del mare”. 

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Saline in Europa: perché stanno scomparendo

“Tra le principali cause del declino e dell’abbandono delle saline in Europa c’è la mancanza di manodopera disposta a sopportare un lavoro complesso ed estenuante come quello del saliniere, ma anche l’elevata disponibilità di sale industriale a basso costo e un mercato sempre più globale”,  spiega Gilda Saraiva, giovane architetto portoghese che, a differenza di molti suoi coetanei, ha deciso di portare avanti l’antica tradizione familiare nelle saline di Figueira da Foz, sulla costa atlantica.

“Siamo rimasti davvero in pochi, e non possiamo neppure trascurare l’impatto negativo del cambiamento climatico, che ogni anno permette di raccogliere sempre minori quantità di sale”, afferma poi la Saraiva.

Se l’acqua di mare, il sole e il vento sono gli unici ingredienti del processo di raccolta, ecologico al 100%, è pur vero che troppo sole, troppo vento o piogge estive frequenti alterano le condizioni a garanzia di un’estrazione ottimale.

Cosa si può fare per salvaguardare gli ambienti salini? L’esempio di Figueira da Foz in Portogallo

Il piccolo comune di Figueira da Foz ha rilevato da privati alcune saline e ha dato vita ad un ecomuseo per raccontare e tramandare la memoria di una delle attività più importanti per l’economia portoghese, proprio nel momento in cui iniziava a registrare un forte declino e a essere dimenticata persino dai discendenti di chi – solo qualche decennio prima – vi si era dedicato con pazienza e passione. 

L’edificio che ospita la parte didattica del museo è stato costruito interamente in legno e all’esterno c’è persino un pedarium, dove è possibile immergere i piedi nell’acqua dal fondale argilloso tipico degli ambienti salini e provarne i benefici sulla propria pelle. Un percorso che si snoda tra le quaranta saline residue (negli anni Sessanta erano più di duecento): oltre a fare trekking, si ammira lavifauna che popola quest’ambiente umido di interesse internazionale, paradiso indiscusso di biodiversità. 

Quello di Figueira da Foz è solo uno dei più recenti esempi virtuosi nel campo dell’ecoturismo, non certo l’unico in Portogallo e in Europa. 

saline museo del sale portogallo

Altri esempi virtuosi in Europa e in Italia

Le saline di Sant Jordi a Maiorca, in Spagna, erano note per il Sal de Cocò. Oggi, sono celebri soprattutto per il ricco ecosistema che vi si è creato attorno e che riesce a sopperire alla diminuzione delle tonnellate di sale estratto.

La Francia conta almeno 15 ecomusei del sale tra Bretagna e Provenza. Ad Aigues Mortes, in Camargue, vengono proposte addirittura visite in treno tra i cumuli di sale, mentre le Saline Reali di Arc-et-Senans in Borgogna progettate nel periodo illuminista sono racchiuse in un complesso architettonico dichiarato Patrimonio dell’Unesco.

A Cervia, il MUSA (Museo del Sale) mantiene viva la memoria del lavoro in salina e degli attrezzi un tempo utilizzati nella produzione. All’esterno si può visitare la salina Camillone, l’unica dove si produce ancora il sale artigianalmente.  

Le Saline di Priolo in provincia di Siracusa pur essendo inattive dalla nascita dell’impianto del polo industriale Siracusa-Priolo Gargallo e danneggiate da un incendio nel luglio 2019, costituiscono un’occasione per il rilancio del territorio e un importante avamposto per la tutela e la conservazione dell’avifauna. È stata eletta Oasi più bella d’Italia dall’Associazione di birdwatching EBN, ed è l’unico luogo in Sicilia dove i fenicotteri hanno nidificato negli ultimi tempi. 

Dunque, se l’antico mestiere del saliniere non può sopravvivere all’inesorabile scorrere del tempo, la conservazione della memoria delle antiche tecniche utilizzate nell’estrazione del sale, la tutela degli ambienti salini e della biodiversità che racchiudono continuano a essere un dovere morale.

biodiversità nelle saline

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Mariarita Persichetti

Mariarita Persichetti

Laureata in Management con una tesi in marketing territoriale. Viaggio, scrivo, fotografo e degusto formaggi. Su Buonenotizie.it parlo di progetti sostenibili e innovativi nel turismo, cultura gastronomica e mondo. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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