Si dice che gli occhi sono lo “specchio dell’anima”, nel senso che riflette in maniera immediata le nostre emozioni, le nostre paure, le nostre sfumature emotive più intime. Quegli stessi occhi sono anche al centro di una tecnica chiamata EMDR e che vede già più di 15.000 psicologi e psicoterapeuti formati in Italia. Un metodo per il trattamento delle condizioni di disagio emotivo e stress, legati a eventi traumatici, che sta ottenendo ottimi risultati. Di cosa si tratta?

EMDR: cos’è ed a cosa serve

La terapia EMDR basata sulla rielaborazione del trauma attraverso la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari è stata scoperta nel 1987. La psicologa californiana Francine Shapiro l’ha successivamente codificata per alleviare lo stress e i sintomi associati ai ricordi traumatici. L’acronimo EMDR sta appunto per “Eye movement desensitization and reprocessing” (Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari).

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La desensibilizzazione nei confronti del ricordo traumatico e la rielaborazione a livello emotivo, cognitivo e corporeo vengono attivati entrambi grazie al movimento degli occhi del paziente che seguono le dita del professionista. Oltre all’uso dei movimenti oculari, esistono anche altre modalità quali il tapping (tamburellamenti) o la stimolazione acustica.

Alcuni confondono questa tecnica con l’ipnosi, ma c’è un’enorme differenza: durante la seduta EMDR la persona rimane vigile e cosciente. Se da un lato l’attenzione torna alle emozioni, ai pensieri e alle sensazioni vissute in passato, dall’altro si mantiene un contatto continuo nel qui e ora, per trovare delle chiavi di lettura diverse dell’evento traumatico così da poterlo integrare nella propria identità e nella propria storia.

Oggi, grazie all’ampio utilizzo della terapia EMDR, con oltre 3mila articoli pubblicati in tutta Europa e nel mondo e tante testimonianze, la validità del trattamento è conosciuta e mostra risultati soddisfacenti in tempi relativamente più brevi rispetto ad altri percorsi psicoterapeutici.

Riprogrammiamo il cervello dopo un evento traumatico

Le ricerche scientifiche dimostrano che le persone che hanno vissuto traumi importanti nel corso della loro vita, riportano segni anche a livello cerebrale. Questa scoperta, avvenuta negli ultimi anni grazie a strumenti di indagine sempre più sofisticati, rafforza il legame tra mente e corpo. Subito dopo aver vissuto un evento traumatico il nostro organismo va incontro ad una serie di reazioni che, nel 70/80% dei casi tendono a risolversi naturalmente, ma cosa succede se questo non avviene?

Alcuni continuano a soffrire per un evento traumatico anche a distanza di molto tempo e questo li riporta a provare le stesse brutte sensazioni inficiando la qualità della loro vita e con l’insorgenza, in alcuni casi, di sintomi fisiche. Questo quadro può delinearsi fino a diventare un Disturbo da Stress Post-Traumatico ed è caratterizzato, appunto, dal “rivivere” continuamente l’evento traumatico. Il nostro cervello è programmato per l’autoguarigione, quando non avviene può essere utile approcciarsi alla tecnica EMDR con la desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari.

Il lavoro con l’EMDR sfrutta il naturale sistema di elaborazione adattiva dell’informazione”, spiega la dottoressa Isabel Fernandez, Presidente dell’associazione per l’EMDR in Italia. “In una condizione guidata e protetta, al sicuro quindi dal rischio di ritraumatizzazione, l’intervento si focalizza sul ricordo disturbante per riattivarne e completarne l’elaborazione interrotta”.

Quando scegliere la terapia EMDR?

Nel 2013 l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha riconosciuto la terapia quale metodo elettivo nella risoluzione dei Disturbi da Stress Post-Traumatico (PTSD).

Kathleen Chard, direttore dei programmi PTSD presso il Cincinnati Department of Veterans Affairs Medical Center e professore di psichiatria e neuroscienze comportamentali ha dichiarato di recente che, grazie ad una sovvenzione di 1,25 milioni di dollari, esaminerà più da vicino la terapia di desensibilizzazione e rielaborazione dei movimenti oculari o EMDR su veterani, primi soccorritori e civili per i prossimi tre anni e si augura, alla fine di questo studio, di ottenere uno strumento in più per tutti per vivere una vita migliore.

Ogni ricordo merita rispetto” come scrive nel suo libro la psicoterapeuta Deborah Korn. Non esistono traumi di serie A e di serie B, ogni persona reagisce in modo diverso alle avversità della vita e, solamente grazie ad un professionista qualificato, è possibile ritrovare la luce in fondo al tunnel.

In Italia l’Associazione EMDR ha già formato più di 15.000 professionisti tra psicologi e psicoterapeuti formati in Italia che operano sia in ambito pubblico che privato. L’Associazione Italiana EMDR è attiva online, sia con un sito dedicato sia con i social, dove è possibile trovare tutte le informazioni riguardanti la terapia della desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari e contatti dei terapisti formati in Italia.

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Carlotta Vercesi

Carlotta Vercesi

Parlo della nostra società e di come essa comunica. Il mio obiettivo è di scardinare la narrazione catastrofista e di raccontare le buone idee senza dimenticare i piani politici, sociali, economici. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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