Il 23 maggio si celebra la giornata della legalità e per il contrasto alla criminalità mafiosa. La data non è casuale: istituita nel 2002 per ricordare le vittime di tutte le mafie, la giornata della legalità si celebra nell’anniversario della morte del giudice Giovanni Falcone.

Il Maxi Processo e le stragi di Capaci e via D’Amelio

Era il 1992 e a Palermo si concludeva il più grande processo contro la criminalità organizzata mai tenuto al mondo. Fautori del processo i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Con 460 imputati, 200 avvocati difensori, quasi sei anni di lavoro, 19 ergastoli e pene per un totale di 2.665 anni di reclusione, il Maxi Processo scardinava finalmente il concetto di una mafia invincibile.

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Forse proprio in virtù del grande significato simbolico rivestito dal processo, Cosa Nostra decide di colpire al cuore il movimento antimafia: il 23 maggio 1992 un’esplosione squarcia l’autostrada che collega l’aeroporto di Punta Raisi a Palermo, nei pressi dell’uscita per Capaci: 5 quintali di tritolo distruggono cento metri di asfalto e fanno letteralmente volare le auto blindate. Muore Giovanni Falcone insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Il 19 luglio, 57 giorni dopo, il magistrato Paolo Borsellino va a trovare la madre in via Mariano D’Amelio, a Palermo. Alle 16:58 una tremenda esplosione coglie il magistrato appena fuori dal portone della casa.

Giornata della Legalità 2023: i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, simbolo dell'antimafia

I giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Il comitato Addiopizzo: la “rivoluzione culturale” antimafia

Nella giornata della legalità, il 23 maggio, raccontiamo chi la mafia la combatte ogni giorno, come l’associazione Addiopizzo. Il comitato Addiopizzo nasce a Palermo nel 2004 con l’obiettivo di sottrarre i commercianti della città al giogo del pizzo. Il pizzo è una forma di estorsione tramite cui le organizzazioni criminali pretendono dai commercianti una quota dei loro proventi in cambio di una supposta “protezione”, per chi si rifiuta scattano misure punitive.

Il Comitato nasce con l’obiettivo di promuovere  un’economia virtuosa e libera dalla mafia attraverso la creazione di una rete di negozi “pizzo free” e lo strumento del consumo critico antiracket. Addiopizzo offre assistenza gratuita alle vittime di estorsione e di usura e incoraggia gli imprenditori a denunciare, costituendosi parte civile a fianco delle vittime. I volontari mettono inoltre a disposizione un numero di emergenza, attivo 24 ore su 24, per coloro che si trovano ad essere vittima di intimidazioni e tentativi di estorsione.

Insomma una vera e propria “rivoluzione culturale contro la mafia”, come si legge sul sito dell’associazione. E la rivoluzione, come spesso accade, parte dai ragazzi e dalle scuole, dove Addiopizzo organizza da sempre attività informazione ed educazione alla legalità.

Turismo responsabile per chi dice “no” alle mafie

Dal 2009 l’associazione organizza anche viaggi di istruzione ed esperienze di turismo responsabile in Sicilia, rigorosamente “pizzo-free”. I ragazzi dell’associazione fanno da guida nei tour che ripercorrono i luoghi chiave della lotta alle mafie. Si parte da Capaci per addentrarsi poi nel centro di Palermo tra via D’Amelio e l’Albero Falcone, di fronte alla casa in cui visse il magistrato. Si ripercorrono i passi dell’antimafia civile tra mercato del Capo e piazza della Memoria, gustando i migliori prodotti siciliani coltivati sui terreni confiscati alle mafie. Il tour prosegue fuori città con le storie di Placido Rizzotto a Corleone e Peppino Impastato a Cinisi. Gli alloggi, i ristoranti e gli altri fornitori coinvolti nei pacchetti aderiscono tutti alla campagna di consumo critico di Addiopizzo, garantendo a chi parte di non versare nemmeno un euro nelle tasche delle organizzazioni criminali.

Si torna a casa con gli occhi pieni della bellezza della Sicilia e il cuore strabordante della passione che i ragazzi di Addiopizzo mettono per diffondere la cultura della legalità nella loro terra. Rubando le parole dello slogan dell’associazione “Un intero popolo che non paga il pizzo è un popolo libero”.

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Caterina Poli

Caterina Poli

Medico Chirurgo con focus sulla salute materno-infantile. Credo in un tipo di informazione chiara e accessibile a tutti, ma sempre rigorosa. Amo parlare di salute, benessere e diritti. Collaboro con Buonenotizie e partecipo al laboratorio di giornalismo costruttivo.

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