Si è tuffato in mare, ha salvato tre migranti dall’annegamento ed ha arrestato uno degli scafisti: il maresciallo Carmelo Floriddia (in alto, in una foto d’archivio) è l’eroe che ha soccorso i migranti del tragico sbarco avvenuto lunedì scorso sulla spiaggia di Scicli (Ragusa), nel quale hanno perso la vita almeno 13 persone. Ma il militare dell’Arma ha fatto molto di più, perché ha anche bloccato uno degli scafisti che, armato di coltello, stava tentando di far ripartire il barcone e fuggire.

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Lunedì scorso, Floriddia, che è residente a Pozzallo, ma presta servizio presso la Tenenza dei Carabinieri di Scicli, era in servizio di pattugliamento sul litorale di Sampieri con altri colleghi, quando la loro attenzione è stata richiamata dallo scompiglio provocato dallo sbarco di un folto gruppo di migranti. I due scafisti avevano appena spinto giù dal barcone, a colpi di cinghia, i migranti – tra i quali anche donne e bambini. Molti di loro, però, non sapevano nuotare e stavano disperatamente annaspando e gridando aiuto.

Compresa la gravità della situazione, Floriddia, 41 anni sposato con due figli, non ha esitato a lanciarsi in mare e, con l’aiuto di alcuni bagnini e ospiti di un vicino villaggio turistico, è riuscito a raggiungere almeno una decina naufraghi che stavano per soccombere e a portarli a riva, uno dopo l’altro. Tre di questi – due uomini e una donna – grazie al suo tempestivo intervento sono riusciti a sopravvivere, ma per gli altri, nonostante la respirazione bocca a bocca e i prolungati massaggi cardiaci, purtroppo non c’è stato nulla da fare.

Dopodiché Floriddia, accortosi che gli scafisti avevano intenzione di prendere il largo, si è tuffato nuovamente in acqua ed ha nuotato fino al barcone, dove è riuscito a salire a bordo e a bloccare uno dei due scafisti. L’altro scafista che si trovava sul barcone, invece, ha raggiunto a nuoto la spiaggia, dove è stato bloccato mentre tentava la fuga.

“Appena sono arrivato”, ha raccontato Floriddia, “sulla spiaggia c’erano già una decina di persone. Non stavano bene, stavano rimettendo ed erano completamente bagnati. C’erano donne con i bambini in braccio, mentre altri erano un po’ più lontani e gridavano aiuto. Dopo aver tratto in salvo le donne e i bambini, mi sono subito buttato in acqua per aiutare quelli che erano più lontani e non riuscivano a nuotare. Non ricordo quanti ne ho recuperati”.

 “Io, in prima persona”, ha continuato il maresciallo, “ho praticato il massaggio cardiaco a 3 migranti, due uomini e una donna, che era in gravi condizioni e siamo riusciti letteralmente a far espellere loro l’acqua che avevano bevuto. Insieme ad un amico che lavora al 118 e che si trovava in spiaggia, abbiamo cercato in tutti modi di salvare la vita alle altre persone. Abbiamo fatto di tutto per farli riprendere, ma non c’è stato nulla da fare. E’ una scena che non dimenticherò. Non sono un eroe, ho fatto solo il mio dovere”.

 

 

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  • Dario Mongiello ha detto:

    Spesso, ingiustamente, si accusano i carabinieri di non essere presenti in caso di necessità. In realtà la storia che raccontiamo, dimostra il contrario. L’altro giorno, in via Carmagnola a Pinerolo, la pattuglia dei carabinieri di Pinerolo sono fermi al distributore di benzina per il rifornimento di carburante al mezzo di servizio. All’improvviso, dal portoncino del condominio di fronte, esce un uomo M. V. con un bambino di due anni in braccio che urla. “Aiuto mio figlio non respira più.” Dietro all’uomo la moglie, tutti e due sconvolti. “La testa del piccolino era sorretta dal braccio del papà – racconta il nostro testimone – il volto era bianco e in effetti non respirava. Ho visto i due carabinieri che gli sono subito corsi incontro e hanno portato i due genitori con il bambino dentro l’ auto di servizio e, senza pensarci due volte, hanno invertito la marcia e con i sistemi d’emergenza accesi sono andati via verso l’ospedale. In ospedale il bambino viene subito rianimato e per i genitori un grande sospiro di sollievo. Nella foto (repertorio) i carabinieri di fronte all’ospedale Agnelli di Pinerolo. 20.01.2014
    Pultroppo i due eroi, vengono sanzionati dai loro vertici perchè il mezzo di servizio non è un’ambulanza.