Con ben 315mila tonnellate, nell’ultimo anno l’Italia è tornata al secondo posto per la produzione dell’olio d’oliva, dietro solo alla Spagna.

Siamo, inoltre, il primo Paese consumatore al mondo. Ciò vuol dire che sulle tavole degli italiani l’oro verde è presente tanto quanto pasta e pane. L’85% della produzione si concentra al Sud, tra Puglia, Calabria, Sicilia e Campania, mentre il restante 15% si divide tra Toscana, Liguria, Umbria, Marche e Abruzzo. Con i suoi 49 oli DOP e IGP, l’Italia è il Paese con il maggior numero di certificazioni olivicole in Europa.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Ma se nell’ultimo anno la produzione è aumentata rispetto al precedente, dalle stime del Consiglio Oleicolo Internazionale (COI) siamo ancora lontani dal nostro potenziale produttivo massimo. La situazione potrebbe peggiorare a causa della siccità dei mesi scorsi e dell’aumento dei costi di produzione conseguenti al conflitto russo-ucraino, minando così la solidità di numerose aziende olivicole.

La normativa sull’oleoturismo

L’attività oleoturistica è stata disciplinata per la prima volta nella Legge di Bilancio del 1 gennaio 2020 come attività agricola connessa, ma è solo nel febbraio 2022 che sono stati emanati i decreti attuativi inerenti le linee guida sui requisiti e gli standard minimi di qualità per il suo esercizio.

La legge risponde all’esigenza di tutelare, promuovere e valorizzare, nell’ambito di una offerta turistica di tipo integrato, le aree ad alta vocazione olivicola e le aziende che offrono esperienze legate al mondo dell’olio d’oliva.

È perciò indispensabile mettere in campo una serie di iniziative volte a diffondere sempre più la cultura dell’olio fra turisti e consumatori e sensibilizzare sull’acquisto di prodotti di qualità, diffidando da quelli a basso costo.

Per garantire visibilità a queste attività nel 2020 è nato il Concorso nazionale Turismo dell’Olio, promosso dall’Associazione Nazionale Turismo dell’Olio e ormai giunto alla sua terza edizione.

Il terzo Concorso Nazionale turismo dell’Olio

L’iniziativa si propone di raccogliere best practice ed esperienze nel campo del turismo dell’olio, configurandosi come una grande opportunità per l’imprenditoria giovanile e il rilancio dei territori interessati, ogni giorno impegnati nel ridare valore a questa specifica identità attraverso il racconto degli aspetti sociali e gastronomico-culinari.

Potranno presentare le proprie proposte:

  • aziende olivicole/Frantoi/Cooperative olivicole
  • ristoranti/Pizzerie/Osterie
  • musei dell’olio
  • oleoteche
  • strutture ricettive
  • agenzie di Viaggio/Tour Operator/Altri Enti

Le adesioni al concorso dovranno pervenire tramite sottoscrizione di bandi regionali oppure direttamente alla Segreteria nazionale dell’Associazione entro il 30 ottobre 2022. Sul portale “Turismo dell’Olio” possono essere consultate tutte le esperienze positive presentate nell’arco delle precedenti edizioni.

Turismo dell’olio in Italia e iniziative locali

Non è solo su base nazionale che si sviluppano iniziative legate al mondo dell’oleoturismo, spesso è dal basso che provengono idee di gran successo, come nel caso dei consorzi locali.

Durante la manifestazione “Oliveti Aperti”, il Consorzio di Tutela dell’Olio DOP Riviera Ligure ha messo a punto “I Cammini dell’olio Riviera Ligure DOP”, 13 itinerari di trekking da percorrere a piedi tra gli storici boschi di ulivi che attraversano la Liguria disegnando il profilo del mondo rurale delle province di Imperia, Savona, Genova e La Spezia, con l’aggiunta di una speciale degustazione all’arrivo.

In Umbria, invece, durante tutto il mese di novembre si terrà “Frantoi Aperti”, che celebra l’arrivo dell’olio nuovo nel periodo della frangitura attraverso passeggiate a piedi e in bicicletta tra oliveti e borghi, visite guidate nei centri storici e nei musei tematici, assaggi di pane e olio nelle piazze.

I turisti sentono sempre più il bisogno di partecipare attivamente alle esperienze e scoprire a fondo i segreti legati ad un prodotto con una tradizione secolare come quella dell’olio extravergine d’oliva. E le “attività immersive” possono ricoprire un ruolo fondamentale nel rafforzamento sia dell’offerta territoriale che del legame tra prodotto e paesaggio.

Leggi anche>> Un algoritmo salverà l’olio d’oliva italiano

Condividi su:
Mariarita Persichetti

Mariarita Persichetti

Laureata in Management con una tesi in marketing territoriale. Viaggio, scrivo, fotografo e degusto formaggi. Su Buonenotizie.it parlo di progetti sostenibili e innovativi nel turismo, cultura gastronomica e mondo. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici