La violenza sulle donne è un tema estremamente drammatico che riguarda o dovrebbe riguardare soprattutto gli uomini, e questo perché il problema “è di chi agisce la violenza, non di chi la subisce”. Queste le parole di Mario De Maglie, psicoterapeuta e vicepresidente del Centro di ascolto uomini maltrattanti – Cam di Firenze in un’intervista a Vita.

Certamente, precisa De Maglie, la violenza non riguarda l’universo maschile tout court, ma è ormai evidente la necessità di “riformare” la mascolinità, che per motivi di carattere soprattutto culturale risulta incapace di gestire la rabbia, il rifiuto e la separazione, con esiti a volte devastanti.

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In quest’ottica il Centro di ascolto uomini maltrattanti (Cam) prende in carico uomini affetti da problemi di violenza sulle donne, proponendo percorsi terapeutici orientati all’eliminazione dei comportamenti aggressivi. E i risultati sono incoraggianti.

Centro di ascolto uomini maltrattanti: percorsi per cambiare

Il Cam è una onlus con sedi a Firenze, Ferrara, Nord Sardegna, Roma e Cremona e come riportato nello statuto dell’associazione, il suo fine è “la promozione, il contrasto, l’intervento e la prevenzione sui temi della violenza contro le donne e minori tramite la realizzazione di programmi di cambiamento rivolti a uomini che agiscono con violenza nelle relazioni affettive”.

Il centro fornisce gratuitamente vari servizi e si rivolge sia agli uomini maltrattanti, che alle donne vittime del partner. Sul sito dell’associazione è possibile reperire molte informazioni: tra queste, l’utente può conoscere le sensazioni e le paure che logorano un uomo avvezzo a maltrattare la propria compagna o i propri figli, i danni che il suo atteggiamento arreca a chi gli sta vicino e i comportamenti che può mettere in campo per uscire dalla sua condizione.

Le donne vittime di un partner maltrattante possono invece reperire riferimenti utili per garantire la sicurezza propria e degli eventuali figli, comprendere i propri diritti e le strategie per relazionarsi e aiutare un compagno violento, cercando di persuaderlo ad affrontare un percorso di sostegno.

Il Cam offre anche consulenza telefonica riservata, tramite la quale gli uomini ricevono consigli su come interrompere il comportamento aggressivo, oltre ad avere la possibilità di recarsi in uno dei centri dove svolgere colloqui individuali e di gruppo sotto la guida di psicologi, psichiatri ed educatori.

L’associazione opera nel rispetto di un proprio codice etico: l’uomo che la contatta ha infatti il diritto di essere trattato con rispetto e di non essere considerato una persona cattiva per il suo comportamento; non sarà giudicato né condannato per quello che ha fatto, ma aiutato a cambiare per tutelare se stesso e i suoi affetti.

Cam, un percorso per cancellare la violenza sulle donne

Il centro accoglie sia uomini che si rivolgono al Cam volontariamente, sia soggetti che vi accedono a seguito di una segnalazione, per esempio del tribunale. Il percorso di trattamento segue un determinato iter: dopo una prima consulenza telefonica, l’utente svolge dai tre ai cinque colloqui individuali per valutare le motivazioni che animano la sua richiesta di assistenza, il tipo di violenza agita e i rischi a questa connessi.

Successivamente la persona interessata può entrare a far parte di un gruppo psicoeducativo strutturato dove, con il sostegno di uno specialista, si lavora allo scopo di sviluppare nel partecipante la consapevolezza dei propri comportamenti e della loro distruttività, aspetto imprescindibile per l’interruzione della violenza.

In questa prospettiva il soggetto viene aiutato a comprendere i danni che la propria aggressività causa alle persone a lui vicine, a responsabilizzarsi del proprio comportamento e a gestire la rabbia, sviluppando strategie non violente di gestione dei conflitti; quest’ultimo punto è fondamentale in quanto, come esplicita De Maglie, “alla base di tutto c’è la rabbia, un’emozione forte che non riesce a essere controllata”. Dopo sei mesi di trattamento si considera la possibilità di inserire l’utente in gruppi semi strutturati nei quali, pur mantenendo il focus sulla violenza, ogni persona può parlare maggiormente del proprio vissuto personale.

I gruppi sono sempre aperti ai nuovi arrivati, sono composti da 8-12 partecipanti di età e condizione sociale spesso diversa, ma accomunati dall’aver usato violenza e comportamenti di controllo verso un membro della famiglia. Il clima che si crea all’interno del gruppo è di accoglienza tra i partecipanti, che nel sostegno reciproco trovano un valido aiuto per affrontare il proprio percorso.

Il programma CAM: utile contro la violenza sulle donne

I percorsi proposti dal centro sembrano dare riscontri positivi: lo attesta un report in cui vengono riportati i risultati di IMPACT, un protocollo che ha permesso di valutare l’efficacia degli interventi svolti nei gruppi mediante la somministrazione di questionari sia agli uomini abusanti che alle loro compagne.

Il report mostra una diminuzione significativa della frequenza e del numero di comportamenti violenti tra l’inizio e la fine del trattamento, ma non solo. Se all’inizio del percorso la prospettiva degli uomini e delle partner nella valutazione della violenza fisica risulta diversa, alla fine della terapia i loro punti di vista convertono, ma, soprattutto, al termine del programma la maggior parte degli uomini e delle donne riferiscono la cessazione totale di ogni tipo di violenza.

Per quanto riguarda il benessere delle partner, alla fine della terapia queste ultime testimoniano una riduzione netta dell’ansia, della depressione e della paura del proprio compagno rispetto all’inizio del programma. Inoltre, al termine della frequentazione del gruppo, gli uomini con prole dimostrano maggiori capacità genitoriali e più consapevolezza del male inflitto ai propri figli a causa del proprio comportamento violento.

Il Cam opera anche in altri ambiti tra cui le carceri, dove organizza gruppi psicoeducativi per detenuti autori di violenza sulle donne a prescindere dal tipo di reato commesso, e nelle scuole, attraverso progetti volti a sensibilizzare gli alunni sui temi della violenza e sulle strategie per prevenirla; strade molteplici ed efficaci per cancellare la violenza a danno delle donne.

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Carlotta Mantovani

Carlotta Mantovani

Mi sono laureata in filosofia per cercare di comprendere il fondamento dei fenomeni. Questo interesse si è poi veicolato verso la dimensione morale, portandomi a cercare di analizzare le questioni inerenti la società e le nuove tecnologie. Vorrei fornire un’informazione capace di abbracciare questi temi prospettando anche soluzioni alla complessità della realtà. Da qui la scelta del giornalismo costruttivo. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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