Durante il lockdown a causa del Covid le adozioni di animali sono aumentate: merito della generosità degli attivisti e della sensibilizzazione.

Il 2020 non è stato un anno negativo per il mondo animale: nonostante il Covid, per gli animali da compagnia si è trattato dell’anno della svolta. Molti cani e gatti che sembravano ormai destinati a trascorrere la vita nei rifugi sono stati adottati. Secondo l’Enpa le adozioni di animali da compagnia durante il lockdown da Covid sono aumentate addirittura del 15% rispetto al 2019.

Secondo l’ente per la protezione degli animali, nel 2020 ben 8100 cani e 9500 gatti hanno trovato casa, per un totale di ben 17600 animali domestici collocati in tutta Italia. In alcuni casi il numero di adozioni di animali è stato così alto da arrivare a svuotare i canili: a Monza un rifugio per cani abbandonati è rimasto vuoto. Nonostante la pandemia, le famiglie hanno scoperto che la presenza di un amico a quattro zampe può fare la differenza. E non solo perché ti dà una scusa per uscire di casa.

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I dati di Enpa sono incoraggianti anche per quanto riguarda la realtà locale. L’impossibilità di muoversi liberamente ha fatto sì che al Sud, dove la piaga del randagismo è più acuta, le adozioni di animali in loco aumentassero sensibilmente. In Puglia, Sicilia e Campania le adozioni di animali sono aumentate fino al 40%.

La presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, ha così commentato i dati incoraggianti sulle adozioni di animali nel periodo del Covid.

Questo è un piccolo miracolo di questa pandemia. Un miracolo che ha visto protagonisti gli animali presenti nelle nostre case, che con il loro affetto e amore incondizionato ci hanno aiutato in questo momento difficile. Ma va evidenziato anche l’insostituibile ruolo dei volontari, i quali in pieno lockdown hanno incrementato il loro impegno“.

Tutte le realtà, dalle piccole associazioni a quelle più affermate come la LAV (Lega Anti Vivisezione), ci tengono a sottolineare come tenere animali in casa, anche durante il Covid, non comporti alcun rischio per la salute. Le adozioni di animali di persone morte o contagiate dal Covid non sono rischiose per la famiglia affidataria. Spesso, però, proprio il cambiamento delle condizioni di salute o economiche costringono i proprietari di animali a dovervi rinunciare. Ed è qui che il lavoro dei volontari si fa indispensabile.

L’adozione di animali durante il Covid non è stato in alcun modo sconsigliato nemmeno dallo Stato, ma anzi approvato e incoraggiato. Ecco quali consigli possiamo trovare sul sito del Ministero della salute in merito alla presenza di animali in casa durante la pandemia. Il Ministero invita al rispetto delle più elementari norme igieniche, come lavarsi le mani e lavare le zampe al cane se si è stati fuori a passeggio. Gli animali non possono in alcun modo veicolare il Covid: ma per prevenire altri tipi di malattie preesistenti basta rifarsi alle solite raccomandazioni di pulizia e igiene della casa e di tutti i suoi ospiti.

L’interazione con gli animali è fonte di arricchimento interiore, di stimoli sensoriali ed emozionali. In particolare il rapporto con il cane è fondato sulla fiducia e sul rispetto reciproco e contribuisce a migliorare la qualità della vita, anche dal punto di vista emotivo. Una ricerca dell’Università di York ha sottolineato come la presenza di animali abbia migliorato la salute mentale dei padroni. I proprietari di animali domestici intervistati hanno riferito che il proprio animale li ha aiutati ad affrontare meglio emotivamente il lockdown.

Il contatto con un animale accresce la disponibilità relazionale e comunicativa, contribuendo, attraverso la cura e le attenzioni, a sviluppare un impatto positivo sull’umore, riducendo solitudine, stati d’ansia e depressione.

 

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Giulia Zennaro

Giulia Zennaro

sono una giornalista freelance di cultura e società, scrivo come ghostwriter, insegno in una scuola parentale e tengo laboratori di giornalismo per bambini. Scrivo per Hall of Series e theWise Magazine e, naturalmente, BuoneNotizie.it: sono diventata pubblicista grazie al loro laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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