A gennaio 2023 il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) ha assegnato la seconda tranche di investimenti per la riduzione delle perdite nella rete idrica italiana. Il finanziamento è una parte dei progetti in materia previsti nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), attraverso il quale verranno effettuati interventi di restauro, ammodernamento e digitalizzazione della rete di distribuzione di acqua.

La rete idrica italiana disperde infatti più di un terzo dell’acqua, che così non raggiunge la destinazione prevista (report ISTAT 2022, sugli anni 2019-2021). Inoltre, il 2022 in Italia è stato un anno particolarmente siccitoso con il 46% di acqua caduta in meno, secondo i dati pubblicati mensilmente dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Per questo, attraverso il Pnrr il governo ha previsto quasi 4 miliardi di euro per intervenire sulle perdite della rete idrica, sulla resilienza del sistema agricolo e la creazione di strutture idriche primarie.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici
La rete idrica italiana rinnovata ridurrà gli effetti della siccità

Foto di Shraga Kopstein su Unsplash

La dispersione di acqua nella rete idrica italiana

In media in Italia il 36,2% di tutta l’acqua raccolta viene disperso e non raggiunge la destinazione prevista. Nel caso delle province, in più di un capoluogo su tre si registrano perdite totali superiori al 45% e in alcuni casi la dispersione supera l’80%. Solo un comune su cinque riesce a contenere la dispersione al di sotto del 15%.

Nei capoluoghi italiani la dispersione giornaliera di acqua è di 41 metri cubi, circa 131 litri per abitante (dal report ISTAT 2022 i residenti nelle città principali risultano 17,8 milioni). Inoltre, alle perdite della rete idrica va aggiunta l’inadeguatezza di molti sistemi di stoccaggio. In Italia circa il 53% dell’acqua piovana ritorna nell’atmosfera per evaporazione, dal terreno e dai corpi idrici, e per traspirazione attraverso gli apparati fogliari delle piante.

La ragione principale della dispersione è dovuta alla datazione degli impianti. Secondo il sito Italia Domani, che racconta il Pnrr, il 35% della rete ha infatti tra i trenta e cinquant’anni di età. Le perdite totali della rete idrica hanno ripercussioni ambientali, sociali ed economiche, soprattutto per gli episodi di scarsità idrica sempre più frequenti. Per questo, nel Paese si stanno attivando delle misure per migliorare la gestione di questa fondamentale risorsa.

Gli investimenti complessivi che il governo ha previsto ammontano a 3,9 miliardi di euro. Del totale, 2,9 miliardi provengono dal Pnrr e dovrebbero servire a potenziare e migliorare l’efficienza del sistema idrico nazionale. L’obiettivo del governo è quello di finanziare il potenziamento, il completamento e la manutenzione straordinaria delle infrastrutture di diramazione, stoccaggio e fornitura idrica in tutto il Paese, così da migliorare la qualità dell’acqua e garantire la continuità dell’approvvigionamento nelle aree urbane e nel settore agricolo.

Le manovre previste dal governo nel dettaglio

Circa due miliardi di euro sono destinati a finanziare progetti per le infrastrutture primarie della rete idrica. L’85% degli interventi riguarderà il potenziamento e l’adeguamento delle strutture esistenti. I fondi destinati a questa misura saranno rispettivamente pari a 991 e 779 milioni di euro. Il restante 15% andrà a coprire i costi di adeguamento sismico e la messa in sicurezza delle infrastrutture o a potenziare il volume degli invasi.

Per quanto riguarda il settore agricolo, si intende rendere più costante la disponibilità di acqua per l’irrigazione, per prevenire danni per altre ondate di siccità. L’ammodernamento di un terzo degli attuali sistemi di irrigazione consentirà inoltre di contrastare il prelievo illegale delle acque nelle aree rurali.

Il completamento delle reti di fognatura non ancora ultimate e la realizzazione di nuovi impianti di depurazione rappresenteranno uno snodo importante. La rete fognaria e di depurazione italiana è ad oggi obsoleta e non sempre presente. Per questo risulta spesso non in linea con le direttive europee. Dove possibile, gli impianti per il trattamento delle acque reflue saranno trasformati per consentire il riutilizzo delle acque depurate per scopi irrigui e industriali.

Per quanto riguarda la riduzione delle perdite e l’ammodernamento della rete idrica, saranno investiti ulteriori 900 milioni di euro. A gennaio 2023, il ministero dei Trasporti ha stanziato la seconda tranche per questo investimento, pari a 293 milioni di euro. Il progetto del governo punta alla digitalizzazione di 25 reti per l’acqua potabile. I sistemi di controllo avanzati dovrebbero infatti garantire il monitoraggio di portata e di qualità dell’acqua dei nodi principali e dei punti sensibili della rete.

Condividi su:
Giovanni Beber

Giovanni Beber

Giovanni Beber. Studio Filosofia e Linguaggi della Modernità presso l'Università di Trento e sono il responsabile della comunicazione di un centro giovanile a Rovereto. Collaboro con alcuni blog e riviste. Mi occupo di sostenibilità, ambientale e sociale e di economia e sviluppo.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici