Sono passati 44 anni dalla scomparsa del giudice Cesare Terranova e del maresciallo Lenin Mancuso, uccisi da personalità della mafia. Questo 25 settembre la città di Palermo si è riunita all’incrocio tra via Rutelli e via De Amicis per commemorare la lotta di due personaggi molto importanti nella storia antimafia del nostro paese. Alla cerimonia hanno preso parte magistrati illustri, il sindaco Lagalla e il presidente della commissione antimafia dell’Ars Antonello Cracolici, oltre ai familiari delle vittime e alle scuole di ogni ordine e grado.

Le battaglie di Terranova e di Mancuso

Il giudice Terranova si distinse per il notevole impegno antimafia. Emanò le sentenze che portarono a due importanti processi: quello “dei 117” e quello contro la cosca di Corleone. Questi ultimi rappresentano i principali interventi della giustizia nella guerra di mafia del 62-63, ben presto esauriti in un buco nell’acqua. Infatti i 65 Corleonesi incriminati furono tutti assolti sotto minaccia ai giudici. Nonostante i fallimenti e le intimidazioni ricevute, Terranova non si è mai piegato al potere mafioso, a costo di condurre una vita molto stressante e sempre sotto scorta.

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Il magistrato ha il merito di essere stato tra i primi ad aver capito che la mafia si stava trasformando: da un fenomeno rurale la giustizia si è trovata di fronte un colosso imprenditoriale criminale. Terranova è stato un pioniere in questo senso. Nonostante la mafia fosse poco raccontata e conosciuta, il giudice ha scoperto l’enorme potenza di questa struttura criminale. Nel ’79 la proposta di Terranova come nuovo capo dell’Ufficio Istruzione a Palermo stava per diventare realtà. I vertici della mafia sono quindi riusciti a eliminarlo, senza però eliminare il suo grande contributo alla causa.

Anche Lenin Mancuso si è fatto valere nella lotta alla mafia: era il maresciallo assegnato alla scorta del giudice antimafia Terranova, nonché stretto collaboratore. Il poliziotto ha lavorato con il magistrato in diverse importanti indagini e insieme a lui ha subito l’attentato il 25 settembre del 1979. I due hanno lavorato insieme per scovare il “mostro di Marsala” e successivamente, con il trasferimento a Palermo, si sono immersi in un clima ai tempi per loro molto ostile.

La memoria nelle scuole

Alla cerimonia hanno presenziato anche alcuni ragazzi di scuole di ogni ordine e grado di Palermo. In questo caso il ricordo delle vittime della mafia non ha coinvolto solamente i cari o i pochi addetti ai lavori: la presenza dei giovani ha dimostrato l’importanza delle nuove generazioni nel contrasto alla mafia. Citando il noto giudice Paolo Borsellino infatti “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”.

Dopo la commemorazione si sono tenuti diversi incontri tra i ragazzi e i familiari delle vittime, che hanno avuto lo scopo di raccontare e insegnare ciò che realmente è la mafia e come si comporta. Il metodo educativo per il contrasto alle mafie è ormai adottato da quasi ogni scuola. L’insegnamento della legalità fin da piccoli sta portando riscontri positivi sulla consapevolezza dei giovani.

A coronare il tutto si è svolta da parte del regista Pasquale Scimeca la presentazione del suo nuovo film: “il giudice T”. La produzione cinematografica ricorderà la vita e le imprese di colui che per primo offre alla giustizia gli strumenti per combattere la mafia, colui che per primo ne paga le ingiuste conseguenze. Il regista sembra voler raccontare la storia di un personaggio che ha fatto la storia della giustizia, anche se meno ricordato di altri.

A distanza di decenni dalla scomparsa di figure che hanno scritto la storia della giustizia ricordare è ancora il miglior modo per diffondere legalità. La memoria è imprescindibile per ringraziare il giudice antimafia Terranova e il maresciallo Mancuso. La memoria di due figure che con i loro sforzi hanno aiutato la collettività a muoversi verso la verità e la giustizia.

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Andrea Simoni

Andrea Simoni

Studente di giurisprudenza e appassionato di contrasto alla mafia. Il mio scopo è quello di raccontare e approfondire il tema della legalità da più punti di vista. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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