L’educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile è il proposito di insegnare agli esseri umani i propri comportamenti in rapporto agli ecosistemi allo scopo di vivere senza compromettere l’ambiente per le future generazioni. Ne abbiamo parlato all’interno del numero 1/2023 di Ecofuturo Magazine dove è possibile leggere l’articolo integrale di approfondimento circa i progetti avviati nell’aree interne con l’intento di formare ed educare le persone affinché siano in grado di prendersi cura del proprio territorio per uno sviluppo sostenibile e comunitario.

Educazione ambientale per uno sviluppo sostenibile significa edificare percorsi di esplorazione emotiva e culturale e di acquisizione di consapevolezza rispetto ai temi della sostenibilità, alla promozione del benessere umano integrale, dei percorsi legati alla protezione dell’ambiente e alla cura della casa comune. Nelle aree interne del nostro Paese sono molti i progetti che si concentrano sulla promozione di buone pratiche di sostenibilità ambientale e sociale.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Conservazione, fruizione e partecipazione: ri-educare la cittadinanza a vivere la montagna in maniera sostenibile

Nel 2022 la sezione WWF del Sannio, in collaborazione con l’Ente Parco Regionale del Taburno Camposauro, e altre associazioni ed enti, avvia “Sve(g)liamo la Dormiente”. Un progetto di educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile dei comuni dell’area montuosa. “La dormiente del Sannio”, il massiccio Taburno Camposauro, chiamato così in gergo popolare proprio perché il suo profilo ricorda una donna sdraiata.  Il progetto giocando con le parole, sottolinea i due fronti su cui opera: Svelare, far conoscere il valore del capitale naturale del Parco condividendo le conoscenze con gli abitanti; Svegliare, comunicare con il territorio stimolando una presa di coscienza generale. Insomma portare alla luce un mondo che è sempre stato sotto i nostri occhi ma di cui ignoravamo l’esistenza.

All’interno del percorso progettuale sono diversi i corsi avviati. Tra questi il riconoscimento e la raccolta delle erbe spontanee: corso di educazione ambientale “attiva” organizzato nei campi alla scoperta delle erbe e dei loro usi. La raccolta delle erbe spontanee è una attività millenaria di cui «oggi stiamo riscoprendo l’importanza – spiega Aurelia Palmieri, fondatrice di Erbe Ribelli – ma è necessario approcciarci ad essa in maniera responsabile e sempre nel rispetto della natura». Imparare a riconoscere le erbe spontanee non ha il solo scopo di “mettere qualcosa a tavola” ma serve a «riconnetterci a noi stessi e alla madre terra», dal riconoscimento alla lavorazione delle erbe (sia nell’ambito culinario sia in quello “medico” bisogna seguire i ritmi naturali. Imparare a seguire la lentezza della natura ci permette di apprendere l’importanza e la complessità della natura comprendendo così come preservarla al meglio.

Preservare le “infestanti” tra le spighe di grano: la lezione di educazione ambientale e sviluppo sostenibile  nell’autoproduzione comunitaria

«Se vedete un campo di grano in cui crescono bellissimi fiori significa che non sono stati usati diserbanti chimici», così sintetizza Erminio Gerardo Nardone, attivista di Ecopotea, la mission dell’Associazione. Preservare la biodiversità nei campi agricoli è il fulcro dell’attività del progetto di educazione ambientale e sviluppo sostenibile portato avanti dell’Associazione. Il progetto di Ecopotea nasce nel 2018 da un minuto gruppo di «pazzi», come loro stessi si definiscono: poche famiglie «provenienti dallo stesso territorio, individui cresciuti con le stesse tradizioni che si uniscono con l’obiettivo comune non solo di produrre alimenti sani – racconta Giuseppe Ciarcia, presidente di Ecopotea – ma anche di condividere comportamenti sociali etici e solidali».

Da poche famiglie, oggi il progetto conta 100 famiglie per 20 ettari di terreno coltivato e 5 aziende agricole locali: una nuova forma di “economia” comunitaria ma soprattutto un progetto di educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile. Fondamento della mission associativa è sempre stato l’insegnamento di buone pratiche sostenibili e della filiera agricola: gli associati partecipano attivamente ad alcune fasi dalla produzione. Una delle scelte agricole per ridurre l’impatto ambientale è la scellecatura: il diserbo manuale delle «infestanti dai campi – ci spiega Erminio Nardone – il miglior sistema per coltivare genuinamente».

La visione agricola promossa da Ecopotea, negli ultimi anni, è stata accolta nelle scuole con percorsi extra-curriculari. L’obiettivo primario è di avviare percorsi formativi che possano riavvicinare i giovani al proprio territorio e alla cura dell’ambiente e dei suoi abitanti.

Condividi su:
Vittorio Palmieri

Vittorio Palmieri

Napoletano. Emigrato nell'entroterra irpino-sannita, in controtendenza con l'emorragia dei paesi interni verso la vita metropolitana. Ignoto poeta "prestato alla burocrazia". Nell’entroterra segue percorsi sociali con enti del terzo settore. Ha collaborato ad un progetto di agricoltura sociale con le Associazioni Irpine “Ecopotea Aps” e “Al Centro dei Ragazzi Odv”. Nell’ultimo anno fonda Introterra Aps, nata con lo scopo di rivalutare e riscoprire l'entroterra campano, e con la quale rileva un progetto giornalistico editoriale decennale "bMagazine.it" e fonda l'etichetta "Introterra Edizioni" Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per Buonenotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici