La solitudine negli anziani costituisce un problema sentito nella nostra società e sono nate alcune soluzioni che forniscono assistenza in vari argomenti. Alcune di queste uniscono l’umanità alla tecnologia per offrire un servizio il più possibile adeguato, per esempio le app Uaf e Senex.

La silver economy è il mercato costruito sui bisogni e sulle risorse degli anziani, letteralmente silver indica i “capelli bianchi o argentati” che spesso ha chi è più in là con gli anni. A causa del calo delle nascite a all’allungamento dell’aspettativa di vita, questa economia è destinata a diventare un settore sempre più importante e significativo. Secondo i dati ISTAT nel 2020 sono 7.058.755 gli anziani con 75 anni e più che risiedono in Italia, l’11,7% del totale della popolazione. Il 60% è composto da donne, quasi la metà di quelle di oltre 75 vive da sola.

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Con l’app Senex, nata durante la pandemia del 2020, per esempio, i giovani sono messi a contatto con i più anziani, a cui danno assistenza per insegnare ad usare la tecnologia. Con il lockdown il modo più semplice di restare in collegamento con i parenti erano i computer e gli smartphone. Quello che non era scontato è che fosse semplice usarli anche per nonni.

UAF Nipoti-On-Demand, assistenza su misura

Uaf (acronimo di “You Are Family“) – Nipote-on-demand, è una start up tech che si occupa di far incontrare anziani soli con giovani su misura, lanciata nel dicembre 2021 da Cecilia Rossi e Matteo Fiammetta. Tramite la piattaforma o l’app si incontrano anziani soli chiamati “nonni“, con giovani “nipoti in affitto” che hanno interessi affini, per passare qualche ora in compagnia. A marzo l’app ha vinto l’edizione 2022 di Talent Garden per InnovaMi e attualmente collabora con delle Onlus e il servizio che offre può essere erogato alle famiglie come aggiuntivo da ospedali, case di riposo, aziende farmaceutiche e gruppi assicurativi.

Il lockdown che tutti noi abbiamo vissuto ci ha aiutato a realizzare quanto siano importanti i legami familiari e quanto spesso però vengano trascurati per cause di forza maggiore, come ad esempio il lavoro e il poco tempo rimasto. – dice Cecilia Rossi, fondatrice di Uaf –  Il progetto mira a dare sostegno a chi ne ha bisogno, ma anche a far crescere interiormente i Nipoti che decidono di mettere a disposizione il proprio tempo, affinché per tutti i Nonni iscritti la solitudine possa essere solo un vago ricordo.”.

Nella piattaforma ogni aspirante nipote in affitto inserisce i suoi dati, incluse capacità ed inclinazioni. L’algoritmo crea in base a queste informazioni una rosa di 2-3 profili tra cui l’utente nonno può scegliere. Le attività richieste sono le più svariate. Dall’accompagnamento per le uscite al commento di libri, dall’insegnamento di WhatsApp e YouTube ai tornei di burraco. Uaf non è quindi un servizio di badanti o infermieri: anche chi gode di buona salute può passare qualche ora in giovane compagnia.

Lo scambio intergenerazionale arricchisce sia i giovani che gli anziani

I nipoti-on-demand vengono selezionati attraverso una serie di incontri e passano per un periodo di formazione con psicologi qualificati. Ricevono un contributo per ogni ora di servizio, tra gli 8 e i 10 euro l’ora, a spese delle aziende sostenitrici, così che l’anziano possa non pagare nulla.
Capita che gli anziani si trovino a passare molto tempo da soli con poche relazioni sociali e le famiglie non hanno la disponibilità per dar loro l’assistenza adeguata, non solo fisica ma sociale. Uno studio dell’Università di Stanford ha dimostrato che il 43% degli anziani sperimenta la solitudine e l’isolamento sociale, di conseguenza anche depressione e declino psico-fisico. Lo scambio intergenerazionale invece riduce lo stress e aumenta l’autostima nell’anziano, in più aggiunge valore al ragazzo che impara dalle sue esperienze.

La lontananza di un parente spinge i nipoti on demand

Nella sezione nipoti del sito si legge che ad attrarre i giovani è il valore sociale dell’attività, sebbene non si possa parlare di volontariato, in quanto quello è gratuito per definizione. Sempre nel sito si legge che molti lo fanno anche perché hanno nonni lontani a cui non possono stare vicino, ma a rendere genuini i legami familiari è proprio la gratuità e l’impossibilità di sceglierli su misura.
Per contro è vero che la mancanza di tempo è mancanza di organizzazione ed intento, viene da chiedersi perché questi stessi nipoti non si impegnino per passare più tempo insieme ai loro parenti legittimi.
“Uaf – nipoti on demand” può dunque essere inteso come tecnologia applicata al welfare sociale o un ennesimo business della solitudine che lucra sugli anziani. Quel che sembra un capolavoro digitale rischia invece di essere un cerotto su una ferita non disinfettata.

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Gli anziani nell’Italia post lockdown: una sfida per il futuro

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Alice Pietrella

Alice Pietrella

Sono una webmaster freelance specializzata nella realizzazione siti web con codice CSS ( webopera.it )e un'aspirante giornalista iscritta al percorso dell'associazione italiana di giornalismo costruttivo. Scrivo di Italia e società nei settori del Made in Italy e dello spettacolo. Visita il mio sito web: alicepietrella.it

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