Il cervello comunica con il cuore e viceversa. Le ricerche scientifiche dell’HeartMath Institute, un istituto che sviluppa strumenti affidabili e scientificamente fondati che pubblica su riviste come l’Harvard Business Review e l’American Journal of Cardiology, dimostrano che, grazie alla coerenza cardiaca, è possibile mettere in allineamento cuore e cervello.
Il cuore è in grado di inviare messaggi al cervello che li recepisce e li interpreta. Queste informazioni possono influenzare in maniera tangibile le percezioni, l’elaborazione emotiva e le prestazioni cognitive. Questo è quanto emerge da uno studio sulla sovraesposizione cardiaca e la comunicazione cuore-cervello pubblicato da “The Journal of the American College of Cardiology” e coordinato dal dottor Jacopo Agrimi del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova.
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SostieniciStress, ansia ed emozioni spiacevoli sono al centro dell’interesse anche di molte aziende. Un recente studio condotto da BVA Doxa sul benessere psicologico dei lavoratori ha rivelato che più dell’80% delle persone intervistate considera il proprio benessere psicologico generale correlato al proprio benessere sul lavoro e viceversa.
Coerenza cardiaca: una silenziosa conversazione dentro di noi
La crescente diffusione delle cosiddette malattie da stile di vita, ha incoraggiato gran parte della popolazione ad intraprendere percorsi naturali per salvaguardare il benessere psico-fisico. L’obiettivo principale si è spostato dalla guarigione alla prevenzione.
Il 74% delle morti totali al mondo è collegato allo stile di vita. Questo dato, confermato nel 2023 dai World Health Statistics – rapporti annuali sulle statistiche sanitarie mondiali dell’OMS -, ci aiuta a capire l’urgenza della divulgazione dei temi legati al benessere.
«Le pratiche di coerenza cardiaca – racconta Lara Lucaccioni, Master Trainer di Yoga della risata, autrice del libro “Ridi Ama Vivi” e principale formatrice italiana di questa pratica-, ovvero uno stato psicofisico ottimale, sono fortemente rigeneranti e portatrici di equilibrio, centratura, chiarezza cerebrale e lucidità mentale. Si tratta di tecniche intenzionali, accessibili a tutti e che richiedono poco più di 10 minuti al giorno, grazie alle quali si impara a modificare il ritmo cardiaco attraverso un particolare tipo di respirazione rallentata e focalizzata sull’area del cuore».
Perché e dove praticare la coerenza cardiaca
I fattori stressanti cronici hanno implicazioni dirette sul cuore. Con il protrarsi di emozioni negative, il ritmo cardiaco diventa irregolare e disordinato, inibendo i segnali neurali e andando ad alterare le funzioni cognitive del nostro cervello.
«Questo circuito negativo limita la nostra capacità di pensare chiaramente, ricordare, imparare, ragionare e prendere decisioni efficaci – continua Lara Lucaccioni -. Con l’allenamento attraverso le pratiche di coerenza cardiaca si riesce a gestire al meglio lo stress, ad abbassare i livelli di ansia e di fatica fisica, di migliorare la qualità del sonno e l’attenzione».
La pratica della coerenza cardiaca è diffusa in ogni applicazione in cui abbiamo bisogno di gestire lo stress ed essere lucidi e focalizzati, poiché lo stato di coerenza è uno stato di forte presenza, di calma attiva, in cui si è pronti all’azione e in perfetto equilibrio.
«Per questo la tecnica della coerenza cardiaca – dice la principale formatrice italiana di coerenza cardiaca – è utile nella quotidianità, nelle aziende, nel socio-sanitario, in campo educativo, per gli sportivi, per le forze armate e in tutte quelle emergenze dove si riscontri stress elevato e prolungato o la necessità di ottenere una performance di alto livello“.
Lo stato di coerenza porta ad un reale cambiamento se trasformato in abitudine quotidiana. Questa sorta di rinnovamento genera, se consolidato nel tempo, maggiore resilienza, energia, capacità di riprendersi dopo un momento fortemente sfidante e capacità di affrontare situazioni complicate al meglio delle possibilità.
L’importanza del benessere mentale al lavoro
I confini della salute mentale vanno oltre il sesso, l’età e lo status sociale e hanno un impatto importante non solo sugli individui e sulle loro famiglie, ma sulla società nel suo insieme, sia dal punto di vista sociale che da quello economico.
La salute mentale è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “uno stato di benessere in cui l’individuo realizza le proprie capacità, fa fronte ai normali stress della vita, lavora in modo produttivo e fruttuoso ed è in grado di dare un contributo alla propria comunità“.
I disturbi mentali sul lavoro fanno ancora parte di quella categoria di costi invisibili a carico delle organizzazioni: secondo l’OMS, ogni anno 12 miliardi di giorni lavorativi vengono persi a causa di depressione e ansia, causando cali in produttività che corrispondono a circa un trilione di dollari.
“In un mondo del lavoro in rapida evoluzione e con scenari complessi e spesso incerti, investire sul benessere fisico, mentale ed emotivo dei collaboratori è una strategia brillante e rivoluzionaria – conclude Lucaccioni -. Il peso di questi costi invisibili, oggi, è diventato troppo rilevante per essere trascurato. Per molte aziende è un asset fondamentale per evitare assenteismo, turnover, stress e per migliorare focus e relazioni“.
