Nel mondo, vediamo sempre più crescere il fenomeno dell’hate speech. Una delle categorie più colpite è sicuramente quella degl’immigrati, che ritrovandosi in terra straniera e privi di strumenti necessari che diano la possibilità di conoscere la cultura altrui, affrontano tra i tanti ostacoli quello dell’intolleranza. Stando ai dati della Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio le categorie più colpite sono le minoranze etniche e religiose.

Che cos’è l’hate speech?

Anche se non esiste una definizione “riconosciuta”, il sito delle Nazioni Unite specifica che il termine hate speech o discorso d’odio, riguarda “ogni forma di comunicazione verbale, scritta o di comportamento con accezione dispregiativa e discriminatoria verso religione, etnicità ed ulteriori fattori d’identità”. Negli anni il fenomeno è cresciuto sempre più e a farne le spese sono soprattutto gl’immigrati.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Su questo determinato argomento, le Nazioni Unite hanno sviluppato una nuova visione: “La strategia e il piano d’azione dell’UN sull’hate speech” che mira ad approfondire il fenomeno per riconoscere le cause del problema che minacciano i principi, valori e programmi delle Nazioni Unite. Gli obiettivi sono duplici: riconoscere con maggiore facilità le cause principali di questa discriminazione e consentire un’efficace reazione all’impatto scaturito dall’hate speech sulle società.

L’Unione Europea e il codice di condotta

Il codice di condotta adottato dall’Unione Europea nel maggio 2016 nasce come contrasto al fenomeno dei discorsi d’odio con il supporto delle maggiori piattaforme online come Facebook, Instagram e Youtube. Lo scopo del progetto è monitorare i flussi dei dati online per poi stabilire e valutare l’impegno delle medesime società per contrastare il fenomeno. Un ulteriore sforzo scaturito dall’UE è sicuramente il piano d’azione contro il razzismo 2020-2025 che, lavorando con gli Stati membri, proverà ad identificare le criticità e le migliori soluzioni al problema.

In Italia nel giugno del 2022 si è tenuta la presentazione della relazione sulle attività svolte nell’ambito dell’indagine conoscitiva “sulla natura, cause e sviluppi recenti del fenomeno dei discorsi di odio, con particolare attenzione alla evoluzione della normativa europea in materia” della commissione straordinaria contro i crimini d’odio e la discriminazione. Nella stessa, viene citato uno dei punti fondamentali: la necessità di tutela a livello giuridico. Infatti, pur essendoci molta attenzione sul tema non risulta ancora una base solida per punire in maniera mirata determinati atteggiamenti.

Community Centre Gellerup: esempio di integrazione

Solitamente quando si parla di minoranze etniche si pensa al dislocamento delle stesse in aree lontane dal centro città. Basti pensare alle banlieues in Francia o ai diversi “ghetti” sviluppatisi nei sobborghi danesi come ad esempio Gellerup. Tuttavia, in Europa esistono diversi esempi positivi che stravolgono gli ordini sociali e cercano di far convivere autoctoni e immigrati come progetto di integrazione e diminuzione di stereotipi e intolleranza.

Un esempio è sicuramente il progetto “Community Centre Gellerup”, nato in Danimarca nella città di Aarhus che mira a sviluppare un nuovo modello di integrazione tra immigrati e i danesi.

Io so che qui appartengo ad una minoranza, ma non è un problema. I miei vicini sono gentili e affettuosi quando li incontro sulle scale o in ascensore. Ci salutiamo amichevolmente con un sorriso.

(Dorrit Wagenblast abitante danese di Gellerup)

All’interno di Gellerup vivono diverse nazionalità, basti pensare che le lingue parlate sono ben 52 e addirittura in alcune scuole gli alunni sono bilingue. Il Community Centre è un’organizzazione composta da varie istituzioni pubbliche che cooperano, come la libreria di Gellerup, per un obiettivo comune.

Hate speech best practices: mappa concettuale della composizione del Community Centre Gellerup

Composizione del Community Centre Gellerup: best practice per affrontare il problema dell’hate speech

Siamo di fronte ad una vera e propria cooperazione interdisciplinare che fonde conoscenza ed esperienza in diverse professioni a favore delle attività culturali, di apprendimento e di integrazione. Il costante sviluppo di questo progetto porta a pensare che le librerie possono essere molto di più che delle “semplici” attività commerciali.

L’hate speech non è sicuramente un fenomeno isolato, bensì sta diventando un ostacolo sempre più al centro dell’attenzione. Tuttavia, affrontare il problema e cercare di limitarlo potrebbe beneficiare sia le minoranze etniche sia la popolazione occidentale così da sviluppare cultura, auto-consapevolezza e la coesistenza tra popoli.

Condividi su:
Vincent Truppo

Vincent Truppo

Tra i miei focus principali, abbattere gli stereotipi che talvolta non danno la possibilità di conoscere realmente chi ci circonda, la definizione del termine stereotipo rappresenta appieno il mio lavoro. Con enorme piacere collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici