Le recenti scoperte emerse dalla mappatura del genoma di Maria Branyas, la super-centenaria spagnola più longeva al mondo, segnano una svolta epocale per la comunità scientifica sull’incremento della speranza di vita.

Scopri cosa rende davvero lunga e sana la vita: la longevità non è solo una questione di anni, ma di benessere quotidiano.

Speranza di vita: le recenti scoperte sul genoma umano

Maria Branyas si è spenta nell’agosto 2024: nata nel 1907 in America e trasferitasi in Spagna è diventata un caso studio per la scienza. Oggi i risultati: la mappatura del genoma di Maria Branyas, realizzata dall’Istituto di ricerca Josep Carreras e pubblicata su Cells Report Medicine, costituisce una pietra miliare nello studio della longevità umana. Attraverso tecniche di sequenziamento all’avanguardia, i ricercatori hanno rilevato caratteristiche genetiche uniche nel DNA della 117enne. In particolare, sono state isolate varianti protettive a livello cardiovascolare e cerebrale.

Questi elementi sembrano preservare il cuore e il cervello da patologie comuni nella vecchiaia, come ictus, demenza e infarti, contribuendo a un invecchiamento attivo e rallentato. Un profilo di infiammazione basso a livello cellulare, raro tra gli anziani, dimostra come il DNA di Maria sia capace di mantenere sotto controllo i marker pro-infiammatori. È in grado quindi di contrastare l’inflammaging, fenomeno che accelera il deterioramento fisiologico.

Questi risultati suggeriscono che la longevità non derivi solo dall’ambiente o dallo stile di vita, ma da una combinazione complessa di fattori genetici. Oltre al patrimonio genetico, lo studio ha messo in luce l’importanza di un microbiota intestinale ricco di bifidobatteri, che contribuisce alla salute neurologica e immunitaria.

Super-centenari italiani: i fattori sociali e ambientali

In Italia, patria di alcuni tra i super-centenari più noti, come Emma Morano, l’ultima donna nata nel diciannovesimo secolo e famosa per aver raggiunto i 117 anni in buona salute, la speranza di vita continua a crescere. Secondo dati aggiornati, il nostro Paese conta oltre 21mila centenari, con una prevalenza femminile. In particolare, in Liguria, Sardegna e Molise la speranza di vita per gli anziani supera la media nazionale.

Numerosi studi internazionali confermano l’importanza di una dieta equilibrata, attività fisica regolare e un forte legame sociale come pilastri fondamentali per allungare l’aspettativa di vita. Nonostante le sue caratteristiche genetiche straordinarie, Maria Branyas ha infatti raggiunto una longevità eccezionale mantenendo sane abitudini quotidiane. Il suo coinvolgimento in una rete sociale attiva e stimolante si è rivelato un elemento essenziale, capace di prevenire l’isolamento e sostenere il benessere psicofisico.

La dieta mediterranea, ricca di cibi freschi, fibre, antiossidanti e grassi “buoni” come l’olio extravergine d’oliva, ha un ruolo prezioso nel limitare lo stress ossidativo e i danni cellulari legati all’età. Maria ha integrato la sua alimentazione con yogurt quotidiani contenenti batteri benefici, contribuendo così a un microbiota intestinale sano, fondamentale per la salute immunitaria.

Le ricerche sul fenomeno dei super-centenari italiani evidenziano come la qualità della vita familiare e la permanenza in un ambiente domestico protettivo siano parametri decisivi per la longevità.

Zone Blu nel mondo: la ricetta per il benessere

Continuano gli studi condotti da biologi e demografi sulle cosiddette zone blu nel mondo, aree geografiche dove la speranza di vita è straordinariamente alta. Le principali regioni sotto osservazione si trovano in Giappone (Okinawa), Italia (Sardegna), Grecia (Ikaria), Costa Rica (Nicoya) e California (Loma Linda).

Le ricerche sulle zone blu confermano che l’elevata aspettativa di vita è imputabile ad un equilibrio tra fattori ambientali, culturali e comportamentali. Centrale il ruolo di diete ricche di alimenti naturali, poveri di cibi processati, attività fisica regolare inserita nella quotidianità e forti legami comunitari.

Infatti, queste aree condividono un ambiente sociale molto coeso in cui il supporto reciproco e il senso di appartenenza contribuiscono al benessere personale. La sfida per la scienza ora è trasformare queste scoperte in strategie che tutti possano adottare, aprendo la strada a un futuro dove la speranza di vita si traduca in anni di salute condivisa: la ricerca sulla longevità trasformerà il tempo in salute.

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Giulia Polito

Multipotenziale e curiosa, seguo carriera in ambito scientifico, ma ho anche una passione per la scrittura e credo nel valore della divulgazione. Scrivo di tutto ciò che mi incuriosisce, soprattutto legato a società, innovazione, salute e benessere. Collaboro con BuoneNotizie.it e partecipo al laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista.

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