Sulla base dei dati delle Nazioni Unite 2022 la popolazione mondiale ha superato gli otto miliardi. L’aumento demografico risulta essere trainato più dal progressivo allungamento della speranza di vita in Paesi come Africa e India, che da un tasso di fecondità ancora nella media.

Difatti, stando ai dati rilasciati dalle Nazioni Unite, si sottolinea come la percentuale di fertilità attuale sia la più bassa dal 1950. Antonio Guterres, Segretario generale ONU, commentando i dati sottolinea: “Proviamo a meravigliarci dinanzi agli sviluppi nel campo della medicina, che hanno aumentato l’aspettativa di vita e ridotto nettamente la mortalità infantile”.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

La popolazione mondiale è aumentata grazie soprattutto al miglioramento delle condizioni sanitarie e alimentari, inoltre, si prospettano un miliardo di persone in più nel 2037 ed oltre dieci miliardi nel 2085. Rachel Snow capo del dipartimento e sviluppo delle Nazioni Unite per la popolazione parla di un bivio imminente tra successo e catastrofe: “Sarà la prontezza di riflesso dei governi a decidere cosa succederà.

Popolazione mondiale: una crescita sul filo del rasoio

Se non colmiamo l’abisso tra chi ha e chi non ha un equilibrio socioeconomico, ci troveremo davanti un mondo di otto miliardi di persone dominato da tensioni, sfiducia, crisi e conflitti – queste le parole di Antonio Guterres durante la COP27 che sottolinea – Una buona parte della popolazione si trova ancora in condizioni di vita estremamente difficili. Nello specifico, nei territori disagiati si lotta per i bisogni primari ma soprattutto per evitare l’abbandono delle proprie terre natie a causa di conflitti interni, guerre e carestie.

Il traguardo degli otto miliardi è stato raggiunto proprio durante la COP27, Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, che ancora una volta ha ribadito la perenne difficoltà nel limitare il riscaldamento globale da parte dei territori Occidentali rispetto ai Paesi al Sud del mondo. Difatti, i territori sottosviluppati vorrebbero cambiare determinata tendenza e sarebbero disposti a trovare un accordo tra le parti che ridurrebbe le emissioni di gas serra provocate dall’essere umano.

La crescita demografica vista al Sud del mondo

Stando ai dati delle Nazioni Unite nel report di prospetto e revisione sulla popolazione mondiale 2022 i dati sono certi: ci sarà un incremento a livello globale di quasi due miliardi di persone entro il 2050. Questi numeri portano ad una considerazione riguardo il tasso di natalità dei cittadini occidentali, rispetto ai Paesi in via di sviluppo, che rallenta pur beneficiando di migliori condizioni di vita.

Come evidenziano le stime del rapporto dello Stato della Popolazione Mondiale 2023 del Fondo Popolazione Nazioni Unite dove i livelli di fertilità rimangono principalmente elevati nei Paesi con il reddito pro capite più basso, uno dei continenti dove questo fenomeno troverà terreno fertile sarà soprattutto l’Africa.

In effetti seguendo i dati UN si prevede che più della metà della crescita da qui al 2050 avverrà proprio nel continente africano. In particolare nell’area geografica sub-sahariana dove tramite l’aumento demografico, l’età media favorevole e gli interventi governativi mirati all’istruzione e nuove opportunità lavorative si andrà incontro ad un rapido miglioramento degli standard di vitaper invertire la rotta di insicurezza e instabilità a cui il territorio è abituato.

La crescita demografica in Italia: Rapporto Istat 2023

Il Rapporto annuale ISTAT 2023 incentrato sulla demografia italiana sottolinea un evidente calo delle nascite che raggiunge solamente i 400mila neonati. Inoltre, a gennaio 2023 i residenti italiani risultano essere quasi 59 milioni, 179 mila in meno rispetto all’inizio dell’anno 2022; da non sottovalutare tuttavia l’aumento del tasso di anzianità che con un aumento di 5,0 punti percentuali raggiunge quota 187,9 anziani ogni 100 giovani.

Proprio i giovani che sempre analizzando i dati ISTAT mostrano segnali di sfiducia riguardo le opportunità lavorative che in Italia risultano essere più saltuarie del solito ma soprattutto si sottolinea la scarsa mobilità sociale che compromette la realizzazione dell’individuo. Stando alle parole dell’ex presidente dell’Istituto Nazionale di Statistica Gian Carlo Blangiardo: “Valorizzando il loro impegno ed investendo sul benessere delle nuove generazioni è possibile correggere lo scarso ricambio generazionale a cui i giovani italiani sono abituati”.

Condividi su:
Vincent Truppo

Vincent Truppo

Tra i miei focus principali, abbattere gli stereotipi che talvolta non danno la possibilità di conoscere realmente chi ci circonda, la definizione del termine stereotipo rappresenta appieno il mio lavoro. Con enorme piacere collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici