Gli ultimi casi di cronaca non parlano d’altro che di casi di stupro, molestie e violenze sulle donne. Si tratta di un fattore culturale che ha fatto le radici nella società in cui viviamo, per questo c’è la necessità di attuare un cambiamento profondo. Quando sentiamo di questi episodi l’istinto è quello di sperare che ai colpevoli sia inflitto lo stesso dolore. Ma è giusto punire la violenza con altra violenza? Per capire come prevenire il problema, dobbiamo prima capire da cosa nasce.

La violenza di genere è una questione di potere, non sessuale

Quando si parla di violenze sessuali spesso si associa il motivo scatenante all’attrazione sessuale dell’uomo verso la donna. Quando in realtà questo è causato da una cultura in cui le donne vengono oggettificate e poste in una condizione inferiore rispetto agli uomini. Questa costante sessualizzazione del corpo femminile crea una visione malsana di quest’ultimo, portandolo ad essere niente di più di un oggetto a disposizione del desiderio, su cui si può esprimere possesso e controllo. Si tratta di vera e propria cultura dello stupro, rape culture. La credenza per cui le persone considerano ormai normale, o addirittura accettabile, l’aggressività degli uomini sulle donne, e spesso la incoraggiano etichettandola come qualcosa che indica la loro virilità.

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Quello che vediamo e sentiamo attraverso questi casi di cronaca sono solo l’ultimo gradino di una lunga serie di comportamenti che potrebbero sembrare innocui. Le battute, gli stereotipi, le discriminazioni. Che poi diventano tendenze a colpevolizzare le donne, pressioni e insistenze per ottenere rapporti sessuali, molestie. Tutte cose che non fanno altro che legittimare l’oggettificazione della donna.

Inoltre, i media tendono a classificare i colpevoli con termini che deumanizzano chi compie questi atti. Se ne parla come animali, mele marce, persone fuori controllo. Ma quello che abbiamo di fronte è semplicemente il frutto sano di una società fortemente patriarcale. Gli stupratori sono persone, che si sentono in diritto di possedere le donne, di poterle controllare e di dover continuamente rimarcare la propria virilità con altri uomini. Di conseguenza, anche la violenza non è frutto di un momento di perdita di controllo, piuttosto è il potere che gli uomini esercitano nei confronti della donna, la volontà di rimetterle al loro posto, prevaricando su di loro.

Il ruolo dell'educazione nella prevenzione dello stupro: una visione futura senza violenza

Foto di Tim Marshall

Affrontare il problema senza ricorrere alla violenza

Quando sentiamo casi di cronaca del genere speriamo che i colpevoli soffrano allo stesso modo o peggio. Questa idea nasce da vari fattori, a livello storico la violenza è stata alla base del sistema giudiziario. Oggi si continua a pensarla così a causa della forte visibilità che si da ad essa attraverso i media. Spesso si pensa che i colpevoli di stupro siano persone che parlano solo questo tipo di linguaggio violento, che siano pochi individui che compiono azioni crudeli e debbano essere puniti allo stesso modo. Così facendo, però, stiamo ignorando la reale causa del problema.

Invece di farci giustizia con la violenza e rientrare automaticamente negli stessi comportamenti di chi è colpevole, bisognerebbe capire cosa causa certi atteggiamenti violenti informandoci nella maniera corretta. La causa principale sta nella scarsa conoscenza che si ha sui generi e sulla sessualità. La corretta informazione sta alla base di un futuro cambiamento. Non si può combattere qualcosa che non si conosce. I media possono diffondere messaggi sani che aiutino le persone a riflettere sulla tematica dello stupro e a capire l’importanza del rispetto e della libertà degli altri.  Ma anche i propri diritti sull’inviolabilità del corpo.

Educazione e Rieducazione

In Italia, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato un piano per portare l’educazione di genere a scuola. Quest’ultima ha un ruolo fondamentale per riuscire ad eleminare gli stereotipi in cui viviamo, che umiliano le donne e rendono gli uomini delle macchine del sesso. È importante, tramite l’istruzione, creare un nuovo modello di mascolinità sana, in cui i ragazzi possano identificarsi. Uno degli obiettivi principali è quello di aiutare i ragazzi a costruire relazioni sane e basate sul rispetto reciproco, andando a decostruire secoli di modelli relazionali malsani dettati dalla società patriarcale.

Oltre alla scuola e alla famiglia però, un ruolo importante lo svolge anche internet. Ormai tutti i ragazzi prendono ispirazione e si istruiscono tramite esso. Questo però è sottovalutato dagli adulti e lasciato senza controllo. A tal proposito è entrato in vigore il Digital Service Act (DSA) che permetterà di avere più tutele per i minori, anche se la responsabilità maggiore sul tipo di utilizzo del web per i minori resta delle famiglie.

Anche la rieducazione degli individui violenti ha un ruolo fondamentale nella prevenzione. Ad esempio, il SUM (Servizio Uomini Maltrattati) ha come obiettivo la modifica di certi modelli comportamentali. Attraverso un percorso di ascolto e consulenza si cerca di abbattere gli atteggiamenti violenti e promuovere il rispetto. Così facendo è possibile fermare le violenze fisiche e psicologiche e dare agli uomini la possibilità di assumersi le responsabilità e avere un’alternativa non violenta.

Insomma delle soluzioni fattibili esistono, ma se vogliamo prevenire la violenza e lo stupro, gli adulti devono esserci come educatori. C’è bisogno di mettere in atto un cambiamento culturale, di creare consapevolezza soprattutto tra i giovani, insegnando cos’è il consenso, la libertà altrui e abbattendo gli stereotipi di genere.

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Eva Ricevuto

Eva Ricevuto

Laureata in Arti Tecnologiche e appassionata di cinema, femminismo e sostenibilità. Sono un'aspirante giornalista pubblicista e cinematografica. Collaboro con BuoneNotizie.it e partecipo al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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