L’Unione europea il 9 dicembre ha approvato la normativa sull’intelligenza artificiale con l’obiettivo di garantirne lo sviluppo e nello stesso tempo di difendere i diritti fondamentali, lo Stato di diritto, la democrazia e la sostenibilità ambientale.

È la prima volta al mondo che viene approvata una legge specifica sull’intelligenza artificiale. Ad annunciarlo è Thierry Breton, il commissario europeo al mercato interno.

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Il testo finale della normativa Ue sull’intelligenza artificiale subirà ulteriori modifiche e affinamenti nelle prossime settimane. Tuttavia, l’intesa garantisce che sarà completato entro la fine della legislatura europea, per poi entrare progressivamente in vigore nei due anni successivi.

A cosa serve la normativa Ue sull’intelligenza artificiale

In più occasioni ci siamo soffermati sul rischio dell’intelligenza artificiale (IA) e del suo utilizzo malevolo, abbiamo riportato le preoccupazioni di OpenAi, un laboratorio di ricerca sull’IA. Ma in cosa consistono questi rischi? Quali possono essere le ripercussioni nella nostra quotidianità? L’intelligenza artificiale velocizza la generazione di testi e quindi anche di notizie false tanto da costringere Google a prendere provvedimenti nel tentativo di limitarne la diffusione.

La proliferazione di notizie false può essere legata ad informazioni inesatte che oggi gli strumenti di intelligenza artificiale producono per loro stessa imperfezione. Le stesse notizie possono essere generate con intenti malevoli rappresentando uno dei pericoli dell’intelligenza artificiale usata in modo improprio e che la normativa vuole regolamentare. Stesso discorso vale per le fotografie: la foto del Papa con il piumino bianco ha fatto il giro del mondo in 24 ore ed era una foto creata a scopo pubblicitario per una sfilata di moda tenutasi a Milano nel mese di settembre scorso.

papa piumino

Foto fake del Papa con il piumino generata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale

La foto è stata inizialmente considerata autentica e condivisa sui social. Ancor prima di scoprire che non era una foto vera ha suscitato l’ira dei detrattori, i cosiddetti haters. Secondo una definizione dell’Accademia della crusca, gli haters sono: “Persone che usano la rete, e in particolare i social network, per esprimere odio o per incitare all’odio verso qualcuno o qualcosa. Dall’inglese hater, ‘odiatore’, a sua volta dal verbo to hate ‘odiare’, in uso in inglese sin dal sec. XIII”. L’Accademia raccoglie studiosi ed esperti di linguistica e filologia della lingua italiana.

Tre categorie di truffe realizzate con l’intelligenza artificiale

Possono essere raggruppate in tre categorie le truffe a cui l’IA fornisce un contributo importante per aumentare la credibilità e la possibilità che molte più persone possano cadere nella trappola.

Truffa informatica: si tratta di metodi e azioni fraudolente messe in atto anche con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Questi messaggi possono includere truffe online, phishing, frodi finanziarie e altre attività illecite che sfruttano l’IA per ingannare le persone.

Phishing avanzato: gli attaccanti utilizzano l’intelligenza artificiale per creare messaggi di phishing più sofisticati e convincenti. Questi messaggi possono sembrare autentici e indurre le persone a rivelare informazioni personali o finanziarie sensibili.

Sextortion e ghostbot: l’IA viene utilizzata per creare immagini false o per simulare conversazioni con persone inesistenti. Queste immagini o conversazioni vengono poi utilizzate per ricattare le vittime.
A questi si aggiungono anche i contenuti audio e video che rinforzano la credibilità di contenuti falsi e che supportano le truffe.

La normativa Ue sull’intelligenza artificiale vuole limitare l’uso di questi metodi.

La regolamentazione dell’uso dei dati biometrici

Per prevenire la falsificazione dei documenti di identità è stato introdotto un chip invisibile, integrato nel passaporto, ad esempio, contenente le impronte digitali. L’intelligenza artificiale velocizza la riproduzione di fotografie nei documenti rilasciati negli anni passati. Per proteggere le informazioni contenute in questo chip, la normativa Ue sull’intelligenza artificiale prevede l’accesso ai dati biometrici solo attraverso l’autorizzazione giudiziaria con lo scopo di ricerca di una persona condannata o sospettata di aver commesso un reato grave. Nei casi in cui occorre utilizzare l’identificazione biometrica in spazi pubblici, la normativa prevede una serie di salvaguardie per garantirne la riservatezza.

Per quanto riguarda invece la consultazione a distanza, possono essere effettuate ricerche da parte degli organi di pubblica sicurezza mirate ad individuare vittime di rapimenti, traffico e sfruttamento sessuale, prevenire minacce terroristiche specifiche e attuali, localizzare o identificare persone sospettate di aver commesso reati come terrorismo, traffico di esseri umani, omicidio o stupro.

Obblighi e divieti della normativa Ue sull’intelligenza artificiale

L’accordo ha lo scopo di tutelare anche i diritti fondamentali, come quello della libertà e della segretezza del voto. L’esempio che rende meglio l’idea è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per influenzare l’esito delle elezioni e il comportamento degli elettori. L’obbligo prevede il monitoraggio da parte delle piattaforme di valutare l’impatto che hanno alcuni messaggi e la loro diffusione.

La normativa Ue sull’intelligenza artificiale vieta la raccolta e la conservazione dei dati relativi a convinzioni politiche, religiose e alla razza; non consente l’uso dell’IA per scaricare foto e video da internet col fine di essere utilizzati per il riconoscimento facciale. Il caso specifico che ha dato spunto ai parlamentari europei per introdurre questo articolo nella normativa è relativo ad un evento dello scorso anno. Nel marzo del 2022, il Garante privacy italiano ha inflitto una multa di 20 milioni di euro alla società statunitense Clearview AI per la raccolta non autorizzata di 10miliardi di immagini facciali. La sanzione include l’obbligo di cancellare le foto e i dati delle persone presenti in Italia. Ha inoltre vietato l’ulteriore raccolta ed ha imposto di designare un rappresentante nell’Unione europea responsabile del trattamento dati.

Misure a sostegno delle piccole e medie imprese e le multe

Sono previste delle misure per sostenere lo sviluppo delle Pmi, le piccole e medie imprese. C’è, infatti, il timore che regole troppo stringenti possano soffocare l’innovazione ma i rischi sono tanti, come indicato in questo stesso articolo. Questo fa pensare che la scelta dell’Ue è un tentativo di cercare un equilibrio tra la regolamentazione e il progresso in questo ambito. Diverso dalla scelta attuata negli Stati Uniti che lascia alle grandi aziende tecnologiche il potere di autoregolarsi.

Sono invece previste multe che partono da 35milioni di euro o commisurate al volume di affari dell’azienda che contravviene ai divieti e agli obblighi indicati nella normativa sull’intelligenza artificiale approvata dall’Unione europea.

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Francesco Ravenda

Francesco Ravenda

Francesco Ravenda, informatico. Appassionato di gestione aziendale e di podcast, attento alle dinamiche sociali, mi piace informare, raccontando. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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