Vincere un torneo non cambia la vita ma convalida la bontà di quello che fai” ha detto Jannik Sinner, la nuova promessa del tennis mondiale, italiano già da un po’. Dopo la vittoria dei China Open di Pechino l’altoatesino ha convalidato una carriera in ascesa che lo consacra al quarto posto nella classifica ATP. Il ventiduenne è uno degli italiani più forti di sempre, ma corre con i piedi di piombo cosciente di poter arrivare molto più lontano. Così è tornato subito al lavoro dopo la vittoria, con gli occhi puntati al prossimo appuntamento di Shanghai.

L’Olimpo del tennis italiano

Sinner è il terzo italiano di sempre ad entrare nella top 5 del tennis mondiale. Prima di lui solo Panatta nel 1976 e Francesca Schiavone nel 2011. Pietrangeli fu terzo, ma solo prima della rivoluzione del tennis professionistico. Il ranking ATP è stabilito in base ai punteggi guadagnati nella stagione ed è in aggiornamento costante: rientrare tra i migliori 5 non garantisce di restarci. Basta chiederlo a Panatta, quarto in ATP per solo tre settimane. Come ha specificato lo stesso Sinner dopo il titolo: “Ci siamo allenati tanto, avevamo grandi aspettative perché vuoi sempre migliorare. Il ranking per me non è così importante, devo migliorare tante cose e c’è ancora tanto lavoro da fare“.

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Conta poco arrivare tra i migliori se non resti tra i migliori. Così la giovane promessa del tennis, con l’umiltà e la dedizione che lo contraddistinguono, esce a testa alta da uno dei tornei più faticosi della sua carriera. La stessa testa che lavorerà ininterrottamente per raggiungere risultati che per una specie di scaramantico tabù nessuno vuole nominare. Allora ci pensa Pietrangeli a 90 anni, il più sfacciato e discusso tennista italiano della storia: “Jannik è un predestinato, basta sentire la sua palla, tira più forte di tutti. Può salire ancora ma deve vincere un Grande Slam e per me ci riuscirà presto. Magari già il prossimo anno“. Parole che pronosticano grandi imprese.

Sinner e la consapevolezza da Slam

Jannik Sinner ci ha insegnato a rendere l’inarrivabile possibile. Lo ha fatto superando in due giorni consecutivi due dei più grandi tennisti mondiali. Alcaraz, secondo in ranking, supera l’altoatesino di 3700 punti. Mentre il russo Medvedev, battuto per la prima volta a Pechino, è avanti di 2300 punti. Non c’è dubbio, se Sinner vuole sperare di entrare nella top 3 del tennis mondiale, di fare breccia nella storia, di cementare anni di duro lavoro, deve puntare ai Grandi Slam. Il primo passo per consolidare l’eco del trionfo è non montarsi la testa e in questo Sinner è il campione indiscusso. C’è un talento da affinare, elementi da perfezionare e competenze da rinforzare, ma Jannik ha tutti i presupporti per puntare in alto. In Cina ha rischiato grosso a causa dell’influenza e contro Dimitrov, solo diciannovesimo nel ranking ATP, che l’ha costretto a un faticoso terzo set. Ha superato una grande prova ipotecando le ATP Finals di Torino che vedranno in campo i tennisti più forti della stagione nel gran chiusone del prossimo novembre. Quando anche l’alieno serbo si piegherà alla promessa azzurra, allora tutto diventerà possibile.

Tennis, per Sinner Shanghai sarà il banco di prova

Non ci sono ancora tutti gli ingredienti per la ricetta del tennista perfetto. Solo Djokovic, forse, ne conosce i segreti. Così Sinner è alla ricerca di quello che manca per agguantare il serbo, alla guida dell’ATP con uno stacco notevole. Nessuno è imbattibile dopotutto. Jannik si impegna duramente per colmare le lacune che l’hanno lasciato indietro fino ad ora. Ha la consapevolezza di essere un talento stimato sulla base dei progressi fisici e mentali raggiunti. Oggi ha imparato un tennis diverso dalle sue corde: il serve and volley, che gli permette di servire e dirigersi subito a rete per rispondere mettendo in crisi l’avversario creando un proprio gioco. Un anno fa era un tennista con talento, ma incapace di variare e costruire la partita. Oggi dicono di lui che conosce a fondo il valore del lavoro e la sua utilità. Sinner lavora da tempo sulla preparazione fisica per imparare a gestire i momenti più stressanti.

Un tennista di alto livello deve saper metabolizzare in fretta una vittoria e una sconfitta. In entrambi i casi la ripresa mentale è difficile. A Shanghai per Sinner sarà la prova del nove, giocherà reduce dal salto di qualità. Sarà consacrazione o no, nel tennis non c’è spazio per nient’altro, la storia va riscritta torneo per torneo. “La storia la conosco, però andare oltre i risultati degli altri non mi dice niente. Non mi interessano i paragoni con il passato, cioè: voglio diventare forte io, Jannik Sinner, la sfida è con me stesso e la storia la costruisco per me, per nessun altro“. Sullo sfondo si intravede una storia da raccontare scritta da un ragazzo di 22 anni dal carattere vincente, ma dalle capacità da esplorare.

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Flavia Santilli

Flavia Santilli

Studio presso l'Università degli Studi de L'Aquila. Ho collaborato con diverse testate. Sportiva agonista e istruttrice di nuoto. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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