I dati sulla dispersione idrica in Italia parlano chiaro, dei circa 10 miliardi di metri cubi all’anno immessi negli acquedotti per gli usi potabili, 4 miliardi sono dispersi durante il trasporto nelle reti. La digitalizzazione nel settore idrico può aiutare ad affrontare la situazione, accrescendo la conoscenza delle infrastrutture, migliorandone la gestione, creando efficienza operativa e intervenendo efficacemente su mitigazione e adattamento.

Cosa vuol dire “digitalizzare il sistema idrico”

Digitalizzare una rete idrica significa mettere in atto un processo che permette di sistematizzare le informazioni raccolte per renderle funzionali a una gestione ottimizzata. “La digitalizzazione permette di convertire dati reali in formato digitale allo scopo di creare archivi organizzati facilmente consultabili” ha dichiarato l’ingegner Cristian Cecchetto, Responsabile Rinnovamento ed Estensione Reti di Alto Trevigiano Servizi SpA, Gestore del Servizio Idrico Integrato nell’ambito Veneto Orientale.

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Quando si parla di digitalizzazione dell’infrastruttura idrica, si fa riferimento principalmente a due tecniche: la distrettualizzazione e la modellazione matematica delle reti. La prima permette di identificare e delimitare delle porzioni di rete da monitorare in tempo reale misurando, ad esempio, portata e pressione delle acque; la seconda, consente di sviluppare una fotografia precisa del sistema acquedottistico e grazie a speciali software, di simulare il comportamento di una condotta. “La sfida sta però nell’integrazione di tutte queste attività – continua Cecchetto – al fine di generare scenari previsionali a supporto delle decisioni. Le applicazioni poi possono essere molteplici, in funzione delle problematiche che ci troviamo ad affrontare. Ad esempio, la ricerca delle perdite, la razionalizzazione delle pressioni, la gestione delle emergenze (PFAS e siccità sono esempi recenti)”.

Investimenti in digitalizzazione

In merito a queste ultime, a gennaio 2023, il ministero dei Trasporti, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR),  ha stanziato 293 milioni di euro per gli investimenti in progetti di riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua e relativi interventi di digitalizzazione e di monitoraggio delle infrastrutture. “Si tratta di una seconda tranche di finanziamenti – dichiara il MiT – in totale sono stati assegnati 900 milioni di euro per 33 interventi volti a ridurre le perdite di acqua potabile nella rete degli acquedotti. Entro il 31 dicembre 2024 circa 45.500 chilometri di condotte a uso potabile saranno attrezzate con strumentazioni e sistemi di controllo innovativi per la localizzazione e la riduzione delle perdite”. Dei 33 progetti selezionati, 19 interessano le regioni del Nord e del Centro e 14 quelle del Sud.

Il primo passo prevede la creazione del modello digitale della rete, delle infrastrutture e degli impianti. Grazie alla modellazione idraulica avanzata, all’ introduzione di concetti di machine learning e strategie di ottimizzazione multi-obiettivo per l’analisi di reti complesse il sistema idrico diventa intelligente. Un esempio è la startup, Aiaqua, spinoff di Unibz, che usa algoritmi deep learning per identificare e prevedere perdite e anomalie e per predire consumi e domanda di acqua al fine di ottimizzare il funzionamento degli impianti.

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Giulia Angelon

Giulia Angelon

Mi piace esplorare l’esistenza, osservandone i misteri e sperimentando la forza creatrice che genera l'atto di comunicare quando nasce dall’ascolto e dal dialogo. Per BuoneNotizie.it scrivo di benessere e innovazione in chiave culturale, imparando l’arte di esserci nelle cose con intensa leggerezza.

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