Il contrasto alla criminalità organizzata è un processo che vede coinvolti molti attori all’interno del nostro tessuto sociale: uno di questi è il sistema educativo. Poiché la marginalizzazione sociale dei giovani colpisce duramente molte realtà urbane nel nostro paese, in particolar modo le periferie delle grandi città, alcune amministrazioni locali preferiscono combattere questo fenomeno promuovendo la cultura. Scampia è uno dei quartieri “simbolo” di questa rivoluzione: negli ultimi anni sono state innumerevoli le iniziative che hanno permesso ai giovani di esprimersi e di costruirsi un futuro migliore.

Educazione come nuova frontiera

La mafia è sempre stata una grande zavorra per le nostre città. Ma al giorno d’oggi le principali azioni di contrasto sembrano non limitarsi agli interventi delle forze dell’ordine: l’approccio educativo, in questo senso, è una valida alternativa.

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A pagare le conseguenze del controllo mafioso in alcune zone sono proprio i più giovani. Far sì che le nuove generazioni siano libere di concentrarsi sul proprio futuro rappresenta spesso una sfida. In alcuni quartieri in particolare l’abbandono scolastico e il disagio sociale sembrano essere la normalità.

Raffaela Milano (direttrice dei programmi italiani ed europei di Save the Children) sostiene: “La lotta alle mafie impone una grande sfida educativa: trasformare concretamente i territori ad alta densità criminale in aree ad alta densità educativa”. Si nota quindi una nuova visione nei confronti della resistenza alla mafia ;l’istruzione è vista adesso come la migliore soluzione nel lungo periodo. Educare le nuove generazioni alla legalità sembra portare dei grandi benefici in questo senso.

Cos’è un ecomuseo?

A Scampia è stato inaugurato il 25 maggio 2023 l’ecomuseo MOSS: un ecomuseo che restituisce il patrimonio culturale e naturale di una comunità. Si tratta di una dimostrazione della ricchezza culturale delle nostre periferie.

Più nello specifico il MOSS è un museo “diffuso” che propone itinerari lungo i quali si incontrano opere d’arte collettive. Gli autori di tali realizzazioni sono per la maggior parte giovani studenti tra cui bambini che si sono cimentati nel mondo dell’arte, sotto la guida di professioniste e professionisti del settore.

Le installazioni trovano il loro posto nei luoghi pubblici di tutto il quartiere. Si tratta del primo museo diffuso della città di Napoli e nasce nel 2021. Il percorso guidato fa emergere lo spirito di resistenza e valorizzazione del quartiere.

Una Scampia di musei, università e mercatini

Il MOSS non è il solo esempio di approccio educativo del comune di Scampia. Il 17 ottobre dello scorso anno l’Università Federico II di Napoli ha aperto una nuova sede proprio in questo quartiere. Il polo ospita più di 2600 studenti dei corsi di laurea in professioni sanitarie e si trova esattamente dove anni fa sorgeva la Vela H. L’obiettivo è quello di creare un centro didattico all’avanguardia, capace di formare i professionisti di domani. Il nuovo plesso universitario è già un utile strumento contro il degrado sociale.

Il 27 luglio si è tenuto un mercatino organizzato da tredici studentesse chiamate “Sartine di Scampia”. Precedentemente a rischio marginalizzazione a seguito di un abbandono scolastico, le ragazze sono tornate a studiare qualificandosi come operatrici dell’abbigliamento. Il ricavato della giornata è stato donato alla campagna di raccolta fondi per la ricostruzione della venere degli stracci. L’evento si è tenuto in un locale confiscato alla camorra.

Se la mafia ha sempre oscurato la ricchezza culturale di questo quartiere, negli ultimi anni l’istruzione sta avendo la meglio. Tra pochi anni molti giovani laureati potranno dire di aver studiato e frequentato l’università a Scampia, dimostrando come l’educazione possa essere, anche sotto questo aspetto, una potente risorsa.

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Andrea Simoni

Andrea Simoni

Studente di giurisprudenza e appassionato di contrasto alla mafia. Il mio scopo è quello di raccontare e approfondire il tema della legalità da più punti di vista. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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