L’Agenda 2030 , siglata nel 2015 dai 193 paesi aderenti all’ONU, è un documento che contiene 17 impegni concreti legati allo sviluppo sostenibile. L’obiettivo numero 4 dell’Agenda, dettagliato in 6 traguardi più specifici,  sancisce la necessità di garantire un’educazione universale di qualità, equa e inclusiva. Il primo passo per arrivare a questo enorme traguardo, l’alfabetizzazione universale, è già stato praticamente quasi raggiunto.

Oggi l’83% della popolazione mondiale sa leggere e scrivere e la restante parte del mondo è prevalentemente formato da persone analfabete di mezza età o anziani.  Cosa vuol dire? Semplice: le generazioni di domani saranno tutte alfabetizzate e molto più consapevoli proprio grazie a quel diritto all’istruzione sancito nel 1948 dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e perseguito dal documento dell’Onu per il 2030. Questo importante dato e altre considerazioni sono tratte dall’ultimo libro di Steven Pinker “Illuminismo Adesso – In difesa della ragione, della scienza, dell’umanesimo e del progresso”.

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Il mondo avanza, nonostante le difficoltà

La chiusura delle scuole e le difficoltà di accesso di molti studenti alle tecnologie, ci fanno temere una retrocessione nell’istruzione e nell’educazione in Italia e molti Paesi colpiti dalla pandemia. Allarme ragionevole cui fa da contraltare il fatto che, in tutte le regioni del mondo, lo sviluppo dell’istruzione e la capacità di leggere e scrivere, sono arrivati a un livello molto alto soprattutto sulla popolazione più giovane. Ora si può passare, come chiede l’Agenda, al miglioramento della qualità dell’educazione e dell’istruzione.

Il progresso umano e l’educazione

Fino al XIX secolo inoltrato, la capacità di leggere e scrivere era privilegio di una ristretta élite europea occidentale e questa rappresentava meno di un ottavo della popolazione. Da allora il livello base di alfabetizzazione universale è migliorato in maniera significativa e si sono fatti enormi passi avanti.

Secondo il rapporto Unesco datato 2017, il 27% di tutti gli adulti analfabeti vivono nell’Africa sub-sahariana, il 10% nell’Asia orientale e nell’Asia sudorientale; il 9% nell’Africa settentrionale e nell’Asia occidentale, e circa il 4% in America Latina e nei Caraibi. Questi dati dimostrano, ancora una volta, come la povertà e la guerra rappresentino enormi ostacoli per il progresso e il benessere sociale e individuale.

Ciò nonostante, in molti paesi mediorientali e nordafricani, più di tre quarti della popolazione hanno da dieci a trent’anni. Inoltre i tassi di alfabetizzazione dei giovani (75% nel 2016) sono superiori ai tassi di alfabetizzazione degli adulti. Questa tendenza riflette un maggiore accesso all’istruzione tra gli studenti delle giovani generazioni, marcando un progresso importante raggiunto nel corso degli ultimi decenni.

Sfide ancora aperte

Anche se il livello base di alfabetizzazione universale è migliorato in maniera significativa bisogna raddoppiare gli sforzi. È ciò su cui ci allerta l’UNESCO in occasione della Giornata internazionale dell’alfabetizzazione (International Literacy Day – ILD). Ancora 103 milioni di giovani non possiedono capacità di base in lettura e scrittura, di cui oltre il 60% sono donne, inoltre cresce la piaga dell’analfabetismo funzionale. Per poter raggiungere, con esito, l’obiettivo dall’Agenda 2030 nei termini e tempi stabiliti, bisogna puntare a una alfabetizzazione universale equa, di qualità e inclusiva.

Agenda 2030: alfabetizzazione universale equa, inclusiva e di qualità

L’alfabetizzazione non compare direttamente tra i traguardi, ma è il primo passo, praticamente completato. L’Agenda 2030 pone di più l’accento sull’equità, sulla qualità e sull’inclusione dell’istruzione, in un’ottica di apprendimento che si estenda lungo tutto l’arco della vita. Dimensioni, queste ultime, fondamentali per il conseguimento di un’alfabetizzazione universale (cioè del 100% della popolazione) entro l’anno 2030. Oggi si può dire che il mondo di domani saprà leggere e scrivere. Il prossimo obiettivo, l’istruzione per tutti, non è lontano.

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Annachiara Del Prete

Annachiara Del Prete

Dottorato in Tecnologia Educativa e specialista in studi di genere. Solida esperienza in gestione di progetti di ricerca e azione sociale. Autrice di diversi articoli scientifici. Collabora con BuoneNotizie.it grazie allo stage annesso al percorso di formazione dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo per diventare giornalista pubblicista.

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