Prima in Italia ma non nel mondo: Giorgia Meloni da premier seguirebbe le orme di altre importanti donne nel mondo. Prima donna italiana Presidente del Consiglio leader di Fratelli d’Italia. Meloni vanta anche un secondo record, il suo infatti è il secondo governo più veloce: appena 27 giorni dal 25 settembre 2022, la data delle elezioni. Mentre sui social dilaga #MeloniPremier, bisogna ricordare che sono tante le donne che rivestono o hanno ricoperto il ruolo di primo ministro.

Giorgia Meloni: prima donna premier in Italia

L’Italia ha conosciuto diversi presidenti e tante numerose donne si sono avvicinate a questo ruolo senza successo. Fino ad oggi la massima carica ricoperta da una donna nel nostro Paese è stata quella di presidente del Senato ricoperta da Elisabetta Alberti Casellati, ma non era mai successo che fosse una donna premier a guidare il governo della Repubblica nella storia italiana. Oggi Giorgia Meloni è la donna del primato: prima donna italiana Presidente del Consiglio.

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Di donne che hanno contribuito a infrangere il tetto di cristallo prima di lei, possiamo ricordare la comunista Nilde Jotti, prima donna presidente della Camera, e la leghista Irene Pivetti, presidente della Camera dal 1992 al 1994. Laura Boldrini, anch’essa presidente della Camera, dal 2013 al 2018. Abbiamo avuto anche diverse ministre donne la prima delle quali Tina Anselmi al Lavoro, dal 1976 al 1978, durante il governo Andreotti.

Se in Italia, con Giorgia Meloni premier, vediamo oggi raggiungere questo risultato, nell’anno 2022 il panorama femminile a comando dei Paesi nel resto del mondo è sicuramente diverso dall’Italia. Innanzitutto va detto che, dalla fine degli anni Sessanta ad oggi, sono ben 81 le donne diventate presidenti, considerando tutto il mondo fino alla neo-dimessa Liz Truss in Gran Bretagna.

Dagli anni ’60 con Sirimavo Bandaranaike ad oggi

A guidare la classifica della leadership rosa in Europa è Ursula Von der Leyen, alla guida della Commissione UE e i Paesi del Nord.

Secondo i dati del 2019, al Parlamento europeo siede il 36% di donne. Considerando i 27 Paesi Ue e il Regno Unito, solo il 14,3% dei premier è donna. Tra i presidenti la quota sale appena al 21,4%. L’Europa conta il 30% di ministri donne contro il 19% su scala mondiale, inoltre i Paesi del Nord tengono alto il tasso di women empowerment, presentando un pool di quattro prime ministre e tutte sotto i 59 anni.

Ma per trovare la prima donna che ha ricoperto l’incarico di primo ministro al mondo occorre superare i confini dell’Europa e arrivare in Asia. Nel 1960 venne eletta Sirimavo Bandaranaike come premier di Ceylon e Sri Lanka. Sempre in Asia, dal 2009 è premier del Bangladesh Sheikh Hasina, che aveva già svolto l’incarico dal 1996 al 2001, ed è considerata una delle donne più potenti del mondo, al 28esimo posto nella classifica Forbes. Rimanendo fuori dall’Europa possiamo ricordare l’attuale ministro della Namibia, in Africa, Saara Kuugongelwa-Amadhila, in carica dal marzo 2015. Anche in Togo, nella Repubblica Togolese troviamo una donna premier, Victoire Tomegah Dogbè, in carica dal 2020 e con una lunga esperienza alle Nazioni Unite. Nel Gabon, Repubblica Gabonese, abbiamo Rose Christiane Raponda, prima ministra dal 2020.

Alcuni curiosi primati

La pakistana Benazir Bhutto è la prima ministra ad aver partorito mentre era a capo del governo (a seguire la neozelendese Jacinda Ardern nel 2017). La finlandese Sanna Marin ricopre invece il primato di più giovane leader del mondo, per aver assunto l’incarico a 34 anni nel 2019. Kamala Harris è stata presidente degli Stati Uniti per un’ora e 25 minuti, mentre Joe Biden era sotto anestesia totale per una colonscopia.

Ritornando in Europa, espressione forte della leadership femminile è Ana Brnabic dal 2017 primo ministro della Serbia e seconda donna omosessuale premier dopo l’islandese Jóhanna Sigurðardóttir (2009-2013).

Tornando ad oggi, Giorgia Meloni da premier, condividerà il ruolo in Europa con Elisabeth Borne in Francia e con Nicola Sturgeon in Scozia.

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Carlotta Vercesi

Carlotta Vercesi

Parlo della nostra società e di come essa comunica. Il mio obiettivo è di scardinare la narrazione catastrofista e di raccontare le buone idee senza dimenticare i piani politici, sociali, economici. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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