La parabola ascendente del calcio italiano ha preso l’inclinazione giusta in un 2023 da record. Cinque squadre sono impegnate nelle semifinali europee. Il Napoli, nonostante l’eliminazione dalla Champions League, si è dimostrato all’altezza delle migliori in Europa. Il colpo di coda di questo finale di stagione si fa sentire forte e chiaro dopo la mancata partecipazione ai Mondiali del 2022. Il calcio italiano alza la voce, ma solo il tempo chiarirà se questo basta per uscire dal tunnel nefasto che ci accompagna da anni. Nessuno in Europa fa meglio di noi e l’Italia vola nel ranking UEFA per nazioni. I guadagni ricavati dai club nell’ultimo sprint dell’anno saranno preziosi per garantire al calcio italiano un futuro brillante.

Milan, Inter, Napoli: il calcio italiano si fa grande

L’ultimo euroderby risale a 20 anni fa quando Milan e Inter si sfidarono in vista dell’accesso alla finale più ambita. Era la semifinale di Champions League e il calcio italiano non aveva ancora visto l’ombra della crisi. Oggi il terreno di battaglia resta San Siro ma in palio c’è molto più della finale. Si gioca per riportare il calcio italiano ad un livello dignitoso, quasi invidiabile dalle altre Nazioni. Nell’anno in corso le società italiane si attestano al secondo posto per punti guadagnati nel ranking UEFA.

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Il Napoli vinse l’ultimo scudetto nel ’90, trentatré anni fa. Era il Napoli di Maradona, dove un singolo uomo in campo ribaltava il risultato. Oggi il Napoli si stampa tre coccarde in petto, il terzo scudetto della storia, forse il più bello, traguardo di un progetto a lungo termine nato dalla mente del Presidente De Laurentiis che è stato la chiave di questo successo. La rosa di Spalletti è una delle più forti d’Europa in termini di numeri. Nel frattempo il Presidente non ci pensa due volte e si sbilancia: “Ho vinto lo scudetto e ora cambio il calcio in Italia“.

I club italiani non impattano sull’Italia

Cos’è cambiato rispetto a trent’anni fa: il Napoli del 1989-90 vantava una rosa unicamente tricolore fatta eccezione per tre giocatori: Maradona, argentino, ma un po’ italiano per adozione, e due brasiliani. La squadra di Spalletti della stagione 2022-23 è composta da 27 giocatori di cui solo 8 italiani. Senza ombra di dubbio questo è il secolo dell’interculturalità sportiva, ma concedere più spazio a giocatori stranieri equivale a concederne meno a giocatori italiani. Se ne parla poco per paura delle sterili critiche mediatiche della politically correct. Il dato di fatto è che nei club giocano pochi italiani. Le ripercussioni sul livello del calcio nazionale sono devastanti, pena la mancata qualificazione mondiale.

In Serie A su 220 titolari, gli azzurri sono solo 70. Mancini, Commissario Tecnico della Nazionale, ha provato a spiegare la sua visione del gioco in questi anni. Ne è venuto fuori che i successi dei campionati italiani, come quelli siglati quest’anno, raramente diventano successi per l’Italia stessa. La Nazionale dovrebbe riflettere un campionato di alto livello che porta due club sul tetto d’Europa. Questo se le società avessero a cuore la crescita delle rose giovanili anziché l’acquisto di giocatori che si sono formati fuori. Il Milan, semifinalista di Champions e Campione italiano 2022, conta 6 italiani in squadra su 30 giocatori in rosa: come potrebbero impattare i successi del Diavolo in ottica Nazionale se la società non può garantire giocatori di successo?

Puntare sui guadagni per ricostruire il calcio in Italia

Si deve investire di più sul settore giovanile delle società più ricche: quelle di Serie A. In Nazionale molti giocatori arrivano dalla serie minore, impreparati a terreni di sfida di altissimo livello contro squadre come Francia o Argentina. Affrontare questo tipo di partire con atleti che hanno già esperienze internazionali cambierebbe i risultati in corsa. Un atleta italiano che affronta una finale di Champions può reggere la pressione e rendere meglio in campo rispetto ad un giovane di Serie B che non calca palcoscenici europei. Dopo questo maggio di fuoco si dovrà puntare molto più in alto. Si dovrà destrutturare e ricostruire il calcio italiano da cima a fondo e i le risorse per farlo non mancheranno.

Napoli, Inter e Milan fattureranno dagli 85 ai 100 milioni di euro alla fine della stagione grazie ai risultati ottenuti. Guadagni che permetteranno al calcio italiano di tornare tra i più qualitativi al mondo. Non sarebbe saggio sprecare questa occasione per cambiare le cose. Per permettere ai nostri atleti di crescere tra le fila dei grandi club di Serie A, regalare loro l’opportunità di mettersi in gioco e di prospettare un futuro nel nostro campionato. Dare altresì la possibilità alla Nazionale di scegliere tra rose ricche di giovani campioni. Gli stessi che non vogliano fuggire alla prima occasione perché “in Italia non mi fanno giocare“.

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Flavia Santilli

Flavia Santilli

Studio presso l'Università degli Studi de L'Aquila. Ho collaborato con diverse testate. Sportiva agonista e istruttrice di nuoto. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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