Le malattie neurodegenerative hanno raggiunto numeri di incidenza allarmanti negli ultimi anni, divenendo fra le principali cause di mortalità. A causa dei limiti attuali nella terapia farmacologica, l’attenzione si è spostata molto sulla ricerca e, al contempo, su tutte le modifiche nello stile di vita che possano favorire la prevenzione dalla neurodegenerazione, in primis a partire dalla nostra tavola.

Quali sono le malattie neurodegenerative

Le malattie neurodegenerative includono una vasta gamma di disturbi caratterizzati da danno neuronale o degenerazione che porta a danno neurologico. Tali malattie sono il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla, la sclerosi laterale amiotrofica e la malattia di Huntington. La progressiva degenerazione dei neuroni può portare a disfunzioni a livello cognitivo, comportamentale e motorio.

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I costi per il trattamento di tali disturbi risultano ingenti, sia in termini di cure che di assistenza. Per i prossimi anni, si prevede una maggiore incidenza delle malattie neurodegenerative, seconde come causa di mortalità solo a quelle cardiovascolari. Alzheimer, Parkinson e sclerosi laterale amiotrofica condividono meccanismi biologici simili, tra cui neuro-infiammazione e stress ossidativo. Numerosi studi sottolineano l’importanza della prevenzione a tavola, ovvero il consumo di alimenti che possano ridurre o posticipare la manifestazione di tali malattie. 

L’Alzheimer, la più comune fra le malattie neurodegenerative, è stata descritta per la prima volta circa 100 anni fa dallo psichiatra Dr. Alois Alzheimer. Di difficile diagnosi nello stadio iniziale, si contraddistingue per un deterioramento delle capacità cognitive (memoria, giudizio, attenzione) insieme a una ridotta funzionalità delle attività principali (nutrirsi, lavarsi, cucinare). 

Dopo l’Alzheimer, il Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa progressiva più comune. Dovuta alla degenerazione dei neuroni dopaminergici, colpisce più dell’1% della popolazione umana di età pari o superiore a 60 anni. Clinicamente, è caratterizzata da sintomi quali rigidità muscolare, tremore, problemi di linguaggio, instabilità posturale e declino della memoria.

L’importanza della prevenzione a tavola

Uno degli argomenti di maggiore interesse è ciò che arriva sulle nostre tavole. In particolare, il 91% dei giovani in Italia crede nella necessità di rivedere il modo in cui il cibo viene prodotto e consumato.  Risulta fondamentale promuovere la formazione a favore dell’alimentazione sostenibile e contro lo spreco alimentare. 

Le linee guida per una sana alimentazione sono definite dal CREA (Ente Italiano di Ricerca Agroalimentare) sono strutturate secondo il modello della dieta mediterranea. Si è vista infatti una stretta interconnessione fra bilanciamento di nutrienti e malattie come obesità e ipertensione. Data la correlazione tra salute cardiovascolare e cerebrale, i ricercatori hanno ipotizzato che modelli cardioprotettivi basati su una dieta in stile mediterraneo possano essere efficaci anche per le malattie neurodegenerative.

Una serie di fattori nutrizionali è correlata alla diminuzione di capacità cognitive, tra cui le concentrazioni sieriche di folato e vitamine dalle attività antiossidanti. Al fine di ridurre lo stress ossidativo che danneggia i neuroni, si consigliano nutrienti da introdurre per favorire la prevenzione a tavola. Oltre l’assunzione di vitamine, si incoraggia quella di sostanze naturali come i polifenoli dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, presenti soprattutto nelle spezie, nella frutta fresca e in quella secca. 

Inoltre, si è visto che l’integrazione di acidi grassi polinsaturi, presenti nel pesce e nell’olio di pesce, può migliorare le funzioni esecutive e le capacità di apprendimento. In definitiva, la ricerca ha dimostrato che una dieta caratterizzata da un elevato apporto di frutta, verdura, legumi, cereali, noci e pesce, nonché da un consumo limitato di grassi saturi, sia associata a un minor rischio di contrarre malattie neurodegenerative. 

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Giulia Polito

Giulia Polito

Mi piace considerarmi una persona multipotenziale: sto seguendo una carriera in ambito scientifico, ma ho anche una passione per la scrittura e credo fermamente nel potere della divulgazione. Scrivo di tutto ciò che mi incuriosisce e mi appassiona, soprattutto legato a società, cognitive skills e questioni di genere. Collaboro con BuoneNotizie.it e partecipo al laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista.

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