Un’onda anomala di preoccupazione estrema. Un attacco di panico solitamente si presenta così. Si tratta si un disturbo d’ansia caratterizzato da un profondo senso di paura e accompagnato da molteplici manifestazioni somatiche e cognitive.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), “nel 2020 la prevalenza globale di ansia e depressione è aumentata del 25%”, con cause legate a fattori di stress multipli, tra cui l’isolamento sociale forzato, la solitudine, i sentimenti di paura e la diffusa fragilità di strumenti interiori ed esterni per sostenere tali sfide. Numeri che parlano di una situazione da affrontare con strategie e investimenti ad oggi ancora molto scarsi: nel 2020, come si legge nell’Atlante della salute mentale dell’OMS “i governi di tutto il mondo hanno speso in media poco più del 2% dei loro budget sanitari per la salute mentale”.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Attacchi di panico, l’ansia cresce tra i giovani

Negli ultimi anni è aumentato il numero di giovani che riportano di avere un disagio, spesso collegato all’ansia e che può sfociare nell’attacco di panico – ha recentemente dichiarato a buonenotizie.it Fortunata Pizzoferro, psicologa, psicoterapeuta e vicepresidente dell’ordine degli psicologi del Veneto – Il fatto che sempre più ragazzi manifestino difficoltà emotive e psicologiche può voler dire che tale tipo di disagio è stato in parte sdoganato, ma è evidente che questo incremento è dovuto anche al fatto che sono stati tre anni di grande stress e di confinamento, in un’età in cui si sarebbe portati all’espressione motoria dei propri bisogni e al poter mettere in atto una serie di movimenti per sfogare la propria dimensione emotiva”.

Tra le varie cause ancora da chiarire che possono portare a reagire con un disturbo da ansia, c’è anche la pressione dell’ambiente. Quando ci sono alte aspettative, si accumula tensione, paura per il futuro e timore di non essere all’altezza, stati che possono tradursi in molteplici disturbi, tra cui la fobia sociale, l’agorafobia, o la via somatica del disturbo dell’attacco di panico.

Cos’è l’attacco di panico

L’attacco di panico è un’espressione fisica, una manifestazione specifica caratterizzata da una paura intensa e spesso immotivata, collegata al timore di una morte imminente. Sintomi tipici sono, le palpitazioni, la sudorazione, la nausea, l’intorpidimento, i tremori e una sensazione di soffocamento. Tutti segnali che necessitano di essere approfonditi e compresi con l’aiuto di uno specialista per accertare che rientrino nella categoria degli attacchi di panico. “Spesso, infatti – sottolinea Pizzoferro – quando una persona riferisce di aver avuto un episodio di panico, in realtà potrebbe soffrire di ansia o diverse forme di paura”.

Come affrontare questa difficoltà?

Gli attacchi di panico spesso generano grande spavento, principalmente a causa dell’intensità dell’evento, più che per i danni fisici provocati. Una volta gestita la situazione di emergenza, una delle prime azioni da intraprendere quando si pensa di soffrire di tale disturbo è quella di comprenderne le cause con l’aiuto di un professionista. “L’ansia e il panico sono una sorta di campanello d’allarme, un segnale d’attenzione che mostra che c’è qualcosa che non va – continua Pizzoferro – e che bisognerebbe fermarsi a capire invece di averne paura, ma proprio la paura è la reazione più comune, soprattutto il timore che si ripresenti un episodio simile”.

Nella fase acuta, quando c’è la sensazione che stia sopraggiungendo un attacco di panico, ci sono una serie di tecniche che possono aiutare a ritrovare la calma ed evitare l’effetto domino che scatena poi gli altri sintomi. “Se riesco a coglierlo all’inizio posso bloccare l’iperventilazione e le sue conseguenze – spiega Pizzoferro – perché spesso è proprio l’aumento di ossigeno al cervello che porta a sviluppare palpitazioni, sudorazione eccetera; in generale sono molto utili gli esercizi di respirazione e tutte le terapie di rilassamento; anche i farmaci possono rivelarsi necessari in determinate circostanze, ma è opportuno non limitarsi a questi per evitare dipendenze e per andare a trattare il problema all’origine”.

La paura della paura

L’attacco di panico potrebbe presentarsi anche come evento isolato e molto spesso, il disturbo d’ansia deriva più dalla paura che si ripresenti un attacco, che dall’attacco stesso. Tale disturbo, come specificato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) “si considera accertato (diagnosticato) quando si verificano attacchi ricorrenti e inaspettati seguiti da un periodo di tempo, di almeno un mese, in cui è presente la preoccupazione continua che possano ripresentarsi e avere conseguenze gravi, ad esempio, paura di avere un attacco cardiaco o di impazzire”.

Attività e siti utili per andare alla radice del panico

Gli attacchi di panico, se presi a livello precoce, sono un disturbo dal quale si guarisce molto frequentemente. L’ansia è un’emozione che, come tutte le emozioni, necessita di essere accolta e compresa nella sua complessità. Quando sfocia in manifestazioni estreme che non possono più ritenersi funzionali, la psicoterapia diventa uno strumento di valore per sostenere l’individuo ad affrontare le proprie paure. “Difficilmente le persone che hanno un disturbo da attacco di panico non chiedono aiuto – sostiene Pizzoferro – chi soffre di questo tipo di disagio solitamente chiede soluzioni di qualsiasi tipo purché l’attacco non torni”.

Accanto alla psicoterapia, varie attività possono essere intraprese in autonomia come percorsi coadiuvanti, tra queste, lo yoga, la mindfulness (meditazione di consapevolezza) e altre discipline olistiche. Inoltre, varie associazioni nazionali, come l’Associazione Liberi dal Panico e dall’Ansia e la Lega Italiana contro i Disturbi d’ansia, d’Agorafobia e da attacchi di Panico, propongono gruppi di auto mutuo aiuto e servizi di ascolto telefonico.

Leggi anche:

Paura e ansia: la prevenzione inizia dalla nascita?

Epigenetica. Siamo più dei nostri geni

Condividi su:
Giulia Angelon

Giulia Angelon

Mi piace esplorare l’esistenza, osservandone i misteri e sperimentando la forza creatrice che genera l'atto di comunicare quando nasce dall’ascolto e dal dialogo. Per BuoneNotizie.it scrivo di benessere e innovazione in chiave culturale, imparando l’arte di esserci nelle cose con intensa leggerezza.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici