A qualche giorno di distanza dal 26 giugno, Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe, per affrontare il problema della diffusione delle sostanze stupefacenti, l’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA) 16 rende disponibile l’”European Drug Report 2023: Trends and Developments”. Il report, che monitora tendenze e sviluppi sulla diffusione delle droghe, restituisce il quadro europeo su questo importante tema che rientra nell’obiettivo 3 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, riguardante la salute e il benessere degli individui.

Combattere l’uso e diffusione di sostanze stupefacenti con la prevenzione e l’informazione

Tra le maggiori sfide si evidenziano l’elevata disponibilità di tutti i tipi di sostanze e l’aumento di volume e complessità della produzione di droghe illecite. A queste si aggiunge una continua immissione sul mercato di nuove sostanze psicoattive. Nel 2022, sono state segnalate 41 nuove sostanze. Pertanto, per il consumatore diventa sempre più difficile conoscere la reale composizione di un dato stupefacente.

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Le sostanze illecite sono nocive per tutti, sia direttamente attraverso il loro consumo, sia indirettamente, per il loro impatto sulla realtà sociale, ecco perché gli stati europei stanno implementando le loro politiche antidroga. Repubblica Ceca, Germania, Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi più la Svizzera, stanno introducendo nuovi approcci per regolamentare la fornitura di cannabis per uso ricreativo. È dunque necessario investire in attività di monitoraggio e valutazione per comprenderne appieno l’impatto sulla salute e sulla sicurezza pubblica.

Il report indica quali sono le sostanze stupefacenti più diffuse. La cannabis resta la sostanza illecita più consumata in Europa. Circa l’8 % degli europei (22,6 milioni) in età adulta (15-64 anni) ne ha fatto uso nell’ultimo anno. Inoltre, nell’ultimo anno circa l’1,3 % (3,7 milioni) degli adulti ha fatto uso di cocaina, causa di molti ricoveri per intossicazione acuta. Preoccupa anche la diffusione come droga della ketamina, una sostanza utilizzata come anestetico e antidolorifico in ambito medico.

L’eroina continua a rimanere l’oppioide illegale più comunemente usato sul territorio europeo, ma in alcune zone aumentano i timori legati anche all’uso di oppioidi sintetici. Tra i dati emerge l’aggravarsi dei danni associati al consumo di mix di droghe. L’Europa indica la prevenzione, la dissuasione e il contrasto della criminalità connessa al mercato di sostanze stupefacenti come principali misure da adottare per prevenirne i danni.

Il circolo virtuoso delle comunità terapeutiche: si rientra, ma da operatori

In Italia nel 2021 sono stati assistiti complessivamente 123.871 soggetti dipendenti da sostanze (su un totale di 203.920 contatti). Dopo le azioni preventive, gli interventi maggiormente efficaci nel contrasto delle tossicodipendenze sono le comunità terapeutiche. Le prime sono nate in Italia negli anni ’60 e solo tra gli anni ’80 e ’90 ci furono le prime risposte istituzionali con l’istituzioni dei Servizi per la tossicodipendenza (SERT).

Ma il vero punto di forza è il contesto comunitario, dove lo strumento principale del cambiamento è la relazione. A raccontarlo è Antonello coordinatore presso i centri di Peschiera Borromeo (MI) e San Donato Milanese (MI), due costole della fondazione “Promozione Umana”, nata nel 1979 grazie a don Gioacchino Pezzoli, noto come don Chino. L’intera opera assiste più di 400 persone, dislocate su 12 comunità e 8 centri di ascolto in tutta Italia.

Quello che ha fatto la comunità – racconta Antonello – è stato aiutarmi a conoscermi mettendomi davanti ciò che di me non riuscivo a vedere”. Nel percorso terapeutico è essenziale la presenza di relazioni umane significative che permettono il confronto con modelli di vita alternativi. Un altro aspetto positivo è il lavoro. In “Promozione Umana”, come in altri contesti simili definiti ergo terapeutici, l’attività lavorativa permette di raggiungere due obiettivi: l’allontanamento dal pensiero delle sostanze stupefacenti e la riconquista dell’autostima e di una certa autonomia personale, una volta reinseriti nella società.

Che esperienze di questo tipo funzionino è provato dal fatto che spesso le persone con dipendenze, una volta guarite, tornano in comunità da operatori, così come è successo ad Antonello. In questo modo si genera un circolo virtuoso dove l’ex ospite torna a restituire quanto ha ricevuto durante il suo percorso di rinascita e di liberazione dalla dipendenza di sostanze stupefacenti.

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Giacomo Capodivento

Giacomo Capodivento

Insegno religione dal 2012. Laureato in Comunicazione e Marketing e studente in Comunicazione e innovazione digitale. Per me occuparmi di comunicazione è una questione politica. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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