Negli ultimi due anni gli interventi di soccorso alpino sono notevolmente aumentati a causa dell’incremento del turismo post-pandemia sulle montagne italiane. I dati sono positivi: l’incremento dell’attività turistica e l’aumento della percentuale di salvataggi ad alta quota riusciti. D’altro canto, l’assistenza degli operatori in caso di emergenza non avrebbe luogo se non fosse salito sensibilmente anche il numero di incidenti. Il tecno-soccorso alpino sta sviluppando nuovi sistemi di intervento con l’obiettivo di ridurre al minimo le vittime della montagna.

Il soccorso alpino in Italia

Il soccorso alpino rappresenta l’intervento di operatori esperti in situazioni di pericolo in montagna. Quando ci si trova ad alta quota, non sapere cosa fare dopo un incidente può diventare ancor più pericoloso dell’incidente stesso. Avere a disposizione un operatore preparato in grado di intervenire e spiegare come agire e comportarsi per non andare incontro al peggio è fondamentale. Con l’aumento degli operatori, anche la tecnologia è venuta in soccorso degli interventi più delicati, a confermarcelo i numeri del CNSAS (Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico) che tengono conto dei salvataggi effettuati nella stagione 2021-2022.

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Il soccorso solitamente prevede un impiego di forze importante, soprattutto se si affrontano operazioni di ricerca di persone scomparse. In questi specifici casi non si conosce la posizione dei dispersi che non hanno attivato app di geolocalizzazione o lasciato informazioni sull’itinerario. Vengono coinvolte figure provenienti da altri enti dello Stato e diventa impegnativo gestire il salvataggio.

Il trend in ascesa riguarda interventi in caso di cadute, malori, perdita d’orientamento, incapacità di proseguire: i codici bianchi rappresentano il 44% degli interventi totali, più 3% rispetto al 2021. Di conseguenza sono aumentati feriti gravi e decessi, rispettivamente dell’8 e 12%. I dati restano costanti, nonostante i ripetuti tentativi di sensibilizzazione del soccorso alpino. Va chiarito che nel 44% sono considerati escursionisti illesi e in un ulteriore 47% feriti poco gravi. Nonostante l’aumento, resta bassa la percentuale di codici rossi e decessi, 7 contro 2%. Numeri che indicano la forte presenza del soccorso alpino sul territorio.

Sensibilizzare il turista inesperto

Più del 50% del soccorso coinvolge gli escursionisti. A questa attività partecipano anche turisti meno esperti che sottovalutano i rischi. Dopo la pandemia il numero di escursionisti ad alta quota ha avuto un’impennata: questa è l’attività più semplice da poter svolgere in sicurezza e all’aria aperta. L’endemica diffusione di turisti poco formati ha dato un’unica certezza: i soccorritori alpini devono diventare professionisti del settore ed essere formati per affrontare ogni tipo di operazione.

La prevenzione e la conoscenza di un territorio sono fondamentali per essere un buon escursionista. Si dovrebbero conoscere i propri limiti per diminuire il rischio verso il quale ci si espone. Il frequentatore medio deve essere sensibilizzato, preparato fisicamente e tecnicamente ad affrontare la montagna; perché nel 95% dei casi non è assicurato. Dal 2022 soltanto l’assicurazione per le piste da sci è diventata obbligatoria: chi frequenta le vette in altre stagioni non deve necessariamente possedere una polizza.

Formare il personale di soccorso

La scuola di formazione per soccorritori alpini impiega una cura particolare nel preparare i veri conoscitori della montagna ad affrontare i pericoli. Con l’aiuto della tecnologia e di sistemi innovativi di soccorso si punta a ridurre al minimo gli incidenti fatali. Gli interventi degli operatori sono prevalentemente di natura sanitaria, ma le missioni di recupero sono quelle che più necessitano di preparazione per intervenire senza errori. L’elicottero è parte integrante del soccorso alpino moderno; viene utilizzato nel 40% dei casi se le condizioni orarie e atmosferiche lo permettono.

Mithos è un simulatore d’elicottero della Training Academy di Varese, tra i migliori sviluppati al mondo, nato con lo scopo di allenare gli equipaggi di soccorso in simulazioni realistiche. Nella fase di riproduzione virtuale viene simulato, attraverso i visori, lo scenario più catastrofico delle operazioni di salvataggio. Grazie a Mithos, che sostituisce la parte d’addestramento su veri elicotteri, la squadra del soccorso alpino italiano è migliorata e ad oggi si attesta tra le migliori al mondo mettendo formazione e sicurezza al primo posto.

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Flavia Santilli

Flavia Santilli

Studio presso l'Università degli Studi de L'Aquila. Ho collaborato con diverse testate. Sportiva agonista e istruttrice di nuoto. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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