Il 10 dicembre si è celebrata la Giornata internazionale dei Diritti Umani che ha riportato l’attenzione sulla loro tutela internazionale. È il 75° anniversario dell’approvazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo da parte dell’Assemblea delle Nazioni Unite. La Carta sancisce i diritti inalienabili di qualsiasi persona e continua a farlo in un contesto mondiale di grande crisi valoriale e di violazioni ripetute di quei diritti da parte degli Stati più diversi.

Eppure, a tenere alta l’attenzione sulla Carta, ci ha pensato Human Rights 75, una iniziativa che ha avuto il compito di rinnovare quei significati di libertà, uguaglianza e giustizia e declinarli in un mondo moderno dove le sfide sono tante, le esigenze da soddisfare sono diverse da quelle originarie e dove le istanze di protezione e tutela dell’individuo restano più urgenti che mai.

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Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: i diritti della persona al centro

La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo sancisce da ormai 75 anni i diritti inalienabili di qualsiasi persona indipendentemente dalla razza, dal colore, dalla religione, dal sesso, dalla lingua, dalle opinioni politiche o di altro tipo, dall’origine nazionale o sociale, dal patrimonio, dalla nascita o da qualsiasi altra condizione.

Approvata da cinquanta Paesi nel mondo, la Dichiarazione fissa l’uguaglianza, la libertà e la giustizia come valori-guida di una società fiorente in cui tutti potrebbero sperimentare pari accesso alle opportunità in tanti settori di vita e di lavoro. In trenta articoli la Carta parla di diritti e tutele per l’uomo, che sono stati realizzati da molti Paesi ma restano al di fuori della portata di altri.

Parliamo di diritto di accesso all’istruzione, all’occupazione, alla retribuzione equa, al diritto di voto, all’assistenza sanitaria e altro ancora; i valori della libertà di parola, della privacy e del rispetto reciproco indipendentemente dal sesso, dalla razza, dall’etnia o dalla religione. Ma qual è la situazione dei diritti nel mondo e soprattutto, quali sono le azioni da intraprendere per migliorare la situazione?

Diritti umani nel mondo: a che punto siamo?

Secondo il “Rapporto 2022-2023. La situazione dei diritti umani nel mondo”, di Amnesty International, il 2022 conferma l’esistenza di doppi standard e risposte inadeguate alle violazioni dei diritti umani nel mondo, un crescente senso di impunità e instabilità e fenomeni sempre più critici come gli sfollamenti di massa, i crimini di guerra e i conflitti mondiali.

L’insicurezza alimentare e quella energetica a livello globale sono legate anche ai cambiamenti climatici e alla scarsa sensibilità ambientale, temi tornati al centro della COP 28 di Dubai che ha cercato un compromesso possibile.

È interessante notare che a fronte di gravi ed evidenti problematiche internazionali, sia al contempo forte e decisa anche una risposta positiva e di denuncia di quelle distorsioni, movimenti e attivismo per la pace. La stessa Amnesty International in un’ottica costruttiva ammette che esempi di lotta per i diritti umani sono ancora accesi e vivi. Pensiamo alle condanne americane ed europee per le violazioni dei diritti fondamentali in Ucraina, che hanno portato a sanzioni e chiusura dei rapporti diplomatici e commerciali, o alle indagini sui crimini di guerra. Sono episodi di espressione di una volontà politica viva, volta a difendere le tutele delle minoranze, il diritto alla pace e il confrontarsi sui rifugiati e sui migranti, seppure con esiti ambigui e migliorabili.

Per quanto riguarda l’ambiente, la COP 28 di Dubai lungi dal risolvere i problemi ha comunque cercato una strada di confronto rappresentando un piccolo passi avanti nell’allontanamento dai combustibili fossili, rispetto all’Accordo di Parigi.

C’è forse allora la necessità di ritrovare questa volontà politica nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, sforzandoci di riattualizzarne i messaggi?

Human Rights 75: tre obiettivi per rilanciare il rispetto dei diritti umani

L’iniziativa ONU Human Rights 75 ha lavorato per un anno proprio su questo: rinvigorire la Dichiarazione Universale dell’Uomo, dimostrare come può soddisfare le esigenze del nostro tempo e portare avanti le sue promesse di un mondo giusto, libero e con una parità che viva nei fatti e non nei principi.

Per farlo, traccia una strada maestra per il Mondo, che punta a tre obiettivi: forgiare un rinnovato consenso sull’universalità e l’indivisibilità dei diritti umani, guardare al futuro e rafforzare l’architettura delle Nazioni Unite sui diritti umani.

Si parla in concreto di rivendicare i diritti umani come il miglior strumento a nostra disposizione per risolvere i problemi, ricostituire una forte base elettorale a favore di quei diritti e anche riflettere sui progressi da compiere nei prossimi 25 anni rispetto alle sfide tecnologiche e ambientali che si prospettano. E soprattutto rafforzare la fiducia degli Stati membri e dell’opinione pubblica nell’architettura dei diritti umani attualmente esistente da aggiornare con nuovi strumenti e metodologie.

Diritti umani: Human Rights punta a una solidarietà condivisa

Da Iniziative come Human Rights 75 emerge dunque una volontà politica di promuovere ancora i diritti umani nel mondo. Un proposito che impegna le Nazioni Unite e le impegnerà ancora nel 2024 con un fitto calendario di incontri, forum di discussione, consultazioni con i giovani, campagne di sensibilizzazione.

Si vuole cercare così una solidarietà condivisa che coinvolga gli Stati a fare ognuno un proprio passo su temi critici quali i diritti economici, sociali, culturali, civili e politici per l’attuazione della Dichiarazione, nonché i diritti allo sviluppo e all’ambiente.

Per riuscirsi, le Nazioni Unite dovranno puntare sulla presa di coscienza degli Stati del potenziale ancora attuale e inespresso della Carta che rappresenta ancora lo strumento valoriale più potente e largamente condiviso, capace di suscitare interesse e dibattito ma soprattutto accettazione di un ecosistema di diritti che valgono al di là di qualsivoglia frontiera. Un patrimonio da far conoscere e innovare adattandola al tempo presente, senza stravolgerne la portata universalistica di tutela.

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Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

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