Nuove cure per il cancro al seno, alcune già disponibili, altre ancora in fase sperimentale, stanno rivoluzionando l’approccio terapeutico. Negli ultimi anni, la ricerca ha compiuto significativi progressi scientifici, puntando a trattamenti meno invasivi. L’obiettivo è ridurre gli effetti collaterali e personalizzare le cure, adattandole alle caratteristiche del tumore e delle pazienti.

In Italia si registrano oltre 56.000 nuove diagnosi ogni anno: il tumore al seno resta la neoplasia più diffusa tra le donne. Nonostante ciò, grazie alle diagnosi precoci e all’evoluzione delle terapie, la mortalità è in calo con un tasso di guarigione superiore al 90%.

Questi risultati incoraggianti testimoniano come la ricerca stia aprendo nuove strade nella lotta contro il cancro.

Terapie ormonali innovative: i progressi scientifici

Un ambito in evoluzione riguarda i tumori al seno metastatici, cioè quelli che si diffondono ad altri organi. Alcune forme, come il “triplo negativo” o quelle caratterizzate dalla proteina HER2, sono tra le più aggressive. Oggi si trattano con terapie come chemioterapia, ormonoterapia o anticorpi monoclonali, ma in certi casi il tumore può sviluppare resistenza o ripresentarsi a distanza anni.

Per questo motivo la scienza si sta concentrando su nuovi farmaci che potenziano la terapia ormonale. Tra questi, c’è Elacestrant, un farmaco appartenente ai SERD (selective estrogen recettor degraders – degradatori selettivi del recettore estrogeno). Questi farmaci bloccano i recettori degli estrogeni: ovvero, impediscono alle cellule tumorali di ricevere stimoli che ne favoriscano la crescita.

Nei trial clinici, l’Elacestrant ha mostrato risultati incoraggianti, con una riduzione del rischio di progressione e di morte del 45%. Inoltre, il farmaco rappresenta uno dei più recenti progressi scientifici nella cura del cancro al seno, grazie alla possibilità di somministrarlo per via orale, più semplice e comoda rispetto alle terapie endovenose o alla chemioterapia tradizionale.  La terapia è stata approvata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ed è attualmente indicata per pazienti con determinate caratteristiche, come le donne in postmenopausa.

Veleno d’ape: una scoperta promettente

Accanto ai farmaci, anche approcci non farmacologici sono oggetto di studio. Una delle più interessanti è l’apiterapia, ovvero l’uso di prodotti delle api come supporto contro diverse malattie. Il veleno d’ape, chiamato anche apitossina, è prodotto dall’addome delle api e viene iniettato tramite il pungiglione. La sua componente principale è la “melittina”, che contiene circa la metà del veleno essiccato ed è già nota per alcune proprietà antinfiammatorie, protettive e analgesiche.

Negli ultimi anni, i progressi scientifici pubblicati su MDPI hanno evidenziato come la melittina possa avere anche effetti antitumorali. In primo luogo, sembra essere in grado di colpire selettivamente le cellule tumorali, senza intaccare quelle sane. In secondo luogo, il trattamento con la melittina può ostacolare la crescita del tumore al seno e, se combinato con alcuni farmaci chemioterapici come il docetaxel, può potenziarne l’efficacia. Infine, la melittina è risultata promettente anche come sostanza in grado di aumentare la sensibilità alla radioterapia delle cellule tumorali.

Al momento, però, questi studi sono ancora in fase sperimentale.

Uno sguardo ai progressi scientifici per il futuro

La lotta contro il cancro al seno è ancora lunga, ma i progressi scientifici stanno portando a trattamenti sempre più mirati e tollerabili. Nonostante le novità, la chemioterapia rimane una voce primaria nel trattamento del tumore e per ridurre il rischio di recidiva. Le nuove strategie la rendono più gestibile, senza sostituirla del tutto, grazie alla riduzione delle dosi e a un miglioramento della qualità di vita delle pazienti.

Oggi, rispetto al passato, le donne non solo sopravvivono alla malattia, ma riescono a condurre una vita piena e attiva dopo le cure. La scienza non offre soluzioni immediate, ma sta cambiando il modo di affrontare la malattia. L’obiettivo è quello di trasformare il cancro da una malattia spesso fatale a una gestibile, come il diabete o l’ipertensione, e in molti casi, guaribile.

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Giulia Mastrocicco

Sono Giulia Mastrocicco. Laureata in Giornalismo, Comunicazione editoriale e multimediale presso l'Università di Parma.

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