È nato un nuovo progetto per il contrasto alla criminalità organizzata: “Disarmare Napoli” è un impegno del Comitato Anticamorra per la legalità per togliere le armi ai minori a rischio e interrogarsi su se sia proficuo affrontare le emergenze solo con la repressione. Questo è anche il monito scaturito dall’analisi accademica della devianza minorile a Napoli. L’intento è quello di attivare azioni incisive per il ripristino della cultura della legalità attraverso l’educazione, la formazione, l’arte, il lavoro.

Dalle analisi statistiche sulla condizione sociale napoletana emerge un quadro di una devianza minorile assai densa e difficile. Tra le cause che alimentano il fenomeno, in maniera determinante, un ruolo di primo piano lo svolge la criminalità organizzata. La camorra  predomina pesantemente nelle aree urbane degradate di Napoli come Scampia, San Giovanni a Teduccio, Secondigliano, Rione Traiano.

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Nelle zone di degrado la vita dei ragazzi si svolge in condizioni di gravi deprivazioni culturali quali povertà educativa parentale e scolastica. Inoltre la diffusa cultura criminogena e della violenza armata espone i minori a costituirsi come esercito permanente del malaffare napoletano.

Criminalità organizzata e minori a rischio

A Napoli i ragazzi che entrano nel circuito penale sono in misura considerevole e il reato per detenzione e uso di armi da sparo è quello più diffuso. Secondo i dati sulla situazione degli istituti penali per minorenni della Regione dello scorso luglio, trasmessi dalla nota stampa del Garante dei Detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello,  i giovani presenti negli istituti penali minorili sono 93.

Il dato più allarmante  è rappresentato dai minori accusati per omicidio volontario. Al riguardo, i professori ordinari Giacomo Di Gennaro e Maria Luisa Iavarone, rispettivamente dell’Università di Napoli Federico II e dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, hanno realizzato una ricerca per analizzare la devianza minorile.

Il lavoro si è svolto con l’intento di individuare strategie di contenimento del fenomeno alla luce degli esiti della ricerca. Lo studio accademico ha rilevato un collegamento significativo tra l’ingente uso di armi da parte della criminalità organizzata, il mercato illegale e la facilità di accesso alle pistole da parte dei minori.

Il comitato anticamorra “Disarmare Napoli”

Dalle 59 storie di devianza minorile del carcere di Nisida di Napoli, è emerso un quadro di giovani cresciuti in ambienti con povertà educativa e deprivazione, non solo economica, ma spesso di tipo culturale. Sono ragazzi privati delle adeguate cure parentali, hanno scarsi valori di riferimento, non hanno consapevolezza delle conseguenze del loro agire, sono in guerra armata contro lo Stato e la società civile. “Disarmare Napoli” in questo senso diventa un aiuto prioritario.

Il comitato si è costituito su iniziativa dell’ex senatore Sandro Ruotolo e il medico Paolo Siani, fratello di Giancarlo, giornalista ucciso dalla camorra. “Disarmare Napoli” propone di creare un sodalizio fra le istituzioni pubbliche e le associazioni della società civile per promuovere azioni concrete contro la criminalità organizzata volte a liberare il territorio partenopeo dalla cultura criminogena.

 

Hanno aderito all’iniziativa centinaia di esponenti dei sindacati, del mondo del lavoro, dell’arte, del cinema e dello spettacolo. Il comitato ha rivolto un appello alle istituzioni pubbliche per la creazione di un piano strategico di sviluppo del territorio con investimenti nel settore scolastico e nelle politiche d’inserimento lavorativo dei giovani.

I progetti e le iniziative di contrasto alla criminalità organizzata

Secondo Ruotolo, le mafie non si sconfiggono solamente con la repressione: bisogna disarmare Napoli e fare prevenzione (come raccontiamo in questa storia su Caivano), perché è dimostrato che se si opera solamente dal punto di vista militare le battaglie non si vincono. Se è vero che non si nasce mafiosi o camorristi, allora occorre lavorare sulla dispersione scolastica e la povertà educativa e culturale.

“Disarmare Napoli”, quindi, ha previsto di aderire al progetto “Liberi di scegliere”, un programma di tutela e accompagnamento di giovani e donne per il loro allontanamento dai circuiti criminali. Il 28 dicembre ha partecipato all’iniziativa “Diamo un calcio alla Camorra” per creare una scuola di calcio nel quartiere di San Giovanni a Teduccio a Napoli. A gennaio sarà organizzato un evento culturale per lanciare progetti e iniziative artistiche.

Paolo Siani sostiene che ai bambini nati da famiglie mafiose si debbano dare opportunità alternative attraverso la cultura. Se Stato e società civile agiscono in questo senso è probabile che fra qualche decennio avremo seriamente combattuto la criminalità organizzata, altrimenti prevarrà la repressione senza alcun risultato: sono dunque necessari maestri, artisti assistenti sociali, lavoro e non solo uomini in divisa a caccia di malviventi.

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Lucia Muscetti

Lucia Muscetti

Laureata in Scienze Politiche, docente emerita in discipline giuridiche ed economiche presso i Licei di Scienze Umane. Leggo e approfondisco saggi sui diritti umani e di politica per scrivere e praticare l’arte del vivere bene insieme. Partecipo al laboratorio giornalistico di BuoneNotizie.it

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